domenica 29 dicembre 2019

Pensieri banali

Oggi su una radio sentivo uno speaker che a proposito di una canzone che parlava della classica "notte a mille e poi ci pensiamo domani", elogiava le cose fatte di pancia perché genuine e ricche di passione da stravolgere l'anima. Beh non sono d'accordo: da un lato dico per fortuna che esiste ancora chi si lascia attraversare da un'emozione dall'altra dico che è il pensiero che ci distingue dagli animali. Questo vale anche e sopratutto per i rapporti umani: la complicità sessuale non può essere l'unica cosa che tiene insieme due persone. Per costruire qualcosa deve esserci un progetto, una visione comune, una condivisione d'intenti, una similitudine di pensiero, una enorme facilità nello stare insieme. Se queste cose insieme non ci sono, crolla subito la speranza di un rapporto.  Ad oggi pero vige la cultura del tutto subito e il ragionamento passa in secondo piano per accontentare un bisogno seppure passeggero.  Riflettere sempre su quanto possa essere nociva una cosa che non fa per noi, prima di agire.


sabato 21 dicembre 2019

Caducità

La vita è un viaggio: corto o lungo lo decide lei, noi possiamo solo farlo con l'entusiasmo e la voglia di scoprire di chi lo fa per la prima volta. Il tempo servirà a incastrare tanti tasselli del nostro puzzle: c'è chi ne avrà tanti e chi solo qualcuno perché purtroppo non gli sarà concesso un periodo lungo. La morte allontanerá da noi tutti i nostri affetti, le nostre passioni, il nostro vissuto, tutto ciò che per noi ha significato vivere e piangeremo, così come piangeranno coloro che rimarranno dopo di noi, senza di noi. Non si possono trovare giustificazioni: è una legge, amara e inappellabile che conosciamo appena siamo in grado di capire. Beh io la odio la morte: è una guastafeste e mi fa paura, me ne ha sempre  fatta e ora ancor di più perché sono molto felice e temo che arrivi a strapparmi quello che ho, invidiosa e meschina. A volte piango per qualcuno che non conosco e che l'ha incontrata nel suo cammino, troppo presto, troppo male. Il giusto tempo lo devono avere tutti.


giovedì 12 dicembre 2019

Liberi di lavorare

Questo è il testo che assieme alla collega Anna Tonia, abbiamo letto alla giornata indetta dal CUG del Comune di Milano "LE PAROLE DELLA VIOLENZA NEI LUOGHI DI LAVORO - Fenomeni Sentinella. Come Reagire. Ambienti di Lavoro Inclusivi" tenutasi ieri a Palazzo Reale.


Vorrei che un giorno tutti fossimo liberi:

liberi di essere parte attiva alla creazione di un processo lavorativo invece che l'ultimo anello della catena (se coinvolgiamo tutti non ne usciamo più, se la caveranno in corso d'opera)

liberi di entusiasmarci e proporci per un incarico sentendoci la persona giusta, senza subire le maldicenze dei colleghi  (cosa crede di fare quello, io sono anni che sono qui)

liberi di veder emergere la propria figura per meriti reali e guadagnati e non per vincoli di parentela o di interessi (quella è lì perché sarà parente di un dirigente)

liberi di essere professionisti seri ed onesti senza venire additati come ostruzionisti o incapaci di lavorare in un sistema  (quello dobbiamo bypassarlo non ci si può parlare, crede di sapere tutto lui)

liberi di avere una carriera, senza che questa venga interrotta dall'arrivo di un figlio ( la famiglia non è conciliabile con quest'incarico, è necessario un impegno che lei non mi può garantire)

liberi di dire la propria senza essere sminuiti o ignorati da chi prende decisioni (non mi interessa ciò che pensano i dipendenti, sono io che decido)

liberi di manifestare un'idea apertamente senza smettere di essere rispettati (tu stai con quelli non sei attendibile!)

liberi di denunciare un ricatto o una molestia senza temere di non essere creduti o giudicati (ma lei è sicuro di non aver frainteso la situazione?)

liberi di avere un lavoro che sentiamo nostro e di amarlo dando il meglio, evitando di cadere nel vortice dell'insoddisfazione e del malcontento (sono qui da qualche anno ormai e mi sento completamente ignorato)

Il lavoro è sopratutto dignità: in questo la soddisfazione ed il benessere lavorativo contribuiscono alla crescita individuale e all'innalzamento dell'autostima. Questo per tutti: uomini e donne, parimenti.

La libertà di potersi sentire se stessi è essenziale per amare ciò che si fa, per dare energia e vita alla propria occupazione. 



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