mercoledì 30 settembre 2020

NON HO PAURA

NON HO PAURA
Solo gli occhi si mostrano, in questo ritorno alla vita. Lentamente il nostro fare tornerà a invadere questa terra. Non ho paura di vivere questa nuova dimensione anche se così distante da ciò a cui eravamo abituati. Non mi spaventa indossare le protezioni e stare distante da tutti. Credo che i cambiamenti portino con sé delle nuove necessità. Non mi spaventa modificare le mie abitudini per tutelare me e chi mi circonda, trovando il modo migliore per vivere la mia vita. Non mi spaventa viverla questa vita.
Mi spaventa piuttosto sapere che l' essere umano ha memoria breve e non apprende dai suoi errori. Mi spaventa l'essere umano arrogante che pensa di poter controllare tutto. Mi spaventa l'essere umano cinico, pronto a sacrificare tutto al cospetto di soldi e potere. Mi spaventa l'inconsapevolezza, la grettezza morale, l' assenza di etica.
Mi spaventa l'essere umano che non sente con il cuore e con l'anima.
Il mondo ha chiesto solidarietà ma ha dovuto farlo imponendosi in modo violento altrimenti mai lo avremmo ascoltato. Ora sta a noi accogliere questa richiesta e iniziare a ripensare la nostra vita e viverla in comunione con questa terra, il NOSTRO bene comune.



 

lunedì 28 settembre 2020

obiettivi

Ogni giorno essere un fragoroso e potente suono che invade l'ambiente circostante e si fa spazio nell'animo di chi lo guarda. Cosa ci impedisce di essere così grandi da fa tuonare la nostra esistenza?
Ogni giorno dovremmo avere come obiettivo proprio questo: rendere omaggio all'esistenza. Così breve, così impetuosa e così meravigliosa.




 

sabato 26 settembre 2020

Scoperte

 Be’, prova qualcosa di nuovo ogni giorno, questo è il mio motto. Dopo tutto, la vita ci è stata data per fare scoperte. Non dura per sempre.

Da Harold e Maude _ Higgins 



mercoledì 23 settembre 2020

Amare

Dico ai genitori di tutti i bambini: non per sempre godrete del bene massimo solo perché siete genitori. I figli hanno bisogno di voi e di un vero rapporto umano che passa per fiducia, empatia, critica, pazienza, passione. È un vero rapporto d'amore e come tale prevede due parti : due teste, due cuori. Amateli sempre al massimo!




venerdì 18 settembre 2020

premiate le idee

 Stamattina ho sentito di un ragazzo che fotografa le liste della spesa e le posta su Instagram (insta_della_spesa). Che idea sfavillante 45,3mila follower: ironiche, divertenti, pieni di errori e di “modi di vita”. Una finestra dentro il mondo di ognuno di noi, un‘idea moderna e vincente che mi ha subito portata a fare clic su SEGUI (diciamo che una gran mano l’ha data l’essere stato menzionato sul programma del trio Medusa su DeeJay). 

Sono dieci anni che scrivo il mio blog: più volte restaylizzato, contenitore di riflessioni, poesie personali e di grandi autori, commenti sull’attualità, arte, cinema. Eppure ho 16 seguaci in blogger. Ovvio che so che per un blog, quella di Google non è la piattaforma ideale. Wordpress è sicuramente più efficace ma probabilmente ciò che non va è che non sono abbastanza accattivanti nè l’idea nè il contenuto. Per essere notati occorre senza dubbio costanza, professionalità ma anche originalità. 

Eppure io lo amo di un amore forte: lo amo perché tante volte mi ha salvato, mi ci sono potuta aggrappare in un momento un po’ scuro della mia vita e da lui mi sono fatta trascinare fuori dal vuoto. Devo molto a questa “finestra” su di me. 

Mi piacerebbe che le persone scrivessero qualche commento, per fare qualche conversazione interessante lontana dal pressapochismo dei social, ma nulla. Continuerò ancora perché oramai fa parte della mia quotidianità e chissà magari l’idea originale arriverà. 


Frase di Banksy




martedì 15 settembre 2020

Ippocrate

Occhi al soffitto mentre tutti nel lettone dormono. La finestra invade di luce blu intermittente la stanza, mentre un fragoroso suono fa sussultare la piccola al mio fianco che si accovaccia tranquilla appena terminato il suono funesto. 

Da quando questo isolamento è iniziato, si sentono un sacco di ambulanze ed è davvero deprimente. Ogni notte si alza la frequenza e probabilmente sono quelle che non mi fanno dormire. 

Ho un senso di angoscia che mi chiude la gola, Un sentimento a cui non ero abituata e che faccio fatica a gestire. Quando mi sveglio, dopo pochi minuti, la mente torna lì e provo un senso di claustrofobia, quasi questa situazione assomigli ad un tunnel senza uscita, senza soluzione. Ogni mattina mi chiedo di essere positiva, impegno la mia mente su pensieri semplici: giochi da fare con le bambine, organizzazione della spesa online nei negozi del vicinato, cosa cucinare nella giornata e mi metto subito al lavoro. Penso sia una terapia antistress, tenermi occupata il più possibile per non pensare. Verso la fine della giornata però attaccata da social, notizie in televisione, discussioni fatico a ritrovare la stessa positività che mi ero imposta.

Questo momento ci sta mettendo alla prova: ci ha dimostrato che stavamo andando nella direzione sbagliata. Fagocitare giorni, mesi, anni senza farci nessuna domanda, avere tutto e subito con ogni mezzo possibile senza interrogarci mai sull'origine delle cose, sulla loro costruzione. Pensavamo di poter controllare il tempo pianificando ogni dettaglio. I rapporti umani non erano più il nostro interesse anzi, si costruiva giorno per giorno la diffidenza verso l'altro.

Oggi questa emergenza ci ha chiamati a riavvicinarci, a pensare all'esistenza dell' altro e al suo bene, oltre che al bene comune

Guardo le mie figlie, il loro sonno, chissà dove sognano di essere, mi auguro molto lontane da qui. Mai avrei pensato di farle attraversare un momento storico come questo. Ormai sono venti giorni che sono in casa ma sembrano gestire comunque bene la situazione. La più grande fa qualche domanda ma sembra accontentarsi della mia risposta "c'è fuori qualcuno che ha sparso un semino che fa venire tanta febbre e siccome noi non vogliamo andare dal dottore dobbiamo stare tutti in casa". L'innocenza dei bambini, la loro capacità di adattamento sono le loro armi più potenti. 

Domattina tocca a me cominciare. 

Ho paura, non so cosa mi attende. Sconfiggere questo male è impossibile, la velocità con cui miete vittime è impressionante. Ho paura sopratutto per la mia famiglia. Non potrò vedere le bambine per molto tempo. Quanto mi mancherà abbracciarle sentire il loro odore, vedere i loro sorrisi.  Potrei fare il tampone la sera prima di andare a casa ma ad oggi, questi maledetti esami sono possibili solo per .... neanche lo so per chi. In ospedale non hanno nessun interesse a farli perché altrimenti noi medici, dovremmo stare a casa e dopo chi li cura i pazienti covid, non certo quelli che sono al governo. Che schifo, non voglio farne una questione politica ma vorrei solo poter lavorare senza dover preoccuparmi per me ed i miei cari.

Se penso a quanti di noi per un po' di mesi vedranno solo una stanza di casa e l'ospedale, ogni giorno, senza sosta, senza sorridere, senza sdrammatizzare. Circondati da persone che annegano, nel vero senso del termine, che hanno necessità di un respiro, ma più di tutto di una carezza, un conforto umano, dell'abbraccio dei loro cari.

Se penso a quanto può essere dolorosa la solitudine, soprattutto in procinto di morire. 

La mia promessa nell' essere medico è quella di aiutare chi soffre, di dare sollievo al dolore, di perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica, il trattamento del dolore e il sollievo dalla sofferenza nel rispetto della dignità e libertà della persona.

Mai come oggi sarà difficile fare questo. Questa è una battaglia ad armi impari. Questo nemico è molto forte e non ha pietà. La nostra società non era pronta, lo ha dimostrato l'incredulità che regnava sovrana ai primi accenni di problema sanitario, al punto di non voler accettare la sua potenza, credendo di poterlo sfidare.

Ora è ovunque. 

E' un fottuto dio selezionatore, colpisce maggiormente i deboli ma in realtà ha già dimostrato che sceglie lui le sue vittime e lo fa alla velocità della luce.

Vorrei che la mia presenza in corsia fosse risolutiva, anche solo per salvare una vita in più. Domani toccherà a me, andrò in ospedale per fare del mio meglio. Nn credo in Dio ma credo che possa esserci un karma che in se non in questa vita, mi ripagherà prima o poi..

Sono le 5:00 manca una sola ora sola alla prima trincea della mia vita. 

Penso a quando ho inventato una scusa per non andare a quella cena con gli amici, più per pigrizia che per altro, combattere con il confort di una routine che mi consente di avere le bimbe addormentate alle 22 solo questo.

Ora invece vorrei vederli tutti gli amici, brindare con loro, scoppiare a ridere, abbracciarli .

Vorrei andare a fare colazione al bar, sentire il profumo di brioche e leggere il giornale in mezzo ai primi commenti di un giorno qualsiasi.

Vorrei andare con le mie figlie a fare spesa, divertendoci a scegliere le cose più disparate.

Vorrei andare a cena con mio marito, in un ristorante etnico e mangiare con le mani. Stare seduta sulla panchina di una piazza affollata ad ascoltare un artista di strada suonare le sue canzoni e piangere per tanta bellezza. Vorrei viaggiare e continuare a conoscere il mondo, così straordinario. Quante cose che facevamo ogni giorno e che ora sembrano così grandi e irraggiungibili. Questa è la dimostrazione che non bisogna mai aspettare a fare le cose, a volte occorre vincere la nostra faticosa routine per sentirsi vivi.

E' ora di accorgersi di noi e del mondo, ora di riappropriarsi della propria umanità e spenderla al servizio degli altri, ora di amare con profondo impegno.

Drin drin

Ecco la sveglia, la mia guerra inizi oggi. 

dottoressa con mascherina





 



...era davvero cosi importante?

 Quando si diceva il crocefisso si o no....adesso vi sembra davvero cosi importante?

Ieri qualcuno ha iniziato sulle sedie come banchi, qualcun altro ha iniziato in cortile, altri aprendo le braccia per mantenere le distanze ma tutti hanno inziato. In qualche modo se la sono fatta andar bene e credo che l'unica cosa che importava loro, era semplicemnte quella di stare insieme, di vedere fisicamente il loro interlocutore, stare con i propri compagni, interagire.

L'affermazione di quella che si era detto fosse la nostra cultura, la nostra tradizione passa necessariamente per la scuola ma non attraverso l'utilizzo o meno di ninnoli o figure religiose ma atraverso la possibilita di creare la cultura: attraverso lo studio, la socializzazione, l'educazione civica e lo stare insieme.

Non lasciamo che stupidi personaggi utilizzino questa forma di pregiudizio travestita da conservazione della cultura, perche non e' altro che un becero tentativo di metterci gli uni contro gli altri. 




lunedì 14 settembre 2020

Chi si accontenta....

 Chi si accontenta gode, dice il detto!

Non sempre è così sappiamo bene, nella vita l’accontentarsi è spesso visto come una cosa negativa perché sottolinea il fatto che non sei arrivato dove avresti potuto e per questo hai dovuto accettare quello che hai.

In questo momento storico invece, credo che l’accontentarsi porterebbe giovamento su un sacco di piani. 

Ho letto qualche tempo fa una previsione della Deutsche Bank relativa al futuro economico che come si può immaginare non è per nulla roseo. Veniva sottolineato che questa epidemia non ha fatto altro che accelerare il processo di sgretolamento del sistema consumistico che abbiamo foraggiato sino ad ora. Era evidente che quest’epoca del consumo non potesse essere un regime sostenibile a lungo raggio. Il mondo ora si divide tra due potenze l’America e la Cina i cui rapporti sono inaspriti sia dal punto di vista sociale che dal punto di vista economico. L’Europa che se ne sta nel mezzo, come abbiamo visto durante l’epidemia, non gode di buona salute ma soprattutto è azzoppata da paesi il cui debito pubblico è altissimo, senza tenere conto dei fondi che sono stati chiesti per questa emergenza sanitaria. Ora dico ma questo debito pubblico è così incancellabile? Questi soldi prestati sono davvero così necessari hai paesi che li hanno elargiti, o il sistema quadra ugualmente?. 

Penso anche al fatto che ad oggi il divario è tra classe media e classe ricca è sempre più elevato. Chi aveva soldi li ha ancora, chi aveva attività che hanno retto l’epidemia sono stati premiati (vedi Amazon) e continuano ad incamerare denaro, mentre gli altri colano a picco.  

Il sistema consumistico si basa su un costante tasso di crescita rispetto all'anno precedente: hai fatto un fatturato di x quest’anno, l’anno prossimo devi fare x+1. Bene forse attualmente questo non è più possibile. So che chi fa impresa vorrebbe sempre vedere crescere i fatturati altrimenti che impresa è, ma magari in questo momento bisognerebbe accontentarsi di averlo il fatturato. Mettersi una mano sull'anima ed una sul portafoglio e cercare di farsi andar bene ciò che si ha. Un esempio sui tutti il mercato dell’auto: sempre andato in crescendo complice il boom economico del dopo guerra, ma ora non si può pretendere che si compri un auto ogni cinque anni: questo perché il piccolo risparmiatore non ha soldi e vorrebbe un auto che duri nel tempo, rispetti le norme sull'inquinamento e gli costi il meno possibile. Le grandi case a mio parere dovrebbero accordarsi per un sistema nuovo, una competizione con un prodotto unico ad esempio una macchina a noleggio che rispetti le norme di eco sostenibilità e venga offerta ad una cifra equa. In questo modo si avrebbero mezzi sempre efficienti in termini di eco sostenibilità e tecnologia.  Ovvio che questo competerebbe un indotto che soffrirebbe per il cambiamento ma questo è il momento di dare una svolta al sistema per questo famoso bene comune. 

Detto questo so, che è utopia perché il consumo ci ha portato anche il comfort che è la bestia più brutta che si possa dover domare. 

Mi auguro però che questo venga compreso dai governi e dai grandi investitori che dovrebbero smettere di arricchirsi a scapito di un sistema ambiente che sta per esaurire le risorse per farci sopravvivere, diventando così solo allora un problema di tutti. 





mercoledì 9 settembre 2020

Generatività

 Per generatività si intende l'interesse a fondare e guidare la generazione successiva attraverso l'allevamento dei figli o tramite imprese creative o produttive [..] La semplice messa al mondo dei figli non garantisce, naturalmente, che il genitore svilupperà un senso di generatività. I prerequisiti per lo sviluppo di questo stadio sono fede nel futuro, fiducia nella specie e abilità a occuparsi degli altri, Invece che allevare figli, si può lavorare allo stesso modo per creare un mondo migliore per i bambini degli altri,. 

Tratto da Erikson E. H. Identity and the Life Cycle. 

#fear

 Ho paura. 

Paura di mandare le mie figlie in questo mondo. 

Vorrei per loro un posto fatto di persone belle: sensibili altruiste interessate e curiose. 

Vorrei vederle viaggiare ed aprire la mente senza doversi preoccupare.

Vorrei vederle amare e non aver paura di farlo. 

Vorrei potessero costruirsi un futuro grazie ad un sistema sociale attento e sensibile.

Vorrei vederle dedicarsi a se stesse e agli altri, ospiti di un mondo che è di tutti. 

Vorrei fossero giuste come peraltro già dimostrano di essere, ma senza per questo ess
ere uccise.  


mano di neonato che stringe quella di un adulto

lunedì 7 settembre 2020

#bestie

Leggo stamattina articoli sul caso di ostaggio di ieri a Roma. Mi si riempiono gli occhi di lacrime di fronte ad una storia che da una lato, sa di estrema solidarietà ed umanità e dall'altro di una totale assenza di anima.

Gli articoli parlano di un ragazzino di poco più di vent'anni che cerca di calmare gli animi di una rissa rimanendo poi unico bersaglio di quattro bestie il cui unico credo è violenza per violenza.

Non è questione di movida o di luoghi sbagliati del divertimento, qui si legge la totale assenza di anima di questi rifiuti umani che hanno sfogato, su un ragazzino le loro frustrazioni più recondite e sedimentate.

Non credo assolutamente nel recupero, perché azioni come queste sono ripetibili, desidero solo una punizione che sia tra l’altro, per sempre. Togliere una vita è un errore che deve essere pagato con la totale assenza di libertà per tutta la vita.

Alcuni giorni fa ascoltavo un intervento di Galimberti in cui esponeva il suo pensiero sulla extra stimolazione dei bambini. Esponeva il fatto che quando il bambino è sottoposto ad una notevole quantità di stimoli, il loro cervello per difendersi da questo bagaglio enorme diventa apatico, ovvero apatia della psiche. Per spiegare meglio, per lavoro si era trovato a dover analizzare il caso di Erika e Omar e a suo dire la cosa che più lo aveva impressionato era che dopo l’omicidio della madre e del fratellino, i due adolescenti sono andati al bar, come ogni giorno, insieme agli amici. Questo indica la totale assenza di emozioni: dopo un evento come quello una persona “normale” sarebbe turbata, in preda a morsi di coscienza, di orrore etc.

Gli stimoli a cui può essere sottoposto un bambino possono essere di diversa natura: molteplici attività ludiche o creative o sportive, ma anche un ambiente familiare denso di episodi violenti: prepotenza, grida, abusi familiari.    

Questo è un discorso ormai logoro ma occorre intervenire sulle capacità educative, sulla socialità, sulla creazione di ambienti, fisici e non, positivi. Ambienti soprattutto della mente, dove piantare i semi del futuro, menti che riverseranno le energie verso la bellezza, la scienza, l’arte, la solidarietà e l’umanità.




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