mercoledì 31 ottobre 2012

Charles Baudelaire - Tristezze della luna

Nei suoi sogni la luna è più pigra, stasera:
come una bella donna su guanciali profondi,
che carezzi con mano disattenta e leggera
prima d’addormentarsi i suoi seni rotondi.

lei su un serico dorso di molli aeree nevi
moribonda s’estenua in perduti languori,
con gli occhi seguitando la apparizioni lievi
che sbocciano nel cielo come candidi fiori.

Quando a volte dai torpidi suoi ozi una segreta
lacrima sfugge e cade sulla terra, un poeta
nottambulo raccatta con mistico fervore

Nel cavo della mano quella pallida lacrima
iridescente come scheggia d’opale
e, per sottrarla al sole, se la nasconde in cuore.

Charles Baudelaire - I fiori del male

O promesse, o profumi, o baci senza fine, riemergerete mai dai vostri avari abissi, come dal mare giovani e stillanti, al confine celeste i soli tornano dopo la lunga eclissi? O promesse, o profumi, o baci senza fine!

martedì 30 ottobre 2012

TUTTO FA' UN PO' MALE

Sai che la fortuna
è una religione
tu ci credi oppure no?
lo capiremo prima o poi
che non c'è modo di rinascere
senza peccare
ma tu hai voglia di rinascere
o è solo che non sai come finire?

[....] RIT
beh, forse fa un po' male
forse fa un po' male
ma tutto fa un po' male
tutto fa
tutto fa un po' male . . .

quello che sognavi ti fa ridere
da quando sai che non lo puoi più avere
ma l'odio è un carburante nobile
e hai scoperto che non è così male

tradirsi con rispetto
perché vivere è reale
ma vivere così
non somiglia a morire?

[....] RIT

lunedì 29 ottobre 2012

Giudicate pure ogni cosa.....ogni cosa che non sapete, ogni cosa che vedete, ogni cosa che sentite.
La verità è una cosa preziosa, talvolta fa male, talvolta è apprezzabile, talvolta pure scomoda. Ma le iterazioni fra le persone sono cosa vera. A testa alta andrà chi in cuor suo sa cosa e chi è, ammette a se stesso errori e pregi. Ogni lacrima versata per chi ha avuto dubbi....è una lacrima versata invano.
Quel che noi facciamo non è mai compreso, ma sempre soltanto lodato e biasimato.

(F. Nietzsche)

Sofferenze

La sofferenza crea ogni volta uno scudo sul nostro cuore difficile da penetrare. Ogni volta questo scudo si indurisce sempre di più, dopodiché uno impara a vivere lì, dove c'è freddo, perché alla fine ci si abitua ci risulta quasi confortevole. Forse però è anche un modo abbastanza comodo. La felicità non è immediata come la sofferenza. E' un lavoro lungo e complesso che va ricercato giorno per giorno; è noioso sì perché arriva distillando piccole gocce ma sono proprio queste che ti rendono il sorriso.
Quando la raggiungi però......lì sì......stai davvero bene.

domenica 28 ottobre 2012

Ruberie sulla tomba di Baudelaire


Cera

Ali di cera
erose dal fuoco
 -
estratto liquefatto di libertà
 -
prendete altra forma
dal lento stillicciddio.



Suoni




Suoni
entrano profondi nelle viscere
che nemmeno sai di avere
proiettano il tuo mondo
per un attimo
nella tua dimensione
dove non ci sono promesse di felicità
solo attimi
intensi e graffianti
come un'emozione.

giovedì 25 ottobre 2012

La vallata


la vallata silenziosa
animata solo dal guaito dei cani da caccia
e dallo strepitio dei cardi accesi
sotto i castagni
illuminata dai raggi di un sole mattutino
tiepido
che rifrange i suoi raggi sulla rugiada
posata sui fili d'erba

qui è calmo
sento la natura
riesco a distinguere i pensieri
uno ad uno



lunedì 22 ottobre 2012

Autostima

Sviluppare autostima non è contrario all'essere umili. non significa sopravvalutarsi ma valutarsi, pesarsi e spendersi con quella valuta.
Se dimostri meno di quanto vali sarai sempre meno di quello che sei per gli altri.

Rollercoaster

Salite e discese
sono i sentimenti
salite difficili
percorsi tortuosi
ma è la discesa finale
la più ripida
quella che ti fa emozionare
ti toglie il fiato, ti fa urlare

è quella che fa paura.



mercoledì 17 ottobre 2012

Maschere

Tutto ciò che è profondo ama mascherarsi; le cose più profonde odiano l'immagine e la similitudine.

lunedì 15 ottobre 2012

Ian e Annik

Donne in rinascita - Diego Cugia alias Jack Folla



Più dei tramonti, più del volo di un uccello, la cosa meravigliosa in assoluto è una donna in rinascita.

Quando si rimette in piedi dopo la catastrofe, dopo la caduta.
Che uno dice: è finita.
No, non è mai finita per una donna.
Una donna si rialza sempre, anche quando non ci crede, anche se non vuole.

Non parlo solo dei dolori immensi, di quelle ferite da mina anti-uomo che ti fa la morte o la malattia.

Parlo di te, che questo periodo non finisce più, che ti stai giocando l'esistenza in un lavoro difficile, che ogni mattina è un esame, peggio che a scuola.
Te, implacabile arbitro di te stessa, che da come il tuo capo ti guarderà deciderai se sei all'altezza o se ti devi condannare.
Così ogni giorno, e questo noviziato non finisce mai.
E sei tu che lo fai durare.

Oppure parlo di te, che hai paura anche solo di dormirci, con un uomo; che sei terrorizzata che una storia ti tolga l'aria, che non flirti con nessuno perché hai il terrore che qualcuno s'infiltri nella tua vita.
Peggio: se ci rimani presa in mezzo tu, poi soffri come un cane.
Sei stanca: c'è sempre qualcuno con cui ti devi giustificare, che ti vuole cambiare, o che devi cambiare tu per tenertelo stretto.
Così ti stai coltivando la solitudine dentro casa.
Eppure te la racconti, te lo dici anche quando parli con le altre: "Io sto bene così. Sto bene così, sto meglio così".
E il cielo si abbassa di un altro palmo.

Oppure con quel ragazzo ci sei andata a vivere, ci hai abitato Natali e Pasqua.
In quell'uomo ci hai buttato dentro l'anima ed è passato tanto tempo, e ne hai buttata talmente tanta di anima, che un giorno cominci a cercarti dentro lo specchio perché non sai più chi sei diventata.
Comunque sia andata, ora sei qui e so che c'è stato un momento che hai guardato giù e avevi i piedi nel cemento.
Dovunque fossi, ci stavi stretta: nella tua storia, nel tuo lavoro, nella tua solitudine.
Ed è stata crisi, e hai pianto.

Dio quanto piangete!
Avete una sorgente d'acqua nello stomaco.
Hai pianto mentre camminavi in una strada affollata, alla fermata della metro, sul motorino.
Così, improvvisamente. Non potevi trattenerlo.
E quella notte che hai preso la macchina e hai guidato per ore, perché l'aria buia ti asciugasse le guance?

E poi hai scavato, hai parlato, quanto parlate, ragazze!
Lacrime e parole. Per capire, per tirare fuori una radice lunga sei metri che dia un senso al tuo dolore.
"Perché faccio così? Com'è che ripeto sempre lo stesso schema? Sono forse pazza?"
Se lo sono chiesto tutte.
E allora vai giù con la ruspa dentro alla tua storia, a due, a quattro mani, e saltano fuori migliaia di tasselli. Un puzzle inestricabile.
Ecco, è qui che inizia tutto. Non lo sapevi?
E' da quel grande fegato che ti ci vuole per guardarti così, scomposta in mille coriandoli, che ricomincerai.
Perché una donna ricomincia comunque, ha dentro un istinto che la trascinerà sempre avanti.
Ti servirà una strategia, dovrai inventarti una nuova forma per la tua nuova te.
Perché ti è toccato di conoscerti di nuovo, di presentarti a te stessa.
Non puoi più essere quella di prima. Prima della ruspa.

Non ti entusiasma? Ti avvincerà lentamente.
Innamorarsi di nuovo di se stessi, o farlo per la prima volta, è come un diesel.
Parte piano, bisogna insistere.
Ma quando va, va in corsa.
E' un'avventura, ricostruire se stesse.
La più grande.
Non importa da dove cominci, se dalla casa, dal colore delle tende o dal taglio di capelli.

Vi ho sempre adorato, donne in rinascita, per questo meraviglioso modo di gridare al mondo "sono nuova" con una gonna a fiori o con un fresco ricciolo biondo.
Perché tutti devono capire e vedere: "Attenti: il cantiere è aperto, stiamo lavorando anche per voi. Ma soprattutto per noi stesse".

Più delle albe, più del sole, una donna in rinascita è la più grande meraviglia.
Per chi la incontra e per se stessa.
È la primavera a novembre.
Quando meno te l'aspetti...

C'è una gran confusione.......

...non so dalla parte di chi schierarmi...quando mi trovo a fare i conti coi ragionamenti delle donne.
Fondamentalmente si dividono in due filoni: chi segue l'emozione chi segue la razionalità!
Ultimamente sento sempre di più quelle che seguono l'emozione, le farfalle nello stomaco, l'attrazione e il desiderio e che poi si ritrovano puntualmente con una porta in faccia chiusa pure sbattendo. E poi si lamentano dicendo che gli uomini ragionano con il pisello quando sono loro a farlo per prime!

E allora mi viene da dire hanno ragione le altre.

Chi sceglie con la razionalità si evita tanti bei problemi o quantomeno tante belle lacrime. Queste però non hanno mai toccato le punte di felicità di quelle donne che si sono emozionate e hanno provato sensazioni forti come pugni nello stomaco come quando ti innamori di qualcuno.
Bisogna sempre tener presente però che innamorarsi non vuol dire unicamente desiderio, eccitazione, testa fra le nuvole etc....perchè queste cose passano con l'andare del tempo, è inevitabile.
L'amore è quello che viene dopo....quello che rimane....sapere che al tuo fianco c'è una persona che sarà lì qualunque cosa accada senza spiegazioni semplicemente perché ha scelto te.
Mi ha colpito una frase di un amica l'altra sera....."io voglio una persona che mi porti i fiori anche a 80anni"
E' un'immagine tenerissima e molto vera. Ad oggi non so se questo sia possibile. Non è il periodo storico più adatto alla crescita dei sentimenti.
Tutto è reificazione, siamo trasformati da persone a oggetti e come questi ci consumiamo a vicenda, viviamo cose che ancor prima che inizino sono finite perché già vecchie.
Dovremo continuare così fino a quando? Donne credete davvero che noi possiamo essere come erano gli uomini tempo fa?! Bisogna esserne capaci.
La maggior parte degli uomini ha una capacità che è quella di scindere perfettamente sesso e amore. Il tradimento è un momento di pura fisicità. Una donna invece quando va a letto con una persona ci va con la testa, a meno che non sia ubriaca ovviamente, e crede in un dopo.....con doccia fredda che arriva puntuale alla mattina. Magari ci sono anche donne che questa parte la saltano e allora mi vien da dire buon per loro.....almeno non soffrite e brave siete diventate uomini!.

Credo però che ognuno di noi a quest'età in questo tremendo vortice di consumo abbia desiderato almeno una volta trovare una persona con cui condividere  il cammino. Magari a volte non si è riconosciuto quando è passato quel momento, magari non arriverà mai oppure è passato.....chissà.

Non so mai come consolare le mie amiche e soprattutto me quando questi temi emergono nelle nostre serate.....però sì bisogna schierarsi o da una parte o dall'altra altrimenti si vivrà sempre a metà......e senza felicità. Entrambi i filoni donano occasioni ma lo stare tra l'uno e l'altro non porta a niente.

domenica 14 ottobre 2012

12.12.75 Discorso di Montale al ricevimento del Nobel

Sono qui perché ho scritto poesie: sei volumi, oltre innumerevoli traduzioni e saggi critici. Hanno detto che è una produzione scarsa, forse supponendo che il poeta sia un produttore di mercanzie; le macchine debbono essere impiegate al massimo. Per fortuna la poesia non è una merce [...]
Le arti, tutte le arti visuali, stanno democraticizzandosi nel senso peggiore della parola. L'arte è produzione di oggetti di consumo, da usarsi e da buttarsi via in attesa di un nuovo mondo nel quale l'uomo sia riuscito a liberarsi di tutto, anche della propria coscienza. Ciò vale anche per la musica esclusivamente rumoristica che si ascolta nei luoghi dove milioni di giovani si radunano per esorcizzare l'orrore della solitudine. Ma perché oggi più che mai l'uomo civilizzato è giunto ad avere orrore di se stesso? [...]
Sotto lo sfondo così cupo dell'attuale civiltà del benessere anche le arti tendono a confondersi, a smarrire la loro identità. Le comunicazioni di massa la radio, soprattutto la televisione, hanno tentato non senza successo di annientare ogni possibilità di solitudine e di riflessioni. Il tempo si fà più veloce, opere di pochi anni fa sembrano datate e il bisogno che l'artista ha di farsi ascoltare prima o poi diventa bisogno spasmodico dell'atuale, dell'immediato. Di qui l'arte nuova del nostro tempo che è lo spettacolo [..] C'è una grande sterilità in tutto questo, un immensa sfiducia nella vita. In tale paesaggio di esibizionismo isterico quale può essere il posto della più discreta delle arti, la poesia? La poesia così detta lirica è opera, frutto di solitudine e accumulazione. [...] Non si creda che io abbia un'idea solipsistica della poesia. L'idea di scrivere per i così detti happy few non è mai stata mia. In realtà l'arte è sempre per tutti e per nessuno, ma quel che resta imprevedibile è il suo vero begetter, il suo destinatario. L'arte-spettacolo, l'arte d massa, l'arte che vuole produrre una sorta di massaggio fisico-psichico su un ipotetico fruitore ha dinanzi a sé infinite strade perché la popolazione del mondo è in continuo aumento. Ma il suo limite è il vuoto assoluto [...]
Avevo pensato di dare al mio breve discorso questo titolo: potrà sopravvivere la poesia nell'universo delle comunicazioni di massa ? E' ciò che molti si chiedono ma a ben riflettere la risposta non può che essere affermativa. Se s'intende per poesia la così detta bellettristica (belle lettere: nel senso di produzione letteraria di massa) è chiaro che la produzione mondiale andrà a crescere a dismisura. Se invece ci limitiamo a quella che rifiuta con orrore il termine di produzione, quella che sorge quasi per miracolo e sembra imbalsamare tutta un'epoca e tutta una situazione linguistica e culturale, allora bisogna dire che non c'è morte possibile per la poesia

                                     da E.Montale, Sulla poesia, Mondadori Milano 1976

giovedì 11 ottobre 2012

Sergio Corazzini

Perché tu mi dici poeta? Io non sono poeta. Io non sono che un piccolo fanciullo che piange.

La vostra voce, Elisa Capitani

la voostra voce blog poesia Rai news

Wislawa Szymborska - La fiera dei miracoli

Un miracolo comune:
l'accadere di molti miracoli comuni.

Un miracolo normale:

l'abbaiare di cani invisibili
nel silenzio della notte.
Un miracolo fra tanti:
una piccola nuvola svolazzante,

che riesce a nascondere una grande pesante luna.
Più miracoli in uno:
un lontano riflesso sull'acqua
e che sia girato da destra a sinistra,
e che cresca con la chioma in giù,
e non raggiunga affatto il fondo
benché l'acqua sia poco profonda.
Un miracolo all'ordine del giorno:
venti abbastanza deboli e moderati,
impetuosi durante le tempeste.
Un miracolo alla buona:
le mucche sono mucche.
Un altro non peggiore:
proprio questo frutteto
proprio da questo nocciolo.
Un miracolo senza frac nero e cilindro:
bianchi colombi che si alzano in volo.
Un miracolo – e come chiamarlo altrimenti:
oggi il sole è sorto alle 3,14
e tramonterà alle 20.01
Un miracolo che non stupisce quanto dovrebbe:
la mano ha in verità meno di sei dita,
però più di quattro.
Un miracolo, basta guardarsi intorno:
il mondo onnipresente.
Un miracolo supplementare, come ogni cosa:
l'inimmaginabile
è immaginabile.

Peccato

Corpi nudi sudati
stuprano fragorosamente questa notte
avidamente si consumano
in una danza carnale
ululando alla luna la loro solitudine

come esseri primitivi
lasciati liberi di essere solo umani.

La pelle bianca rischiarata dalla luna
i vigneti tenebrosi attorno
custodiscono il peccaminoso gesto
invidiosi gli acini arrossiscono
così è l'uomo
cosi è l'animale
carne e istinto

Creep - Radiohead



Creep

When you were here before
Couldn't look you in the eye
You're just like an angel
Your skin makes me cry
You float like a feather
In a beautiful world
And I wish I was special
You're so fuckin' special

But I'm a creep, I'm a weirdo.
What the hell am I doing here?
I don't belong here.

I don't care if it hurts
I want to have control
I want a perfect body
I want a perfect soul
I want you to notice
When I'm not around
You're so fuckin' special
I wish I was special

But I'm a creep, I'm a weirdo.
What the hell am I doing here?
I don't belong here.

She's running out again,
She's running out
She's run run run running out...

Whatever makes you happy
Whatever you want
You're so fuckin' special
I wish I was special...

But I'm a creep, I'm a weirdo,
What the hell am I doing here?
I don't belong here.
I don't belong here. 



Sgradevole

Quando tu eri qui prima
non riuscivo a guardarti negli occhi
tu sei proprio come un angelo
la tua pelle mi fa piangere
tu fluttui come una piuma
in un mondo meraviglioso
Io avrei voluto essere speciale
tu sei così maledettamente speciale

ma sono una persona sgradevole,
sono uno strano
cosa diavolo sto facendo qui?
io non appartengo a questo posto

non importa se ferisce
io voglio avere il controllo
voglio un corpo perfetto
voglio un'anima perfetta
voglio che tu noti
quando non sono in giro
tu sei così maledettamente speciale
Io avrei voluto essere speciale

ma sono una persona sgradevole,
sono uno strano
cosa diavolo sto facendo qui?
io non appartengo a questo posto

lei corre fuori dalla porta
lei sta correndo
lei corre...

Qualunque cosa ti renda felice
tutto ciò che vuoi
tu sei così maledettamente speciale
Io avrei voluto essere speciale

ma sono una persona sgradevole,
sono uno strano
cosa diavolo sto facendo qui?
io non appartengo a questo post

martedì 9 ottobre 2012

Aspettare

Aspettare un emozione è come attendere un treno che non arriverà mai. L'emozione è inattesa: non si siede in sala d'aspetto....entra spalancando la porta e non puoi fare altro che accoglierla.

Aspettarsi qualcosa ti renderà sempre triste perchè qualunque cosa accada anche la più futile ti apparirà come un incrocio astrale sbagliato contrario a te.

Vivi come fossi il foglio bianco di un poeta .... l'inchiostro si posa da se quando è il momento!


lunedì 8 ottobre 2012

Una foto...

Voi due. Mi siete rimasti in mente. Camminando ho scorto la vostra foto. La vostra fra centinaia. Era in bianco e nero ma calda e brillante come il più bello dei colori. Mentre tutto intorno è nero. Quel sorriso quasi uno schiaffo in faccia se mi guardo intorno. Erano tempi antichi quelli dei foulard neri in testa, delle gonne appena sopra al ginocchio..sempre abiti scuri quasi come se i coloranti per gli abiti non esistessero ma anche perchè il colore era segno di frivolezza...apparteneva a quelle donnacce lì. Quelle che oggi il mondo ne è pieno. Erano i tempi della severità del tenere fede a un patto....per la vita. Si riusciva a guardare la razionalità anche in amore. Si sceglieva chi era meglio badando poco all'amore per i meno fortunati. Poi capitava che quelle coppie rimanessero insieme per sempre. Forse imparavano ad amarsi giorno dopo giorno. Non c'era tempo per gli sbandamenti. Si teneva una linea unica e indissolubile: la famiglia. E i giorni migliori erano quelli in cui si stava insieme. La domenica. Dopo la messa tutti a casa. Un ricco pasto seguito dal tutti intorno al tavolo a raccontare e ricordare. Questa era la felicità. Poche cose ma vissute. Il giorno in cui faceste questa foto per me era un giorno così. Vi voglio immaginare in una domenica d'autunno mentre lei girava la polenta e venendo via dalla stufa tu, uomo le fai lo sgambetto e mentre lei inciampa la prendi fra le braccia e le sussurri "signorina cerchi di stare attenta ci sono certi malintensionati che usano ogni trucco per far cadere fanciulle fra le proprie braccia". Ora vedo questa foto che di sicuro i vostri figli avranno scelto fra tante perchè sembra voglia dire: "Sorrido a te morte, noi siamo oltre, felici ed insieme, contenti di come abbiamo vissuto e di cosa abbiamo creato. Grazie vita" Mentre scende una lacrima, forse di felicità a pensarvi insieme, mi incammino lungo la strada di questo cimitero.


giovedì 4 ottobre 2012

Se vuoi volare alto con le aquile




smettila di razzolare con i tacchini.


Circondati di persone positive e stimolanti.

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