giovedì 30 giugno 2016

mercoledì 29 giugno 2016

Crescendo


Osserva la vita
conoscila e amala,
non avere paura.

Cerca la passione
vivi i momenti
fai esperienze.

Crescendo
il mondo perderà di mistero
allora capirai la fortuna di ricercare la magia dell'entusiasmo
nella tua passione.
.

martedì 28 giugno 2016

NEGATIVO

VORTICE DI PENSIERI
SGOMITANO NELLA CAMERA OSCURA DEL CERVELLO
CERCANDO LUCE CHE DIA LORO LA VITA

SI AMMASSANO DENSI
PRENDENDO CORPO
SUL CONFINE DELLA REALTÀ

DIFENDERANNO IL LORO DIRITTO ALLA VITA
PREVALENDO SUL CAOS

IO SOLO SCHIAVA CONTENITRICE

lunedì 27 giugno 2016

#otherlife

Se avessimo un'altra vita sarebbe giustificato il tempo che perdiamo nel fare le nostre scelte, perché se solo ragionassimo un attimo su quanto tempo ci è concesso ci sbrigheremmo molto prima.

Se avessimo un'altra vita potremmo permetterci di vivere con spensieratezza e superficialità,  senza pensare troppo alle conseguenze dei nostri gesti.

Se avessimo un'altra vita potremmo vivere senza l'angoscia della consapevolezza della morte perché avremmo un altra occasione da sfruttare.

Se avessimo un'altra vita potremmo vivere senza dover mettere la bandierina della conquista ad ogni passo importante della nostra vita.

Ma un'altra vita non l'abbiamo: è tutto qui, ora. Un solo passaggio, una sola chance in cui discriminare quali sono le cose importanti per cui vale la pena di essere esistiti.



venerdì 24 giugno 2016

ispirato a L'animale morente - Philip Roth

Crolla la tua bellezza
antica divinità statuaria.

La forza del tuo corpo generoso e fertile
cede il passo al fiume del destino
che vìola il tuo tempio.

Mi chiedi di amarti
ma io già lo faccio.

Mi chiedi di prendermi cura di te
ma io già lo faccio.

Non chiedermi di dimenticarti
mai potrò cancellare ciò che abbiamo vissuto
così intimo e istintivo
che il mondo mai potrà eguagliarne la bellezza.

Nemmeno il dolore spazzerà via ciò che siamo stati, ora sei qui.



venerdì 17 giugno 2016

Cambiamenti e contesti

Avete mai pensato che il nostro modo di agire, il nostro pensiero, il nostro essere siano enormemente influenzati dall'ambiente che frequentiamo? Faccio un esempio: una persona estremamente sensibile, umile ed attenta ai dettagli, amante dell'arte e della musica si ritrova a vivere in un ambiente che non le è per nulla affine, dominato dai soldi, dal lavoro ad ogni costo, dal pettegolezzo. Il suo essere differente diventa motivo di discriminazione ed allora gli scenari possibili diventano due: uno comporta l'isolamento e la fermezza nel considerarsi "nel giusto" eludendo ogni critica ma rimanendo emarginato dalla massa; due adeguando se stessa al contesto per arrivare ad essere considerata normale. Questo però genererà una lotta interiore tra l'essere e l'apparire che comporterà manifestazioni di malessere anche fisici, ai quali difficilmente si porrà rimedio correttamente, ricorrendo prima ai medicinali piuttosto che ad un'attenta analisi delle motivazioni reali del malessere. Il corpo si ribellera' per far rinvenire il cervello e spingerlo a curarsi nel modo adeguato. Solo allora inizierà faticosa analisi della propria esistenza. Questa analisi conseguira' delle azioni volte a migliorare la propria condizione e il più delle volte comporterà scelte radicali che andranno a modificare il contesto, le persone, gli ambienti. La scelta che si porrà davanti comprenderà una grande dose di coraggio e sopratutto di amore verso se stessi. Sarà dura ma sarà l'unica scelta possibile! 

giovedì 16 giugno 2016

#unsenso

Ho letto che la felicità non lascia il segno ed è per questo che ce ne scordiamo in fretta. La ritroviamo solo quando ci viene tolta e solo allora cerchiamo di sentire qual'era la sensazione che ci dava. Ebbene ogni volta che ci sentiamo appagati e che non abbiamo bisogno di null'altro per esistere amiamo quel momento, assaporiamolo e facciamolo nostro, consapevoli che in un soffio tutto questo potrebbe essere spazzato via perché questa è la vita, ma allora sapremo che abbiamo vissuto e che ne è valsa la pena.

mercoledì 15 giugno 2016

Vivete come se aveste il tempo contato

La prossima volta che dovete affrontare un momento difficile immaginate di avere solo sei mesi di vita e poi vivete come se doveste morire. Chiedetevi come potete uscire dalla situazione in cui vi trovate e rimarrete sorpresi dalla vostra risposta.

tratto da La casa in cima all'albero

Tommy Naylor tratto da La casa in cima all'albero - Holly Kennedy



martedì 14 giugno 2016

#citazioni #Mann

La morte di un uomo è più un problema per chi gli sopravvive, che non per se stesso.

Thomas Mann

#DioMadreNatura

La natura è l'unico tempio e l'unico Dio. Ci accoglie silenziosa e amorevole come una madre. La sua bellezza abita nel nostro cuore. Sta a noi riscoprirla ogni giorno e restituirle quell'amore disinteressato che solo una madre sa dare.

lunedì 13 giugno 2016

#Gaber

Milano, giugno 2016

Ciao Giorgio! Vorrei tanto vivere l’illusione di poterti parlare almeno una volta ma in questa vita è proprio impossibile. Sono venuta a trovarti al Monumentale qualche tempo fa, sai? Ho fatto molta fatica per trovare dove riposi; l’ho girato quasi tutto prima di vederti. Ero felice quando ho visto che eri in buona compagnia vicino ad Alda, Enzo e Franca e ho pensato alle discussioni che farete lassù.
Ci manchi molto quaggiù! Il tuo modo di narrare la vita era unico: dai racconti spassosi sulla famiglia, alle riflessioni sul genere umano, all'ironia che sapeva sottolineare lo svilimento dell’uomo, ma soprattutto il modo che avevi di comunicare l’emozione e la poesia.
Ora anche io vivo qui a Milano e grazie a te l’ho sentita più familiare: sai io vengo dalla campagna e un po’ la pensavo come Celentano quando cantava “solo case su case, catrame e cemento”. La città mi spaventava devo dirti, ma ora che ci sono ci trovo anche tanta umanità.
Pensa che Sergio, mio suocero, che aveva con te un amico in comune, mi ha detto che una sera a Milano hai cantato Non arrossire per lui e sua moglie. Da allora complice i miei suoceri che sono una bellissima coppia e l’immagine che grazie a quella canzone ho negli occhi, ascolto quella canzone e piango sempre. La purezza del sentimento, la semplicità di amare, l’imbarazzo delle effusioni c’è tutto in quella canzone. Che bomba che eri!
Hai saputo leggere il contemporaneo, la massa, le cose che stavano cambiando, l’uomo. Ci hai fornito la possibilità di riflettere sulle cose, cercando di aprirci gli occhi ma caro Giorgio nonostante fossero in tanti ad ascoltarti, sono di più quelli che delle emozioni, degli ideali, dell’essere umani non gli frega proprio un bel niente.
Non so cosa penseresti ora di questo mondo: non è cambiato molto da quando eri con noi, anzi se si può è peggiorato. Vorrei sapere se avresti ancora voglia di parlarci, di aiutarci ad uscire da questo sonno, di regalarci la speranza.  So che tu non volevi essere titolato profeta o peggio ancora un risolutore, perché in realtà non avevi nessuna risposta.
Chissà sarà una prerogativa degli italiani l’assistenzialismo, il pensare che ci sia qualcuno che bada a noi e ci dà la via?
Forse per questo oggi non ci sono vie da seguire: nessuno sa più quali sono le cose importanti, i valori. Le persone viaggiano confuse nella vita, bombardante solo da messaggi consumistici, perle di odio razziale e immagini propinate alla tv relativi ad ogni tipo di povertà umana.
Quelli che sono alla guida sono forse più biechi e ignoranti di quelli che stanno sotto ed è anche per questo Giorgio che ho tanta paura. Purtroppo non nutro nessuna fiducia che possa migliorare qualcosa.
Come dicevi nella tua canzone “Si può” oggi tutto dura il tempo di un secondo: “Per ogni assillo, rovello sociale, sembra che la gente goda tutti che dicono la loro, facciamo un bel coro di opinioni fino a quando il fatto non è più di moda” e il giorno dopo?! Non si ricorda più nemmeno il motivo per cui tanto ci si scalda. E questa è stata un’arma potentissima che ha contribuito a distruggere ogni tipo di emozione.
Di questi tempi ogni giorno si susseguono tragedie di proporzioni enormi che spaziano dalla libertà di espressione alla libertà di essere: ci se ne preoccupa il giorno stesso, la politica provvede a metterci una pezza e domani non è più importante.
Giorgio vorrei che nelle scuole insegnassero ciò che tu e Luporini scrivevate perché è dannatamente attuale e può aiutare le nuove generazioni a uscire dall'intorpidimento cerebrale che chissà quale diavolo ha promosso e che l’uomo è riuscito per bene a fare suo. Vorrei che le nuove generazioni facessero crescere persone come te, anche se dubito che saranno capaci di farli emergere se il mondo continua in questa direzione.
In realtà Giorgio ti volevo solo dire grazie, per tutto quello che hai fatto e per il patrimonio che ci hai lasciato. Ci sono persone in gamba che stanno continuando a portare avanti le tue opere, prima tra tutti tua figlia, e li ringrazio traghetteranno negli anni questo bagaglio immenso che ci hai donato.


http://www.giorgiogaber.it/







#Odio


La tristezza che ieri, alle immagini di Orlando. ha percorso il mio cuore è devastante. A margine di ogni polemica o strumentalizzazione, a partire dalla nazionalità dell'attentatore e la sua riconducibilità all'Isis piuttosto che l'accesso alle armi del popolo americano, la cosa che ha vinto sul genere umano è l'odio. 
E' inimmaginabile il pensiero che un cervello umano sia accecato dall'odio verso un suo simile. 
I politici che anche qua in Italia, cavalcano ad esempio le differenze razziali non capiscono il danno immenso che stanno facendo sulla popolazione?! La storia non ci ha insegnato nulla?! A cosa ci ha portato l'odio?!
Possiamo pensare che siano casi isolati ma non è così. Invece che intervenire sul caso spot e ripiegare su pubblicità progresso occorre fare un operazione di ri-educazione dell'uomo e non solo con l'istruzione ma anche dando l'esempio che sulla massa vuol dire che occorre, con atti politici veri e lungimiranti, avvicinare gli essere umani. 

lunedì 6 giugno 2016

sabato 4 giugno 2016

Anteprima video #Hazan #SullaPelle

“Sulla Pelle” è il primo singolo estratto dall’EP Kaiserpanorama, esordio dei milanesi Hazan in uscita ad Ottobre 2016 per Habanero Factory​.

http://www.rockambula.com/hazan-sulla-pelle-anteprima-video/

#Piemonte

Barbaresco

Dolci colline
animate dalla natura dominata dall'uomo
ordinata, fedele e generosa.

L'equilibrio tra uomo e natura
difficile raggiungerlo
possibile perseguirlo.

Piemonte magica terra che ricordi l'origine del tutto.

mercoledì 1 giugno 2016

Chiamati prendere coscienza

Oggi ci svegliamo con questo articolo e con queste immagini a richiamarci alla mente ciò che stiamo facendo alla natura. Vegetariani e carnivori si scontrano su tutte le bacheche ma è chiaro che qui c'è un problema che va aldilà delle polemiche sterili. Occorre fare una riflessione approfondita su come siamo arrivati a questo e cosa intendiamo fare ora: l'allevamento intensivo è la macchina che fornisce milioni di chili di carne all'uomo. Ovviamente questo non sarebbe stato per nulla necessario ma è successo, complice il consumo sfrenato e il benessere, la carne è entrata nel paniere giornaliero delle famiglie e non è più vista come una cosa speciale della domenica ma c'è tutti i giorni e pian piano ha perso di valore come hanno perso di valore le vite degli animali .
Sopra a tutto c'è il denaro e l'arroganza dell'uomo che pensa di poter disporre di tutto a suo piacimento e senza pagare mai nessun conto. 
Il vegetarianismo/veganesimo sono le uniche proteste che si possono applicare affinchè diminuisca la domanda e di conseguenza l'offerta. 
Ma questo perchè alla base abbiamo perso ogni tipo di etica che è fondamentale!
Esempio che non è paragonabile in alcun modo, ma se domani si stabilisse di mangiare solo vegetali sarebbe anch'esso uno squilibrio perchè i tre quattro potenti che ora producono carne, si metterebbero a produrre verdura/frutta/cereali, impoverirebbero il terreno, deturperebbero la terra e sicuramente ne avremmo per contro malattie, carestia, desertificazione senza contare che ci sarebbero moltissimi animali in giro, anche'essi da nutrire ma che si mangerebbero anche fra di loro. 
L'equilibrio è una cosa importante e l'etica dovrebbe andarci a braccetto: quando sento un carnivoro che dice "l'uomo ha sempre mangiato carne" egli vorrebbe dire che da sempre gli animali sono stati uccisi per la carne ma antropologicamente l'atto era demandato alla caccia che avveniva con mani e attrezzi ricavati dalla pietra. 
L'uccisione dell'animale era una festa ma anche una cerimonia di rispetto per l'animale che donava la sua vita all'uomo. Tutto questo oggi dov'è? 
Certo è che abbiamo moltiplicato in modo esponenziale la popolazione e ogni essere umano ha voluto stare bene e comprare al supermercato, di conseguenza abbiamo fatto sì che qualcuno fornisse servizio e ci speculasse sopra. Il problema è che il prodotto servito è una vita, con un cuore. 

Io non sono vegetariana ancora, anche se ogni giorno cerco di ridurre di un gradino il mio consumo,e non so ancora se ce la farò. Queste immagini sono strazianti ma secondo me opportune per fare prendere coscienza delle cose. 
Nella mia famiglia, vivendo in campagna, sono stata abituata sin da piccola  al concetto di morte dell'animale e anche alla visione della scena della morte. Ho sviluppato una grande sensibilità verso gli animali ma questo non mi ha impedito di mangiare carne, ho solo confinato il consumo  a determinate tipologie. 
Ora vivo in una grande città e non ho più la possibilità, un pò per i soldi un pò per il fatto che ce ne sono pochissimi, di andare dal macellaio che ha l'allevamento in cascina. 

Ora più che mai è necessario fare una scelta e portarla avanti perchè se no è inutile parlare se non si fanno i fatti. Ogni contributo a questa causa sarà d'aiuto a ristabilire un equilibrio, che dovremo essere capaci di mantenere. 

#Nineteens

Spesso mi chiedo se noi che siamo vissuti ne gli anni 90, siamo dei nostalgici esattamente come quei vecchi che tanto critichiamo, che ascoltano unicamente le canzoni dei tempi che furono e rifuggono ogni novità. Non so se fa parte del comfort di avere dei punti di riferimento con la conseguente difficoltà di staccarsi da questi, ma sta di fatto che spesso ci si accoccola nei vecchi pezzi che tanto ci hanno insegnato e che ci hanno accompagnato nel periodo più turbolento della nostra vita: l’adolescenza.
A nostra difesa però posso dire che siamo cresciuti in un periodo di svolta. Come quelli che attraversarono il punk, noi abbiamo conosciuto il grunge: la disillusione del patinato e ricco mondo degli anni 80 per approdare ad una realtà nuova fatta di sogni infranti, di domande esistenziali, di disagio e inadattabilità ad un mondo preconfezionato che ci era stato venduto come l’unico; tutto questo  fu tradotto in musica, in un movimento nuovo e arrabbiato che spazzava via il buonismo e la plastica realtà di allora.
Prima di quei periodi non c’era nulla di così, per cui abbiamo vissuto la novità. A differenza di quei vecchi di cui parlavo, avendo vissuto un cambiamento siamo anche naturalmente attratti da cose nuove. Non ascolteremo mai solo la nostra musica perché ci siamo educati all'ascolto e alla scoperta. Certo è che se il nuovo non sarà all'altezza verrà immediatamente scartato!

Come la musica anche altre novità sono state parte della nostra vita: una fra tutti internet.

Non siamo nati con lui ma abbiamo dovuto comprenderne l’importanza imparando ad utilizzarlo come strumento.
Sono contenta di utilizzarlo diversamente dagli attuali cinquantenni ma anche dai ventenni: i primi utilizzano Internet, forse possiamo parlare più di Facebook, in modo compulsivo e senza cognizione.
Li vedi postare auguri di buonanotte piuttosto che stupide immagini di abbracci o peggio ancora rivendicazioni politiche o sociali predigerite. Internet non lo utilizzano con familiarità e difficilmente vi cercano risposte per le quali demandano ancora all'oracolo televisivo.
I ventenni invece, nati quando internet c’era già, complici i genitori impazziti con questo strumento pendono dalle labbra della tecnologia per ogni cosa senza avere più il peso della realtà. Ogni tipo di software è visto come una scorciatoia per raggiungere un risultato senza preoccuparsi minimamente di cosa ci sta dietro. In questo modo si acquista scaltrezza, velocità ma si perde l’intelligenza.
Noi siamo stati i traghettatori che hanno approdato a questo cambiamento e forse coloro che hanno ancora tutti i mezzi per sapere.
Probabilmente come dicevo prima, ognuno parlerà sempre della propria epoca come la migliore e le altre come carenti di qualcosa.
Spero di non fare mai lo stesso errore con un figlio: la paura più grande è di non essere in grado di attraversare il cambiamento ed apparire ai suoi occhi come qualcosa di vecchio e sterile.
Certo è che vorrò trasmettergli la mia esperienza e ciò che ho vissuto ma voglio essere capace anche di ascoltarlo, capire il periodo che vive lui senza giudicare.

Listen!!!




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