mercoledì 1 giugno 2016

#Nineteens

Spesso mi chiedo se noi che siamo vissuti ne gli anni 90, siamo dei nostalgici esattamente come quei vecchi che tanto critichiamo, che ascoltano unicamente le canzoni dei tempi che furono e rifuggono ogni novità. Non so se fa parte del comfort di avere dei punti di riferimento con la conseguente difficoltà di staccarsi da questi, ma sta di fatto che spesso ci si accoccola nei vecchi pezzi che tanto ci hanno insegnato e che ci hanno accompagnato nel periodo più turbolento della nostra vita: l’adolescenza.
A nostra difesa però posso dire che siamo cresciuti in un periodo di svolta. Come quelli che attraversarono il punk, noi abbiamo conosciuto il grunge: la disillusione del patinato e ricco mondo degli anni 80 per approdare ad una realtà nuova fatta di sogni infranti, di domande esistenziali, di disagio e inadattabilità ad un mondo preconfezionato che ci era stato venduto come l’unico; tutto questo  fu tradotto in musica, in un movimento nuovo e arrabbiato che spazzava via il buonismo e la plastica realtà di allora.
Prima di quei periodi non c’era nulla di così, per cui abbiamo vissuto la novità. A differenza di quei vecchi di cui parlavo, avendo vissuto un cambiamento siamo anche naturalmente attratti da cose nuove. Non ascolteremo mai solo la nostra musica perché ci siamo educati all'ascolto e alla scoperta. Certo è che se il nuovo non sarà all'altezza verrà immediatamente scartato!

Come la musica anche altre novità sono state parte della nostra vita: una fra tutti internet.

Non siamo nati con lui ma abbiamo dovuto comprenderne l’importanza imparando ad utilizzarlo come strumento.
Sono contenta di utilizzarlo diversamente dagli attuali cinquantenni ma anche dai ventenni: i primi utilizzano Internet, forse possiamo parlare più di Facebook, in modo compulsivo e senza cognizione.
Li vedi postare auguri di buonanotte piuttosto che stupide immagini di abbracci o peggio ancora rivendicazioni politiche o sociali predigerite. Internet non lo utilizzano con familiarità e difficilmente vi cercano risposte per le quali demandano ancora all'oracolo televisivo.
I ventenni invece, nati quando internet c’era già, complici i genitori impazziti con questo strumento pendono dalle labbra della tecnologia per ogni cosa senza avere più il peso della realtà. Ogni tipo di software è visto come una scorciatoia per raggiungere un risultato senza preoccuparsi minimamente di cosa ci sta dietro. In questo modo si acquista scaltrezza, velocità ma si perde l’intelligenza.
Noi siamo stati i traghettatori che hanno approdato a questo cambiamento e forse coloro che hanno ancora tutti i mezzi per sapere.
Probabilmente come dicevo prima, ognuno parlerà sempre della propria epoca come la migliore e le altre come carenti di qualcosa.
Spero di non fare mai lo stesso errore con un figlio: la paura più grande è di non essere in grado di attraversare il cambiamento ed apparire ai suoi occhi come qualcosa di vecchio e sterile.
Certo è che vorrò trasmettergli la mia esperienza e ciò che ho vissuto ma voglio essere capace anche di ascoltarlo, capire il periodo che vive lui senza giudicare.

Listen!!!




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