domenica 11 dicembre 2022

diversità

 Siamo tanti: tutti diversi per colore, forma, suoni, modi. Non possediamo nulla su questa terra ricordatelo! Abbiamo solo un'anima che non è poco, il dono più grande che potessimo non scegliere! Siamo tanti e siamo qui: camminiamo sullo stesso terreno, dormiamo sotto lo stesso cielo. Ci rende diversi solo la nostra anima che possiamo riempire di tanta bellezza e spenderci per donarla al mondo. 



domenica 20 novembre 2022

Saman

Penso alla giornata mondiale della violenza sulle donne e penso a Saman, ad una ragazza che ha detto no ad un destino già scelto, un ragazza che ha dovuto avere paura di chi l'ha messa al mondo e cresciuta. Nemmeno hanno avuto la dignità di dire cosa avevano fatto ma anzi hanno nascosto il corpo e omesso ogni particolare. 

L'esser umano che sente di possedere il dono della vita e di poterne disporre a piacimento.  

Una ragazza di 18 anni che ancora aveva un futuro tutto da vivere, un amore da coltivare ostacolato dalla famiglia che aveva già fatto un patto per chissà quali interessi. Non riesco pensare alla sua sofferenza, al momento in cui è stata circondata dai suoi carnefici, consapevole e terrorizzata senza che nemmeno la madre che l'aveva partorita si interponesse a questa barbarie. 

Umiliante per tutto il genere umano e terribile che tutto possa avere origine da pratiche antiche come i matrimoni combinati di bambine.

Se dare un volto a questa tristezza può aiutare, eccola qui in tutta la sua innocente giovinezza. 

Saman




lunedì 14 novembre 2022

Leggimi

 Chiamami con il mio nome 

fammi sentire unica 

in questa moltitudine.

Segui le linee del mio cuore 

leggerai l'amore che provo 

ne subirai l'impeto.

Io, trama da esplorare.








domenica 13 novembre 2022

La mia preferita

Scrisse Einstein "Ogni cosa che puoi immaginare, la natura l’ha già creata".


Sono nata in mezzo al verde dei campi e ai canti degli uccelli, per compagni di giochi ho avuto spesso animali, alcuni luoghi sono stati i miei più grandi ascoltatori in momenti difficili: la natura è per me l'unico tempio e l'unico Dio.
Ho scritto questa poesia d'estate seduta di fronte allo spettacolo della notte, quando la brezza si fa fresca e la tenue luce della luna colora d'avorio tutt'attorno. 
Una quiete apparente mentre dentro, i pensieri si annidano rumorosi, chiedendo di essere ascoltati.
Un solo oratore nessun giudizio, ma un unico desiderio: sentirsi accolti in luogo dove tutto è pace.
La poesia si intitola :


Preghiera


Notte,

effimera bellezza

come un rifugio ti vivo.

Proteggi le anime perdute, i loro segreti

incoraggi gli istinti, onori la verità.

Di fronte a te non esiste menzogna

a te si può confessare tutto.

Rimani ad ascoltare il mio dolce lamento

tienimi per mano

fammi sentire a casa.

sabato 12 novembre 2022

....quante come Serena



Siamo state amate e odiate,
adorate e rinnegate,
baciate e uccise,
solo perché donne.

(Alda Merini)



Si sposarono quando lei era incinta del loro primo figlio. Stavano insieme dall’età di venticinque anni.

Matteo, più giovane di qualche anno. Una famiglia sgangherata alle spalle: un padre padrone, una madre a casa equiparata a cameriera, lui era uno indipendente amante dell'arte di cavarsela da solo sempre, una persona semplice e pragmatica.

Serena ultima di tre figli, viziata e inconcludente dal punto di vista scolastico e lavorativo, amava la vita facile, poco incline all'ascolto dei consigli sia dei genitori sia dei fratelli.

Si erano conosciuti in una discoteca e da allora era iniziata la loro storia. Matteo si trasferì presto da lei perché viveva lontano ed i genitori dovettero mettersi l'anima in pace ed ospitarlo, di fronte alla richiesta imperativa della figlia.

Aveva un'impresa e già qualche tempo prima del matrimonio, rassicurava Serena sul loro futuro, dicendo che avrebbe pensato a tutto lui e che sarebbe stato bello se avesse scelto di stare a casa con i figli. Per Serena questo era un segno di grande amore e dedizione alla famiglia. Quando si trovava con la sorella spesso parlavano dell'argomento ma lei l'aveva sempre messa in guardia da questo tipo di atteggiamento dicendole che avrebbe potuto sfociare in un controllo assoluto della sua vita. Le diceva di avere un reddito suo per non dover dipendere da nessuno, amici suoi con cui uscire. Serena il più delle volte la ignorava e anzi tendeva ad arrabbiarsi impedendole di intromettersi nella sua vita, dicendole che era solo gelosa della sua bellissima storia d'amore.

Il tempo passava, i due ragazzi decisero di mettere su casa e la famiglia di Serena, come da tempo aveva deciso, le fece dono di uno stabile da ristrutturare che col tempo e la fatica resero abitabile prima del matrimonio. Arrivarono le nozze e immediatamente dopo, la nascita del figlio. Il piccolo cresceva e dopo qualche tempo ne arrivò un altro.

Con il tempo Matteo si era dimostrato un padre poco presente, tanto impegnato ad occuparsi del sostentamento della famiglia senza capire che la famiglia aveva bisogno di lui. Amore, gioco, complicità: queste cose erano a lui sconosciute.

Serena dedita alla vita dei piccoli, avrebbe voluto chiedergli una mano ma lui rincasava sempre distrutto, a malapena salutava e lei non se la sentiva di fargli carico di ulteriori fatiche.

Il peso delle fatiche contribuiva ad aumentare nervosismo e stanchezza in entrambi: una sera a cena, i piccoli erano più rumorosi del solito. Serena aveva bisogno di chiedere alcuni soldi per la settimana.

Matteo reagì malissimo iniziando ad urlare: "non riesci proprio a fare niente, ti ho dato cento euro settimana scorsa, li hai già finiti?!"

Serena rimase impietrita "ma ho fatto spesa e pagato i libri del piccolo, non ricordi?"

"Ma sì sì, come ti pare" e alzandosi, lanciò cinquanta euro sul tavolo.

"Se vuoi mi cerco un lavoro, non voglio che ti accolli tutto il peso economico della famiglia"

Matteo la guardò con aria di supponenza "Cosa vuoi fare tu? non sei neanche buona di gestire la famiglia cosa vuoi cercare. Sarà meglio che ti occupi dei tuoi figli" e uscì sbattendo la porta.

Ogni occasione era buona per umiliarla, frasi del tipo non sai crescere i figli, guardati sembri una poveretta, la cena fa schifo si susseguivano di giorno in giorno. Per non parlare di quando lei si offriva di aiutarlo sul lavoro: le urla si sentivano dalla strada, secondo lui era sempre tutto sbagliato.

Serena iniziava a pensare di essere un'incapace e quando era troppo piena e stava per scoppiare, si sfogava con i bambini urlando non appena qualcosa non andava come voleva. Pensava di essere brutta e poco attraente. Pensava di essere una madre pessima. Le persone che le gravitavano attorno cercavano di farle aprire gli occhi dicendole che stava perdendo il sorriso, che era sempre cupa, arrabbiata, tesa.

Serena rispondeva che non era vero, che era solo un periodo e che se questa era la mano che potevano darle, sapeva fare anche sola.

Con il tempo gli amici le telefonavano sempre meno, le visite si contavano sulle dita di una mano.

Durante la settimana il copione era sempre il medesimo ma quando arrivava il venerdì, Serena pensava che Matteo avrebbe voluto stare con la sua famiglia. Al contrario Matteo rincasava e dopo aver cenato, si preparava ed usciva rientrando spesso in tarda nottata.

Lei lo giustificava sempre, pensando che fosse necessario, ad una persona con i suoi ritmi, avere un momento di svago.

Il sabato era in giro per lavoro e la domenica a casa a sistemare gli affari.

Le vacanze non erano mai un occasione per stare insieme: non potevano pianificarle perché lui voleva sempre essere disponibile al lavoro e quindi per non sentirsi rinfacciare mancanze, gli costruì "il castello delle fiabe" direttamente in giardino: una piscina, un giardino sempre verde, giochi gonfiabili. Tutto quello che era possibile per evitare che Serena volesse andare da qualche parte. Sembrava che non dovessero mai uscire di lì. Gli amici iniziarono a vedere questa cosa: ogni volta che gli proponevano qualcosa loro declinavano l'invito rilanciando con un perché non venite da noi?. Una volta poteva andare, due anche ma poi le persone trovavano mille scuse per non andare.

La loro intimità era quasi inesistente: Serena cercava sempre di creare nuovi presupposti ma lui si giustificava dicendo che era stanco o che doveva smetterla di fingere. Le poche volte che cedeva alle avance proponeva un sesso gretto, volgare senza dolcezza. Non c'era interesse, né amore, né passione.

Il tempo passava, i figli crescevano. Sempre più nervosi, urlatori folli, qualche problema di apprendimento e qualche difficoltà di carattere affettivo. Ogni volta che la madre litigava con loro o che era esausta dopo un rimprovero diceva loro che se ne sarebbe andata per sempre. Loro sentivano questo è lo interiorizzavano. Era inspiegabile: prima parole di fuoco, urla e mani volanti e subito dopo appiccicati alla madre per paura di perderla.

Lei aveva i nervi a fior di pelle, i pranzi e le cene avevano sempre lo stesso copione: poche parole, occhiate più o meno scure, rimproveri sul tipo di cena che un bambino o l’altro non mangiavano. Serena, non appena il marito si alzava da tavola, si versava un bicchiere di vino e se lo beveva in un sorso e dopo avergli portato il caffè sul divano tornava in cucina e si beveva un amaro. Era l'unico modo per sentirsi leggera, per poter fantasticare su una vita diversa. Si sentiva in trappola, annientata senza dignità. Aveva pensato di trovarsi un lavoro che la portasse fuori di casa almeno qualche ora, ma lui si era prepotentemente scagliato contro questa sua decisione. Lei era sua proprietà e faceva ciò che lui diceva.

Una mattina si alzò, preparò la colazione e portò  i figli a scuola, quando rientrò a casa si sentì venire meno le forze e crollò a terra.

Si svegliò qualche ora dopo intontita e con un bollo rosso sulla fronte per la botta presa. Andò in bagno e si guardò il viso, "adesso che gli dico" pensò.

La giornata giunse al termine e arrivò ora di cena, quando Matteo arrivò a casa la guardò in viso e le chiese cosa avesse fatto, lei rispose che aveva sbattuto contro il mobile. Lui le disse che era talmente goffa che non riusciva nemmeno a muoversi senza farsi del male. Lei presa da un impeto di rabbia uscì dalla stanza sbattendo la porta. Lui si alzò per seguirla e disse ai ragazzi di rimanere seduti e chiuse la porta. La raggiunse in bagno e la prese per un polso. Dicendole che non si doveva permettere mai più di fare un gesto così davanti ai suoi figli.

Perché se no che mi fai disse Serena con gesto di sfida.

Non mi provocare.

Che fai dai, voglio vedere.

Lui non se lo fece ripetere due volte e le scagliò uno schiaffo che la tramortì e la fece cadere a terra priva di sensi. Immediatamente Matteo le disse di alzarsi e di smetterla di fare la scena ma Serena non riprendeva conoscenza. Si alzò girandosi verso la porta. I ragazzi erano lì che guardavano la scena allibiti.

Cosa fate lì impalati, datemi il telefono.

Chiamò l'ambulanza e disse loro che la moglie si era sentita male ed era priva di coscienza. Quando arrivarono la presero e la portarono giù in barella, andarono di corsa all’ospedale. La diagnosi era di esaurimento nervoso oltre ad alcune contusioni prese ovviamente dalla caduta. Doveva rimanere in ospedale per un po' di tempo.

Appariva denutrita, fegato in affaticamento, una forte crisi nervosa. Quando si svegliò, accanto a Serena c'era la madre che piangendo le domandava cosa fosse davvero successo. Serena piangeva ma non riusciva a parlare. Arrivarono i bambini con il padre, salirono sul letto per abbracciarla. Lei aveva lo sguardo fisso in alto e quando entrò il marito cominciò a tremare.

La madre disse che era meglio che tutti uscissero perché Serena doveva riposare.

Le chiese di nuovo: cosa c’e’ che non va?

Serena la guardò e disse: la mia vita non va.

La madre le prese la mano promettendole che l'avrebbe aiutata. Chiamò uno psicologo che all’insaputa del marito andava a trovarla due volte al giorno, quando nessun visitatore poteva entrare. Dopo due settimane era riuscita a esternare il suo malessere, dire la verità e acquisire il coraggio di denunciare il marito. La legge avrebbe avuto di sicuro un decorso lungo e problematico poiché doveva indagare su un processo di annientamento psicologico culminato con una violenza fisica, ma era l’unica cosa da fare per andare avanti. Da quel momento, al marito venne impedito l'accesso all’ospedale e un avvocato si prese a carico la separazione.

 

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venerdì 11 novembre 2022

Giulia

 C’è un momento che devi decidere: o sei la principessa che aspetta di essere salvata o sei la guerriera che si salva da sé…Io credo di aver già scelto…Mi sono salvata da sola.

Marilyn Monroe



Giulia ha una bella famiglia oggi. Un marito premuroso, una figlia dolcissima, un cane divertente, un buon lavoro. Il suo presente è denso di impegni che non la spaventano, li affronta giorno dopo giorno con la pazienza di una madre e l’entusiasmo di chi ama la vita. Il sabato è il giorno perfetto: tutti insieme a far colazione, un gioco nel prato per l’amata cucciola, rientro a casa dopo la spesa per preparare una bella cenetta, con sosta in videoteca per prendere un film da guardare a luci soffuse. 
Per lei quella vita era la cosa più bella, non avrebbe potuto immaginare di riuscire ad averne una così: serena, completa, magica. 
La sua infanzia sembrava non aver avuto ripercussioni sulla sua vita. La sua famiglia era a dir poco borghese, con forti radici cattoliche e molto in vista nel piccolo paese di provincia. Madre casalinga e padre avvocato. Lo studio del padre era il più famoso in città e lavorava anche con l'estero. Lui si aspettava un maschio da inserire come suo discepolo ma il destino aveva concesso loro una figlia femmina e nessun altra occasione per riprovare. A causa di questo Giulia venne cresciuta con una severissima educazione, mirata a formare la più importante avvocatessa della città, di condotta morale esemplare, di modi eleganti e di cultura elevata.  
Non le era consentito fare quasi nulla di quel che facevano i bambini della sua età, non le era concesso svago: niente parchetto al doposcuola, niente corse nei campi, niente case abbandonate da esplorare. La scuola, i compiti, le attività extrascolastiche e quelle domestiche, non c'era spazio per altro. 
Il padre non aveva mai parole tenere e confortanti ma al contrario sempre severe e mortificanti. Giustificava questo suo comportamento con un nome "disciplina ferrea" che secondo lui era l'unica carta da giocare per crescere un figlio che rispetti i genitori e si inserisca bene nella società. Una disciplina basata sul regime del terrore e della severità, nonché sulla continua mortificazione e svilimento di ogni cosa riuscita bene, mettendo Giulia in un continuo deficit di autostima e spingendola a lavorare sempre al massimo per conquistare gli obiettivi del padre.
Erano rare le volte in cui doveva subire rimproveri, essendo studentessa modello, ma quando capitava di aver preso un brutto voto a scuola,  Giulia doveva subire l'ira del padre che poteva essere verbale ma anche fisica a seconda dell’umore.  Quando questo accadeva la madre non era mai presente, trovava ogni scusa possibile per uscire da casa. Rientrando si rifugiava nel silenzio, non chiedeva e non voleva sapere e lasciava che la vita continuasse . Quando faceva il bagno a Giulia e vedeva i segni rossi sulle gambe o sulla schiena li ignorava,  senza nemmeno preoccuparsi di alleviarle la sofferenza con qualche unguento. 
Giulia però non era l’unica a subire. 
Capitava che ci fossero discussioni la sera, quando il padre rincasava e si trovavano a cena. Capitava pure che alzassero la voce. Giulia non alzava mai lo sguardo e puntualmente quando la discussione si faceva troppo animata il padre le intimava di andare in camera, incurante se avesse finito o meno di cenare e lei senza fiatare spostava la sedia e silenziosa se ne andava in camera chiudendo la porta alle spalle. Si infilava sotto le coperte con il cuscino sulla testa e gli indici pigiati su quel punto dell'orecchio che non fa sentire e se ne stava lì, recitando silenziosamente la poesia che sua nonna le cantava sempre quando aspettava l'autobus: il vento. Quello era il suo modo per cancellare dagli occhi quello che la mente le suggeriva stesse accadendo nell'altra stanza.  Così fuggiva nel suo mondo, un mondo fatto di colori, sorrisi, musica e natura le cose che e in assoluto amava di più.
La nonna era morta poco prima dei suoi quindici anni e Giulia aveva preso molto male la sua assenza. Era l'unico colore che c'era nella sua vita, l'unico affetto caldo e sincero che manifestava la sua presenza. Ripensare a lei, ricordarla la faceva sentire bene, amata. 
I giorni successivi a quegli eventi trascorrevano nella più totale indifferenza:  silenzio tombale alla presenza del padre e quando le capitava di rimanere sola con la madre, non si accennava per nessun motivo all'accaduto. 
Giulia cresceva in quel clima austero fatto di cose non dette, di omertà e di patimento . Cercava di essere sempre perfetta, in modo da non dover incontrare le mani del padre e pregava perché non vi fossero discussioni. 
Le attività extrascolastiche, fuori dai corsi di musica classica che amava o di danza che odiava, erano ricomprese unicamente nell'ambiente parrocchiale vista la natura della sua famiglia, per cui Giulia provò in quell’ambito a dedicarsi anima e corpo per stare il più possibile fuori da casa.
Iniziarono anche le prime conoscenze con l’universo maschile ma Giulia sapeva bene di non poter stringere amicizie che non fossero valutate ed approvate dal padre. 
Fece i campeggi estivi, entrò nel coro, organizzo le sagre estive: tutte queste cose contribuivano a farla rimanere impegnata senza pensare a ciò che accadeva in casa. 
In realtà Giulia benché nutrisse forti dubbi sul tipo di educazione che le dava suo padre e sul rapporto che lui aveva con la madre, non aveva mai messo in dubbio il modello educativo della famiglia e perciò non lo aveva mai confrontato con quello di nessun altro: prima cosa per evitare che la gente parlasse alle loro spalle e poi perché aveva, o doveva avere, rispetto dei genitori.
Pian piano il tempo passava e giunto il momento dell’università discusse con la famiglia la possibilità di accedervi. Il padre che nutriva grandi aspettative su di lei, le impose di iscriversi a giurisprudenza, anche se lei non era molto convinta per il bene di tutti iniziò quegli studi. 
L'università le piaceva e soprattutto le piaceva il clima di confronto e di discussione che aveva con i suoi coetanei durante le lezioni, in particolar modo con Gabriele, un ragazzo che aveva visto durante una lezione. 
Gabriele era uno spirito libero si vedeva da come affrontava la vita, non si curava di nulla rispetto agli altri studenti, quello che gli interessava non era fuori ma dentro la testa delle persone e si nutriva di quello per sopravvivere. Un giorno al termine di una lezione la fermò e le chiese se volessero prendere un caffè insieme. Giulia che prima di allora non aveva mai ricevuto un'attenzione di quel tipo, impegnata come era negli studi ma soprattutto attenta a proseguire il suo percorso di "specchiata condotta morale", accettò attirata fortemente da quel ragazzo che le faceva respirare un'aria diversa. 
Quel giorno rimasero a parlare a lungo: comprese che lui veniva da una famiglia normale che faceva molta fatica a reggergli l'università, lavorava in un bar nel weekend per arrotondare, amava la natura e dipingere, appena poteva infatti scappava sulle colline per fissare sulla tela le sfumature di verde baciato dal sole. Voleva intraprendere la carriera di avvocato non per diventare ricco ma per esercitare presso una Onlus che si occupava di tutela legale per persone disagiate. Non credeva e anzi aveva una pessima opinione delle persone devote alla religione perché secondo lui sono ottenebrate da una grande truffa che raggira e plasma a proprio favore. 
E tu? Cosa mi racconti di te?
A quella domanda Giulia rimase impietrita, lei rappresentava praticamente tutto ciò che lui non amava, in pratica la sua antitesi. Per un attimo rimase zitta ma poi decise di dirgli la verità, un valore sano in fondo i suoi genitori lo avevano insegnato. 
Beh vedi io sono esattamente il contrario di te, mi sono iscritta qui per volere di mio padre che ha uno studio in centro, la mia famiglia è estremamente cattolica ed io ho sempre frequentato quell'ambito da quando sono nata, amo la musica e ho studiato piano e violino. Una cosa in comune ce l'abbiamo: l'amore per la natura, quello sì. Bene e ora che so già che non vorrai rivedermi ti saluto qui, è stato bello conoscerti.  

Ehi ehi quanta fretta. Cos'è ti sostituisci al mio pensiero? Guarda che lavora benissimo da solo. Vedi tra i miei tanti pregi disse sorridendo io non ho pregiudizi e so benissimo che tu non sei come la tua famiglia. Si vede dalla luce che hai negli occhi. E' solo che sei cresciuta lì e hai fatto come potevi per arrivare fino ad ora. Ma adesso che mi hai conosciuto le cose cambieranno. 

Giulia arrossì. Gabriele era sicuro di sé quando pronunciava quelle parole, ma non aveva ancora conosciuto suo padre. 

Che c'è non ti fidi? Te lo concedo ma  ti invito a riflettere su questo incontro, per me è stato magico. La vita ci mette sempre di fronte nuove sfide e vuole che combattiamo per noi e per essere felici. Questa è un'occasione che ti ha dato, non sprecarla. Ci vediamo qui domani se ti va. Ciao

E così dicendo se ne andò sulla sua bici scassata. Giulia aveva il cuore leggero, era inebriata, si sentiva bene. Quella sera andò a casa e non chiacchierò molto. Voleva trattenere tutte quelle parole, quelle sensazioni dentro di sé senza che venissero intaccate da altro. 

Sei di poche parole Giulia? Cosa c'è qualcosa che non va? disse la madre. 

No no tutto benissimo. Perdonatemi ma non ho molta fame. Vado di là che devo studiare. 

Ecco brava. Vai pure. disse il padre alzando a malapena lo sguardo. 

L'indomani Giulia aveva solo un unico pensiero. Tornare in quel magico caffè dove si erano conosciuti. 
Finite le lezioni si precipitò e lui era là al bancone ad attenderla. 

Ah allora hai deciso di fidarti? disse con un sorriso

Adesso vediamo, però devo dire mi hai colpita con la storia della felicità disse Giulia. 

Continuarono la conversazione con una passeggiata nel parco dell'università vicino al fiume e si sedettero su una panchina a vedere i germani reali che portavano i piccoli a spasso. 

Guarda come sono premurosi con i loro cuccioli, devono stare sempre attenti, avere mille occhi. Hai presente quanti predatori ci sono tra aria e acqua? Eppure loro li incoraggiano ad andare, a buttarsi nella vita e ad affrontarla. Noi essere umani non siamo così. I nostri genitori spesso con le loro paure o con quelle che hanno creato per noi non ci permettono di andare. Ci fanno rimanere incastrati in errori o paure che non sono nostre e intanto la vita va avanti. 

Giulia si sentì tirata in causa. Sentiva che lei era una di quelli di cui parlava. Sentiva l'esigenza di vuotare il suo cuore e non capiva come potesse in così poco tempo provare questa sensazione. Voleva dirgli tutto, alleggerirsi ed essere nuova, senza pesi che la tiravano a fondo. 

Hai proprio ragione. Vedi Gabriele è da pochissimo che ci conosciamo e questa è già la seconda volta che ti dico che presto non ti vedrò più. 

Ma come?! L'hai detto una volta sola ed oggi sei qui. Me lo vuoi dire ancora?!

Eh sì vedi, non so che mi succede ma sento l'esigenza di raccontarti alcune cose. E stavolta son sicura che ascolterai ma poi vorrai andare. 

Ma va, va. Tu inizia e poi ti dico io. disse con un sorriso rassicurante Gabriele. 

Così Giulia, in quel pomeriggio cullato dal fruscio dell'acqua, raccontò la sua storia a Gabriele, per la prima volta nella sua vita decise di aprirsi con una persona che aveva catturato la sua fiducia. Gli raccontò della sua infanzia e della sua famiglia, di quel padre austero che non l'aveva mai lasciata libera, di quel padre che l'aveva imprigionata nella vita che avrebbe voluto per suo figlio, di quel padre che talvolta alzava le mani su di lei e su sua madre. 
Gabriele al termine del suo racconto si alzò. 

Allora te ne vai? Vedi che avevo ragione?

Scusami Giulia ma devo muovermi, devo respirare. Ho bisogno di bicicletta. Ti prometto che domani sarò di nuovo qui ma ora ho bisogno di andare. 

La baciò sulla fronte e se ne andò. 
Giulia rimase ancora un po' lì ad ascoltare il fiume mentre il suo viso veniva rigato dalle lacrime, certa di aver perso quello che avrebbe potuto essere il suo grande amore. Rientrò nel tardo pomeriggio a casa. 

Giulia oggi non dovevi andare a lezione? disse la madre. 

Era mercoledì e lei si era completamente scordata. 
Eh purtroppo sono rimasta in facoltà, c'era un convegno e il professore aveva richiesto la mia presenza. 
Ho capito ma almeno potevi chiamare per disdire, sarebbe stato un gesto di cortesia non credi?!

Si mamma, hai ragione chiamo subito per scusarmi e si rintanò in camera. 

Il giorno dopo andò in facoltà certa di ritornare alla sua vecchia vita, quella prima di quel pomeriggio di libertà e invece con sua grande sorpresa Gabriele l'attendeva proprio davanti al cancello. Il cuore le batteva forte e incalzò il ritmo del suo cammino per giungere da lui. 

Ciao, che sorpresa vederti gli dice prontamente. 

Ciao! Ti avevo promesso che sarei tornato no?! e le stampò un bacio sulle labbra a cui seguì un intenso abbraccio. 

Giulia rimase ferma immobile. Aprì gli occhi e lo guardò. Era felice di quel bacio tanto da rendergliene un altro, incurante di tutto e tutti.

Giulia ti offro un salto nel vuoto! disse Gabriele. 

Cosa vorresti dire? 

Quello che mi hai raccontato ieri mi ha profondamente scosso, sai. Da ieri non faccio che pensare a tuo padre e a come abbia potuto fare quello che mi hai detto e dentro mi cresce una rabbia immensa. 

Giulia abbassò lo sguardo. 

E' da molto che non succede più, il tempo cura le ferite. 

Che fai lo giustifichi? Io non posso accettare che un genitore o un marito usi la violenza per farsi rispettare. Mi spiace sia tuo padre ma se fosse il mio me ne sarei già andato. Sei una persona intelligente e non capisco come tu abbia potuto rimanere con loro. 

La fai facile tu.

No, Giulia non la faccio facile Gabriele si scurì in volto nessuno ha detto che lo è. Credo però che ognuno di noi abbia un dovere verso la vita: fare tutto ciò che può per essere felice. Per farlo abbiamo bisogno di essere liberi, liberi da vincoli familiari, da pregiudizi, da costrizioni. Non avresti dovuto accettare il futuro che ti veniva cucito addosso perché tu hai diritto di scegliere ciò che desideri per te. 

Giulia scoppiò a piangere. 

No non devi piangere, anzi devi reagire se veramente senti che stai sbagliando. Ci sono persone che in una vita intera non si accorgono nemmeno di subire la vita. Tu sei riuscita a svegliarti da questo sonno ed ora sta a te. 

Ma io cosa vuoi che possa fare contro mio padre? contro la mia famiglia?

Ancora non capisci, non è questione di fare qualcosa contro ma di fare qualcosa per te. Giulia tu mi piaci ma mai e poi mai potrei entrare nella tua famiglia. Per cui te lo dico ora, se vuoi iniziare qualcosa con me sappi che io non sarò quel fidanzato che i borghesi considerano "perbene" che va vestito elegante a pranzo dai suoceri la domenica, dopo essere andato a messa e a prendere le pastarelle. Immagino che tuo padre abbia una specie di decalogo per le caratteristiche che dovrebbe avere il tuo ragazzo ed io immagino, di non possederne nemmeno una e dico per fortuna. Quindi stare con me non potrà far altro che metterti in cattiva luce di fronte ai suoi occhi. Io non voglio cazzate come queste, io voglio stare con te tranquillamente e alla luce del sole. Ora, per la prima volta nella tua vita, fai una scelta!  

Giulia ancora non sapeva come sarebbe riuscita guadagnarsi la sua libertà ma sentiva che voleva stare con quel ragazzo, voleva conoscerlo, vedere i suoi pensieri. 

Servirà un po' di tempo per .... disse Giulia. 

Ti fermo subito, non dire nulla. Io non voglio parole ma fatti. Devi dirmi se lo vuoi veramente?

Giulia si fermò un attimo e con un respiro disse di sì.
Si baciarono a suggellare la loro promessa e si lasciarono prima di entrare a lezione. Giulia pensò tutto il giorno a quello che Gabriele le aveva chiesto. Non pensò a come fare a dirlo al padre ma si limitò a pensare che voleva vivere quella relazione in piena libertà
La sera a cena decise di parlare con i suoi genitori dicendogli che aveva conosciuto una persona e che voleva frequentarla. Suo padre alzò gli occhi e disse: 

Intanto prima mi devi dire chi è e poi decido io se va bene o no.
No papà, non ti dirò chi è. Devi imparare a fidarti di me. A me piace e questo dovrebbe essere sufficiente.. 

Il padre scoppiò in una sonora risata e disse:

E' un gioco vero?

No papà affatto. E te lo dico ora: se per qualche motivo mi impedirai di vederlo io me ne andrò. 

Il padre visibilmente scosso si alzò e fece per andare da lei, ma lei si alzò di scatto

Fermati. Non sono più una bambina, non puoi più trattarmi come allora. Questa è la mia decisione. 

Tu non sai quello che dici. Sei impazzita? Tutti questi anni per farti diventare una persona rispettabile ed ora perdi la testa per il primo che capita. Non te lo permetterò.
Giulia esclamò: Papà basta questa è la mia decisione. 

Il padre preso da un impeto d'ira la schiaffeggiò davanti agli occhi bassi della madre e Giulia anziché chinare lo sguardo alzò il viso e lo guardò negli occhi con gesto di sfida. 

Questo è il massimo che sai fare? Ma non saranno le botte a farmi cambiare idea papà, ora la mia vita la scelgo io.

Questo lo vedremo, se decidi di frequentarlo qui non c'è più posto per te e ovviamente i fondi verranno automaticamente tolti. Non avrai più un centesimo e nessun aiuto da parte nostra.
Perfetto, siamo d'accordo e così dicendo se ne andò nella sua stanza, chiudendosi a chiave per paura di essere raggiunta.

Durante la notte non dormì un momento ma pianificò tutto: inviò alcune mail per trovare un posto letto vicino all'università e si appuntò i numeri di telefono; preparò silenziosamente le sue cose in alcune scatole, nei giorni successivi avrebbe pensato all'armadio. Se ne voleva andare il prima possibile per dimostrare alla sua famiglia che era quello che voleva. L'indomani venne contattata da una ragazza che cercava una coinquilina e a mezzogiorno già aveva appuntamento per conoscerla. Gabriele la chiamò subito dopo: 

Allora come è andata? Hai ancora una casa? disse sorridendo.

In realtà ne ho una nuova da qualche ora. Domani porto la mia roba.

Ma è il risultato della conversazione con i tuoi genitori?

E' il mio salto nel vuoto! 

Sono felice per te, così si fa! Hai preso in mano la tua vita!

In serata tornò e si chiuse in camera, preparò tutto valigie, libri qualche ricordo. Era pronta. 
Il fattorino sarebbe andato il giorno dopo quando il padre e la madre erano fuori casa e avrebbe preso tutta la sua roba. Quella mattina uscendo di casa si guardò alle spalle, alzò lo sguardo per incontrare quello della madre che silenziosa attendeva di poterla salutare prima dell'università, come ogni giorno. 
Ciao mamma, voglio dirti che ti voglio bene ma non farò la tua fine. Io voglio essere libera di vivere la mia vita e soprattutto voglio stare con una persona che mi rispetta, che mi stima e che non ha bisogno della violenza per tenermi stretta.
e si chiuse la porta alle spalle.

Quella fu l'ultima volta che si videro, Giulia aveva scelto.

giovedì 3 novembre 2022

Delicatezze

Ho sentito oggi questa canzone di Nicolò Fabi e come sempre mi inchino alla sua enorme capacità di raccontare, su note davvero dense d'emozione, le storie di ognuno di noi.
In questa decide di raccontarci della seconda possibilità dopo una separazione e lo fa con una delicatezza ed una maturità esemplari.

Mi sento di citare questo passaggio:

Permettere a un altro
Di occupare il nostro spazio
E di guardarlo da dentro
Dentro i confronti e le sostituzioni
Un altro che vive con i nostri fantasmi
E che ci spinge verso il futuro
Sfida il nostro equilibrio
E ci toglie il respiro

Tu mi perdonerai mai?
Sì che mi perdonerai
E io mi perdonerò mai?
Sì che mi perdonerò

E intanto sono già
Al di là del ponte
La mia condanna, lo sai
È andare oltre


Andare oltre 

domenica 30 ottobre 2022

MSF - C'era una volta l'AIDS - Stefano Benni

In tutti i casi, rivolgersi a Medici Senza Frontiere è una garanzia. Lo dimostrano anni di lavoro che questo libro testimonia.

Mi chiedo se Mauro oggi avrebbe potuto vivere, con l'appoggio di MSF e dei nuovi farmaci. Non lo so. Mi piace pensare che tanti come lui ora possono farlo. E rifletto venti anni dopo, su questa scienza capace di grandi scoperte, ma spesso incapace di difenderle. E sulla frase di Mandela: "Il 'progresso' più evidente per il Terzo Mondo, quello che molti di voi continuano a incrementare, e a perseguire con grande ardore, è che ci vendete armi più moderne". 

C'era una volta l'AIDS - Stefano Benni  

Mondi al limite 

9 scrittori per Medici senza Frontiere

mercoledì 19 ottobre 2022

La tua canzone

La pioggia quando cade se ne frega
Perché dovrei misurarmi
contenermi, adeguarmi?

La vita quando accade
esplode
violenta e meravigliosa.

Una primavera di esperienze
che trova spesso sordi
alla sua melodia.

Un battito 
non dura sempre
ogni grammo di esistenza
è una gemma.

#mypoetry #poems #poesie #poetrycommunity #poem

domenica 16 ottobre 2022

Elisa saw

Questo weekend mi sono vista un po di film. E' una cosa che mi è sempre piaciuta e ora con queste nuove possibilità digitali è davvero facile ritagliarsi un po' di tempo. 

Partiamo da Beautiful Boy il racconto della tossicodipendenza vissuta dal figlio; un figlio che mai nei pensieri del padre avrebbe avuto bisogno di evasione o di esperienze relazionate alla droga. La menzogna, la disperazione, il non essere abbastanza, la voglia di provare qualcosa che poi sembra essere l'unico motivo dell'esistenza. La difficile decisione di una padre di tagliare fuori dalla propria vita un figlio disperato, pronto a tutto, incasinato e senza meta, un ragazzo figlio del fallimento di un matrimonio che non gli ha tolto l'amore dei genitori ma che forse ha dato inizio ad un buco grosso dell'anima. 

Blue Valentine una struggente storia d'amore che viene proposta su diverse linee temporali, inizio e fine, collegate fra loro dall'avvicendarsi del tempo che consuma anche un amore puro e unico. Quanto davvero influisce su ognuno di noi il nostro passato, la nostra crescita, gli esempi che abbiamo avuto? Quanto pensiamo di essere liberi dagli scheletri di chi vive prima di noi?

E morì con un felafel in mano  che già in passato avevo visto ma che non ricordavo. Un film bizzarro ma davvero benfatto ricco di ritmo, di fotografia ben fatto e di una colonna sonora davvero degna di nota. Una serie di aneddoti improbabili che capitano ad un ragazzo, costruito ad immagine di Nick Cave, che vaga di casa in casa tentando di scrivere qualcosa. La droga, la convivenza, l'amore, l'amicizia, il fascismo, l'anticonformismo miliardi i temi toccati dalla pellicola. Un must-watch per chi è passato negli anni 90.

Ora invece mi butto su una serie dai connotatati un po' diversi che già mi ha catturato per il tipo di vita dei personaggi: Shameless




mercoledì 12 ottobre 2022

This is us

This is Us: Inizio per caso a vedere questa serie, da quando ho acquistato Amazon Prime Video.
Sarà che sono neo genitore, che mi piacciono le storie delle famiglie, sarà che la serie è disponibile ogni volta che voglio (sul treno per andare al lavoro, a letto quando le bambine si sono addormentate) ma ecco che in modo invadente prende una parte di me. 

Ovvio non è la storia di una famiglia comune, racchiude in sè tantissime tematiche importanti attraverso i personaggi che sono tutt'altro che persone medie. 
Il protagonista fondamentale però è proprio una persona normale: un ragazzo che da un'infanzia difficile fatta di violenze, di carenza di denaro, di affetti rovinati, di guerra e di assenze tiene duro e crede in se stesso, crede di poter diventare una persona migliore di tutto quanto lascia alle sue spalle. Trova una donna di cui si innamora perdutamente la conquista e crea una famiglia fondata sui principi veri ma soprattutto sull'amore, quello vero. E da qui ha davvero origine tutto, dall'amore di questi due ragazzi che si conoscono nel giusto momento e che si fondono in un'idea, la loro idea; e questa idea transita attraverso gli anni, attraverso le persone, attraverso le grandi assenze, dimostra che il seme dell'amore e l'esempio sono davvero i cardini che rimangono ben saldi dentro ogni persona. 

Perchè in fondo nella vita facciamo questo, viviamo momenti perfetti che nell'istante in cui si creano non vengono percepiti ma poi con il tempo tornano alla mente e li collezioniamo cercando di comporre il nostro quadro. 

Complimenti davvero al cast e all' ideatore di questa serie Dan Fogelman e a tutti quelli che hanno contribuito alla sua creazione.


Rebecca e Jack

#Pierpaolopasolini


 

giovedì 8 settembre 2022

Essere mamma

 essere madre

mamma è una parola dal gusto dolce, una parola che impariamo da piccolini e che proprio in quel periodo usiamo fin troppo spesso, a sentir le mamme.

è una parola che dà conforto, che consola e che racchiude in sé la sicurezza di qualcuno che sempre arriverà da noi.

si cresce, abbastanza in fretta, e questo rapporto che definiamo di dipendenza, pian piano scema fino a cessare, come natura vuole che sia.anzi a pensarci bene in natura questo accade molto presto, in alcuni casi addirittura è un rapporto che non c'è.

l'autonomia cresce e quell'universo che era la famiglia si assottiglia per lasciar spazio alle esperienze, agli affetti, al mondo.

la mamma però rimane lì avvolta dal suo amore che ha donato e donerà sempre finché avrà vita. essere madre non si cancella con il tempo, con le persone, con le distanze: ciò che ha legato madre e figlio è qualcosa che risiede dentro al cuore e alla mente. i momenti vissuti in gravidanza, nella sala parto, nelle notti insonni non possono essere scordati. 

ed è per questo che penso ora a mia madre. lei avrà gli stessi miei pensieri, ed io per lei sono dall'altra parte. non ricordo il momento in cui sono venuta al mondo, in cui ho dormito sola per la prima volta, il primo giorno di asilo...

ma ricordo la sua mano calda sulla mia fronte quando avevo la febbre, le canzoni anni 60 in macchina per andare in montagna, la sua fatica nell'avere un secondo lavoro per arrotondare e la sua volontà di portarmi con lei per stare insieme, ricordo il suo aiuto quando ho avuto bisogno di consolazione, soldi, parole. ricordo una bellissima festa della befana in cui mia mamma si era travestita in modo tra l' altro molto benfatto da befana. arrivata dalla porta ha lasciato me e mia cugina senza parole. penso a quanto era bello e motivante essere madre tanto da spingere a giocare, impersonarsi, cercare complici il tutto per stupire e rendere felici. ricordo le sue mani avvolte da guanti neri, i cui gesti dolci ricordavano qualcuno a me familiare. e quando se ne andò e la mamma tornò raccontare con l'entusiasmo dell'infanzia questa esperienza paranormale. 

anche ora che sono madre a mia volta, lei è sempre al mio fianco animata da quell'amore materno che non ha mai smesso di nutrire.

la straordinarietà di quest'amore muto è data dai gesti, dalle premure, dal silenzio. 

è un amore delicato che a volte sbotta ma perdura e mai muta. difficile capire come alcuni genitori possano infierire contro i loro figli ma è ovvio che siano deviazioni cieche della mente.

ho una madre, sono una madre: la fortuna di un legame che passa da una persona ad un altra come testimonianza della bellezza della vita. 

giovedì 1 settembre 2022

Settembre

 settembre è inizio

rigenerazione e nuova linfa

propositi e aria fresca


settembre è un mese amabile

malinconica forza

cattura in se l'ultimo sole

la sua energia


c'è sempre qualcosa che comincia 

qualcosa che cambia




lunedì 18 luglio 2022

Max 2022 SanSiro

Un collega mi ha regalato i biglietti per Max Pezzali e ho deciso di andare con mio marito. Ero in modalità Easy, del tipo andiamo anche all'ultimo tanto è Max. Man mano che ci siamo avvicinati allo stadio, in particolare a cominciare dalla metro mi sono accorta che eravamo in tanti che anche per la seconda giornata di San Siro avevano deciso di andare. 
Ci siamo seduti e subito si presagiva il clima di festa che ci sarebbe stato da li a poco. Puntualissimo fa il suo arrivo e gli schermi colorati iniziano a proiettare un Max in grande forma con camicie "originali" e arbre magique coloratissimi. E via si inizia a cantare e soprattutto dopo l'arrivo di Mauro Repetto e a seguire di Paola e Chiara con il medely dedicato ai puri 883. Davvero un emozione sentire pezzi come Jolly Blue, s'inkazza, sei un mito, non me la menare. Vertici alti al momento di decompressione con un bel mix di pezzi d'amore che ammetto hanno fatto scendere la lacrima in un momento di tenerezza massima occhi negli occhi di Ale. Lui veramente umile, onesto, divertente, coinvolto. 
Ammetto che mai avrei pensato a questo seguito ma in effetti lui è uno che ha raccontato le storie di una generazione, la mia, in modo semplice e pulito quindi "per tutti". Un po' mi sono sentita vecchia, il pensiero volava a quando ero all'Elba con la mia amica del cuore e andavamo in sala giochi per vedere il belloccio della spiaggia, quando, un po' più grande, con un gruppo di amici prendevamo la macchina per andare in un posto e ci fermavano all'autogrill dopo qualche scorribanda nelle interminabili vie di pianura. Ha portato ai giorni nostri questi racconti con grande leggerezza e divertimento. Grazie Max della tua testimonianza, non so se ci sarà qualcuno come te per le nuove generazioni ma forse è solo un discorso da boomer .....



mercoledì 6 luglio 2022

I tuoi figli (Kahlil Gibran)

I tuoi figli non sono figli tuoi.
Sono i figli e le figlie della vita stessa.
Tu li metti al mondo ma non li crei.
Sono vicini a te, ma non sono cosa tua.
Puoi dar loro tutto il tuo amore,
ma non le tue idee.
Perché loro hanno le proprie idee.
Tu puoi dare dimora al loro corpo,
non alla loro anima.
Perché la loro anima abita nella casa dell’avvenire,
dove a te non è dato di entrare,
neppure col sogno.
Puoi cercare di somigliare a loro
ma non volere che essi somiglino a te.
Perché la vita non ritorna indietro,
e non si ferma a ieri.
Tu sei l’arco che lancia i figli verso il domani.

martedì 28 giugno 2022

Non avrete il mio odio - Antoine Leiris

Questo libro è di una bellezza devastante, ma oggi non riesco ad andare oltre l ultimo capitolo. Piango, piango per questa Helene che giace sottoterra, assieme a tanti altri, mentre il suo bambino è dovuto crescere senza la sua presenza e suo marito che la amava alla follia, separarsene troppo presto. Mentre lo leggo penso a quel titolo che dichiara un fatto: non si tratta di perdono, si tratta della proliferazione dell'odio che ne genera altre mille forme. Questa famiglia fu colta dalla fatalità, quest'uomo e questo bambino furono separati dalla persona più importante della loro vita da una tragica fatalità. Le parole di quest'uomo invece che sottolineare la rabbia, il dolore, lo smarrimento parlano con delicatezza della, per dirlo con parole di altri, profonda fragilità dell'essere umano. Amate ogni giorno come se davvero il domani non ci fosse concesso, è tutto quello che conta.



lunedì 13 giugno 2022

DEBUTTO

 Inizia oggi con il saggio il mio matrimonio con la musica. Puro divertimento, passione, emozione!




lunedì 16 maggio 2022

Necessità

 Necessità

 

Abbiamo bisogno di baci rubati

sotto un manto di stelle 

risate gentili

dinanzi alla luna d'avorio 

pensieri leggeri accompagnati dalla marea.

 

Abbiamo bisogno

di mani per scavare la terra
di cervelli fertili da seminare
col mite lavoro dei campi.

Germogli di un nuovo pensiero.

Sono in attesa

di un maggio di sorrisi
di ossa asciutte
di letti d'erba al sole

 

La terra mostra la sua rinascita

spettatori della sua forza

impariamo la lezione d'esistere.




mercoledì 4 maggio 2022

Il Canada insegna

 Penso a felicità e serenità. Il Canada ha appena varato una norma che prevede la possibilità ai dottori di prescrivere contatti con la natura: passeggiate, meditazioni in ambiente etc. 

Se pensiamo a quante volte in alcune storie drammatiche abbiamo letto di persone che in fin di vita hanno chiesto di poter vedere il mare, di stare con un animale, di guardare un tramonto. Quindi la felicità è anche un momento di intensità vissuta con se stessi e l'ambiente che genera un assoluto senso di comunione con il tutto.

Come possiamo non avere cura dell'ambiente, della nostra terra,di ciò che ci circonda?



venerdì 29 aprile 2022

Elon Musk per la democrazia

 

Il discorso libero è una pietra miliare di una democrazia funzionante, e Twitter è la piazza digitale dove si dibattono problemi vitali per il futuro dell’umanità.

 Mi sa che il caro Elon Musk non ha fatto il conto con il tipo di umanità che frequenta la terra. Si discuterà del vicino che non ha tolto la macchina da vialetto, delle cacche di cane etc.

Una persona che ha ambizioni così alte dovrebbe investire molto di più sul continente che gli ha dato i natali, che in questo momento di crisi internazionale rimane a guardare ciò che succede e ne subisce le scelte, come tutti del resto, ma da una posizione decisamente peggiore, ancora immerso nella fame, nelle malattie, nelle guerre civili. 

Ovvio che chi ha soldi vuole farli fruttare al massimo ma una persona che ha raggiunto un tale grado di ricchezza come può essere felice senza donare felicità agli altri ?

In fondo la democrazia che da a tutti la libera parola perché la da solo alla parte del mondo industrializzata e dotata di tecnologia?

giovedì 28 aprile 2022

Cantiere e famiglia

 Io la Cristoforetti la stimo. Sono madre lavoratrice e nonostante io abbia l'aiuto dei nonni, possibilità del lavoro agile, un marito che mi aiuta mi sento di essere in difficoltà e questa difficoltà è proprio sul lavoro. Faccio attività di cantiere e quando si fanno riunioni o sopralluoghi, occorre rientrare e mettere in ordine le idee, trascrivere gli avvenimenti, fare verifiche e spesso questo tempo non c'è perché al contempo devi fare altri progetti, rispondere alle mail, sentire il collega e arriva presto il tempo in cui devo essere a casa perché le tue figlie hanno bisogno di te anzi hanno diritto di stare te, perché questo è il loro tempo e tu dovresti essere al cento per cento e spesso invece sei nervosa per ciò che non hai fatto, per quella cosa in più che potevi verificare. Sento spesso sensazione di costante fatica a rincorrere tutto. 

Non so se tutto questo si potrebbe migliorare con un sistema Italia diverso, con tecniche di gestione cantieri differenti, con sistemi familiari diversi, certo è che ogni cosa ha bisogno del tempo necessario per essere eseguita compresa la famiglia.


giovedì 21 aprile 2022

Sento

Compaiono i fiori

in quest'aprile di bombe.


Torna la rondine al suo nido

sorvolando la città nell'immutato paesaggio

la guida il sole.


Sveglia da una notte d'inquietudini

accolgo il sole che scopre la rugiada

respiro il profumo dell'alba

cullata dai canti dei merli.


Chiudo gli occhi 

disegno il quadro del mattino

ogni singolo dettaglio

stampato nelle mente.


Questa è il mio tempio

consacrato dall'esistere di ogni elemento.








 



mercoledì 20 aprile 2022

giovedì 7 aprile 2022

Ogni giorno...

In piedi di fronte alla finestra vedo il fiorire della primavera alle prime luci dell'alba. il canto degli uccelli, le pallide foglioline sugli alberi, il delicato raggio di sole che investe l'atmosfera ancora cosparsa da un po' di rugiada notturna.

prendo il telefono per vedere l'ora e vinta dall'abitudine scrollo i social con la noia e la consapevolezza di ciò che troverò.

le immagini scorrono su quel viso innocente del bambino che è stato trovato morto in Ucraina dopo giorni di ricerche.

il pensiero vola alla madre che avrà affidato alla nonna il bimbo con la speranza di fargli raggiungere una parte del mondo lontana dalla bestialità della guerra.

come questo bambino immolato dalla stampa per risvegliare le coscienze o l'odio ancora non so, cento mille altri come lui.

ovvio che questo non è il tema: se esista solo la guerra in Ucraina perché fatta di bianchi, se gli altri popoli non destano la nostra attenzione perché non sentiamo appartenenza. 

Associazioni come UNICEF, Emergency solo loro possono davvero fare commenti e soprattutto fare da testimoni a quanto ogni guerra sia ingiusta verso gli innocenti che perdono l unica vita possibile per colpa del potere, dell'interesse, della disumanità.

Chiudo il telefono è ora di andare a lavoro, perché così è...la vita continua sempre, nonostante tutto.

mercoledì 6 aprile 2022

Mammo+eco

 Uscire da un ambulatorio di diagnostica immagini al seno con un semplice "qualche cisti al seno dx ma nessuna massa dura" può sembrare una roba da poco. Nello stesso tempo in cui il dottore ha pronunciato quelle parole il mio pensiero è andato a tutte quelle persone che andate anche solo per un controllo hanno ricevuto la notizia di un cancro. Ho visto molte coetanee combattere con questo male e altrettante le ho viste sui social o sui libri come testimonianze postume. Tra queste la blogger #fraintesa morta non più di un anno fa, il cui compagno tiene vivissima la memoria anche in favore della ricerca in campo oncologico. Come lei molte altre che hanno avuto la terribile notizia della presenza di questo tremendo nemico dentro di loro e da quel giorno hanno dovuto combattere la propria battaglia con dignità, resilienza e grande coraggio. Spesso diamo per scontato l'importanza del nostro corpo e della nostra salute quasi ci fosse concesso il diritto assoluto dello star bene. Anche questo è un dono della vita che possiamo avere e che in un attimo può esserci tolto.  



mercoledì 30 marzo 2022

Pino Aprile - Il nuovo elogio dell'imbecille

 Uno dei più acuti studi è stato elaborato dallo psicologo Laurence J.Peter. Ha stabilito scientificamente che in qualsiasi gerarchia ognuno tende ad essere promosso finché non raggiunge il suo livello massimo di incompetenza; pertanto ogni incarico è destinato a finire nelle mani di un incapace.

Pino Aprile - Il nuovo elogio dell'imbecille

lunedì 21 marzo 2022

Fuori fuoco - Chiara Carminati

 Nella lista dei miei libri belli inserirò anche "Fuori fuoco" di Chiara Carminati.

Letto in tempi di guerre è ancora più impattante sull'emotività tanto che ho pianto più di una volta. 

La semplicità di lettura e le ambientazioni ne fanno un libro piacevole e significativo.

È la storia di due ragazzine che sotto le bombe della guerra del 15-18 conoscono i dettagli della storia della loro famiglia e be vivono i legami.

Solo le donne fanno parte in prima persona del racconto, gli uomini sono coloro che vanno al fronte, sono le bestie soldato, sono il primo amore, sono un fratello ferito. 

Le donne rimangono a sopravvivere sperando di rivivere il momento della foto di famiglia, scattata non appena fu proclamata la guerra, sperando di poter avere a fianco tutti i partecipanti.



lunedì 14 marzo 2022

Banana Yoshimoto - L'abito di piume

Quando uscii l'acqua del fiume splendeva e il vento faceva oscillare l'erba come se niente fosse stato. I volti dei passanti e di quelli che mangiavano all'aperto mi sembrava addirittura brillare. Un vista che ormai appariva bella nel suo insieme. Verso sera i raggi del sole che sprigionava le ultime energie, gli uomini portavano a compimento le attività quotidiane godendosi quel dono della natura. Qualcosa che sulle spone del grande fiume era sempre successivo fin dai tempi antichi, fin quando era nata la civiltà. Esposti con i loro piccoli corpi a quell'energia gli uomini conducevano le loro vite fintanto che la sera il sole non saliva su una carrozza dorata e spariva nel cielo d'occidente. Tutto fluiva con naturalezza e in quel succedersi degli eventi si affollava una molteplicità di aspetti diversi : l'energia vitale dall'alto, si frammentava, si scontrava e affondava nella terra generando turbini violenti.


Banana Yoshimoto - L'abito di piume




giovedì 3 marzo 2022

Non voglio crederci

 Mi divido fra il non pensare/leggere della guerra e cercare notizie sperando di trovare quella che mi faccia sperare. 

Da quando è successo ho passato alcuni giorni di ombra sul mio viso, incapace di accettare che le nostre sorti vengano messe a rischio da un conflitto. Non riesco ad accettarlo, ma comunque questo fa parte della vita come una malattia, un'incidente e mille altre cause.

È immaturità mi rendo conto però mi fa arrabbiare e peggio mi toglie il sorriso e la lucidità. Appena sono sola mi ritrovo a pensare a come sarebbe chissà forse per farmi trovare pronta, ascolto il passaggio degli aerei, abbraccio la mia famiglia. 


martedì 1 marzo 2022

La guerra è come il cancro

 La guerra è come il cancro.

Una malattia che ti coglie di sorpresa mentre sei impegnato a vivere la tua vita e te la cambia per sempre. Nulla sarà come prima compresi i pensieri. Cresce a grande velocità e bisogna cercare di estirparlo appena si è certi della sua presenza. Si alimenta mentre noi ci nutriamo, respira mentre noi lo facciamo. Lo togliamo grazie a degli esperti di chirurgia, lo bombardiamo per essere sicuri che non torni, violentiamo i nostri corpi per non fornirgli un terreno facile, per evitare che possa ricrescere. Ce ne stiamo tranquilli per un po' e ad un tratto eccolo che riappare a minacciare il nostro futuro. Per fortuna grazie alla medicina sempre più spesso, se ne va per non tornare, ma chi l'ha vissuto non dormirà mai più sonni tranquilli, la paura lo accompagnerà sempre.
La guerra è proprio così per anni tace, ci illude di non tornare e poi invece ripropone il suo triste copione alimentata da tutto ciò che c'è di marcio al mondo: corruzione, violenza, potere, soldi.
Convinti che nel nostro secolo e con il nostro grado di evoluzione fossimo fuori dalle logiche di potenza e comando del mondo, ci svegliamo e comprendiamo amaramente che da 70anni a questa parte nessuno ha mai smesso di fare e pensare in questo senso. Quella che chiamiamo evoluzione in realtà è manifesta solo nella tecnica e nel suo continuo miglioramento, che non ha portato tanto di nuovo ma solo di più bello, più performante, più smart ma che non è sinonimo di progresso.
Mentre noi viviamo e lavoriamo per la nostra famiglia, per vivere dignitosamente, per dare un futuro ed un segno del nostro passaggio, qualcuno finanzia il mercato delle armamenti. In 70 anni non sono siamo stati capaci di creare la cultura del bene comune, il nostro unico e solo pianeta che è di tutti: dei potenti, degli animali, delle persone.

Sono consapevole che è quasi impossibile e sto con i piedi per terra ma so anche che il miglior modo di insegnare è dare l’esempio giusto.
Abbiamo mai provato a vivere senza le guerre bandendo le armi dalle nostre vite?

Pensiamo anche a quando legittimiamo l'autodifesa armata, cosa che in America è assolutamente normale e che qui vogliamo farlo diventare tale.

Sparare, uccidere, distruggere: se non veniamo a conoscenza di queste sensazioni non avremo mai la necessità di imparare cosa siano.
Forse è un concetto romantico ma se le armi non ci sono la guerra non c’è.

Speriamo che la nostra medicina per non far tornare questo male sia la mente, il cervello di cui l’uomo a sempre fatto vanto. Pensiamo all’altruismo, alla speranza, alla pace sperando che questo serva a tornare a sonni via via più tranquilli.
 

giovedì 24 febbraio 2022

vomito

Ti svegli al mattino, pensi che giorno è oggi? 

"Due minuti per raccapezzarmi: dunque ora mi sveglio accompagno la bimba a scuola, poi devo finire il progetto dell'asilo, ah c'è la spesa e il testo per la serata di poesia. Poi apri il cellulare e la prima notizia che compare è "Putin ha attaccato l''Ucraina"

Una notizia che ti colpisce con u pugno nello stomaco.

Ma cosa ruota nel pensiero degli uomini di potere? 

Cos'è che ancora non è chiaro sull'unicità del mondo?

Come possono gli interessi economici fare ancora leva su tutto: persone in primis, animali, terra, mari e fiumi?

Penso di avere la forza di vomitare.

Penso alle nostre routine giornaliere che possono essere sconvolte da un evento come questo, una notte dormiamo e qualcuno sgancia bombe sulla tua testa. Come può ancora accadere questo....



martedì 22 febbraio 2022

Il cielo è di tutti (Gianni Rodari)

Qualcuno che la sa lunga
mi spieghi questo mistero:
il cielo è di tutti gli occhi
di ogni occhio è il cielo intero.
È mio, quando lo guardo.
È del vecchio, del bambino,
del re, dell’ortolano,
del poeta, dello spazzino.
Non c’è povero tanto povero
che non ne sia il padrone.
Il coniglio spaurito
ne ha quanto il leone.
Il cielo è di tutti gli occhi,
ed ogni occhio, se vuole,
si prende la luna intera,
le stelle comete, il sole.
Ogni occhio si prende ogni cosa
e non manca mai niente:
chi guarda il cielo per ultimo
non lo trova meno splendente.
Spiegatemi voi dunque,
in prosa od in versetti,
perché il cielo è uno solo
e la terra è tutta a pezzetti.



lunedì 7 febbraio 2022

La notte

Quando arriva la notte

stanchi e stremati ci abbandoniamo all' inconscio 

la sensazione di non provare più nessun dolore

 di non conoscere nessuna verità 

di non sentire l'amaro gusto della mancanza

La notte è il momento che mi spaventa di più

da qualche tempo

l'incoscienza è pericolosa

si può perdere qualcuno nel sonno

si può perdere noi stessi.


Ogni giorno in cui vediamo il sole

sentiamo il profumo della vita

assaggiamo la sua grazia

è un dono che l'universo ci fa

non chiedendo indietro alcunché.


Vista così la vita è una immensa felicità

la dobbiamo amare

per noi stessi

per rispetto di chi ci ama

per rispetto a chi la vita ce l'ha donata e che vivrà con noi sempre

in ogni passo che faremo.

martedì 18 gennaio 2022

Contest di poesia- Attacco poetico mondiale- No Country, Poetry is the Country I edizione

L'evento è veramente figo: un attacco di poesia.

Se avete tempo per una lettura ed un voticino sulla pagine del contest. Grazie!!!

"c'è tempo fino al 19 gennaio per fare votare le vostre poesie. Quattro componimenti saranno decisi dalla giuria polare della rete e saranno pubblicati su manifesti poetici e tradotti in inglese e spagnolo. Mentre altre 10 opere saranno valutate da una giuria interna e pubblicate su un flyer. L'evento si terrà il 21 aprile 2022 e interesserà Napoli-NY- Madrid e Città del Messico".


Posizione della mia poesia sulla pagina (cliccando sulla pagina del contest) sulle discussioni:



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