In piedi di fronte alla finestra vedo il fiorire della primavera alle prime luci dell'alba. il canto degli uccelli, le pallide foglioline sugli alberi, il delicato raggio di sole che investe l'atmosfera ancora cosparsa da un po' di rugiada notturna.
prendo il telefono per vedere l'ora e vinta dall'abitudine scrollo i social con la noia e la consapevolezza di ciò che troverò.
le immagini scorrono su quel viso innocente del bambino che è stato trovato morto in Ucraina dopo giorni di ricerche.
il pensiero vola alla madre che avrà affidato alla nonna il bimbo con la speranza di fargli raggiungere una parte del mondo lontana dalla bestialità della guerra.
come questo bambino immolato dalla stampa per risvegliare le coscienze o l'odio ancora non so, cento mille altri come lui.
ovvio che questo non è il tema: se esista solo la guerra in Ucraina perché fatta di bianchi, se gli altri popoli non destano la nostra attenzione perché non sentiamo appartenenza.
Associazioni come UNICEF, Emergency solo loro possono davvero fare commenti e soprattutto fare da testimoni a quanto ogni guerra sia ingiusta verso gli innocenti che perdono l unica vita possibile per colpa del potere, dell'interesse, della disumanità.
Chiudo il telefono è ora di andare a lavoro, perché così è...la vita continua sempre, nonostante tutto.
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