venerdì 22 dicembre 2017

Thibaud Lavigne - Per amare con efficacia......

Per amare con efficacia si deve non soltanto amare come si sa farlo ma essere sensibili al modo in cui l’altro ha bisogno di essere amato. Se qualcuno si aspetta un aiuto, non serve a nulla rivolgergli dei complimenti. Un bambino ha spesso più bisogno della presenza dei genitori che di regali. Sostenere qualcuno per le braccia può avere più impatto di tanti bei discorsi. Qualche parola gentile talvolta fa più bene di una lunga giornata passata insieme ad annoiarci. Per sapere come agire in ogni momento bisogna decentrarsi da sé stessi e mettersi nei panni dell’altro, dell’altra solo questo ci permette di capire come fargli veramente del bene. Sotto questo aspetto amare significa provvedere ciò che è necessario alla felicità, alla serenità, all’appagamento altrui. In questo caso il sintomo evidente di una mancanza d’amore è quello di non avere voglia di fare ciò che è buono per l’altro anche quando lo sappiamo fare.”


Thibaud Lavigne

giovedì 14 dicembre 2017

#priorità

Qualche tempo fa, sopratutto quando ero incinta di te, ho faticato ad adattarmi ad una nuova dimensione, a comprendere che tutto sarebbe cambiato. Ho sempre lavorato incessantemente, dedicata alle passioni, ai ruoli che intraprendevo. Ora che sei qui, quando ti guardo, so che il minuto passato non tornerà più e così giorno dopo giorno ho imparato a godermi ciò che mi dai e a custodirlo come un prezioso regalo, unico e inimitabile.

lunedì 11 dicembre 2017

Biscotti tic.tac

Il tempo...quanto è prezioso. In questo Natale che vorrei ancor più modesto, vorrei regalare dei biscotti fatti a mano. Vorrei anche che chi li riceve riflettesse sul regalo, non tanto per farne una critica o un elogio modalità Masterchef ma un pensiero su cosa contengono. Più di tutti il tempo! Questo bene così prezioso che viene investito, assieme al cuore,  per dare piacere ad un'altra persona. È un simbolo! Un dono dolce e ricco.

Aforismi "Perle Quotidiane 2018"

Finalista nel Concorso per Aforismi "Perle Quotidiane 2018" Edizioni Montegrappa. I miei componimenti:
  1. Se avessimo un'altra vita sarebbe giustificato il tempo che impieghiamo nel fare una scelta. 
  2. L'egoismo porta come conseguenza il desiderio d'immutabilità. 
  3. Diventare grandi non significa abbandonare i propri sogni, piuttosto ritagliare ad essi una dimensione reale. 
  4. Quanto più duro è lo stato di malessere tanto più intenso potrà rivelarsi il piacere che ne seguirà. 

mercoledì 29 novembre 2017

#cuccioli

Oggi, insieme a tutti questi bambini che ora condividono questo bel percorso insieme, mi sei sembrata più grande. Mi sembra ieri che prendevamo dimestichezza con il massaggio e tu eri piccola, sempre orizzontale e mai ti saresti messa a pancia in giù. Ora quasi riesci a rimanere seduta, la posizione supina sembra andarti a genio e ridi moltissimo. Sono cinque mesi che stai vivendo fuori dalla mia pancia, in parte mi sembra lungo il cammino che abbiamo fatto ma in parte, vedendo quei piccolini, ho già nostalgia dell'esserino che stava nel braccio di papà comodamente. Le mamme devono abituarsi alla corsa del tempo ma non sono mai pronte ad allentare quell'intenso legame che esiste con il suo cucciolo.

lunedì 27 novembre 2017

#profughi #rispetto

Fa molto freddo, non possiamo nemmeno sederci, aspettiamo in piedi davanti alle macerie di quella che un tempo era la stazione [..] C'è altra gente seduta sui propri pacchi donne che stringono bambini. Se ce la faranno ad attraversare le garitte militari del check point andranno ad ingrossare il gregge già numeroso dei profughi, delle persone in transito, con il foglio del permesso dei soggiorno temporaneo nel passaporto blu con i gigli dorati della neonata già defunta Bosnia. Raggiungeranno i centri d'accoglienza, faranno lavori umili, saranno guardati con sospetto dai cittadini delle nazioni dove potranno vivere, ma mai più essere se stessi. E' questa la nuova vita.

Venuto al mondo - Maragert Mazzantini


martedì 21 novembre 2017

#essermamma

Entro piano in punta di piedi, arrivo alle lenzuola sollevate nel punto in cui è accovacciata. Le sento la fronte e il respiro per capire se sta bene. D'improvviso la mente torna a quando ero io sotto le coperte e sentivo mia mamma che mi metteva una mano sulla fronte, poi sulle orecchie per sentire se fossero calde. La sentivo che stava lì qualche minuto a guardarmi, ad accertarsi che stessi bene. Quel gesto, piccolo e semplice, racchiudeva tutta la preoccupazione del mondo, tutto l'amore. Ora che sono madre capisco, ora che sono madre provo, ora che sono madre mi ispirerò a tutto l'amore che ho ricevuto, inconsciamente, come se qualcuno me lo avesse insegnato mentre io dormivo tranquilla e sicura

#bookcity #storiedicarta

Che bello passeggiare sotto i grattacieli a Milano e fermarsi alla casa dei libri per ritirare il volume che contiene la tua storia. Una soddisfazione grandissima e averci portato nostra figlia lo ha reso ancor più speciale. #kasadeilibri #storiedicarta #comieco #milanoplacetobe #bookcity




domenica 5 novembre 2017

#poesie

Le poesie non si spiegano, se raggiungono il posto giusto le senti, ti grattano dentro.

Venuto al mondo - M.Mazzantini

lunedì 23 ottobre 2017

Unamanolavalaltra

Vorrei che nei posti di potere ci fosse qualcuno con un gran coraggio. Il coraggio che ci vuole per sfidare i potenti.
Oggi che l'aria è diventata irrespirabile sfilano le notizie più disparate che variano da "chiudete le finestre" a "blocchiamo la circolazione ai veicoli..."'. Queste soluzioni, se così le possiamo chiamare, sono solo modi per rifuggire il problema. Occorre un intervento più profondo che potrebbe limitare gli introiti di alcuni potenti. Ad esempio per quanto riguarda le auto occorrerebbe un cambio del panorama automobilistico virato verso combustibili naturali o fonti elettriche. Questo però non dovrebbe gravare solo sulle tasche della gente ma anche su coloro che su questo guadagnano. Perché in ballo c'è il mondo, il bene della collettività che sono importanti più del denaro. In un mondo avvelenato che uno sia ricco o povero, muore ugualmente.


giovedì 19 ottobre 2017

#avremmopotuto

Avevamo raggiunto un indice di benessere tale da poterci occupare solo di elevare le nostre menti, di dedicare la nostra intelligenza a qualcosa di grande. Avremmo potuto risolvere grandi problemi economici e sociali. Invece qualcuno ha voluto di più, sempre di più, complice l'avidita e l'arricchimento personale. Ora siamo come un corpo senza arti, un vorrei ma non posso, siamo potenzialmente più istruiti e sani ma privi di ideali e amore per la collettività.

mercoledì 4 ottobre 2017

Pagina Facebook Prima di te

Al link qui sotto potrete farvi un giro sulla pagina Facebook del libro "Prima di te" e trovare estratti per incuriosirvi. Se volete poi cliccare un mi piace :)

Pagina Facebook del libro Prima di te

lunedì 2 ottobre 2017

E.E.Cummings - Poesie

sempre sia il mio cuore aperto ai piccoli
uccelli che sono il segreto del vivere
qualsiasi loro canto è meglio del sapere
e gli uomini che non li sentono
                                        sono vecchi

Prima di te

Non rinunciare mai all'amore è l'unico sentimento importante per il quale vale la pena vivere. E' pienezza, felicità, comprensione, ascolto, aiuto, accettazione: è quanto di più grande la vita concede e va accolto nel cuore senza limitazioni.

venerdì 22 settembre 2017

#nessunsensodicolpa

L'unica colpa che ognuno di noi può avere è non aver fatto quanto in nostro potere per essere felice.

sabato 16 settembre 2017

Ti racconto il mio parto

Domenica 18.06.2017
ore 4.00. Mi alzo a fare pipì come solito ma c'è qualcosa di diverso. Vedo perdite di sangue. Sono a 39+5 e con molta probabilità Isabella ha voglia di farsi conoscere. Torno a letto. Qualche dolorino al basso ventre ma nulla di ché. Scaccio i pensieri e mi riaddormento.

Lunedì 19.06.2017
Mi alzo e vado subito in bagno. Le perdite non sono terminate. Forse per esorcizzare la paura vado a prendere le brioche per colazione e il dolorino, sempre presente, mi accompagna. Mio marito va al lavoro chiedendomi di aggiornarlo e di non esitare a chiamarlo se fosse cambiato qualcosa. Nel pomeriggio le perdite continuano e il dolore aumenta, così provo a prendere coscienza che è arrivato il momento. Finisco la valigia e mi metto sotto la doccia per avere un pò di sollievo. Mi vesto e aspetto mio marito che da un momento all'altro arriverà. Chiama mia mamma e riesco a mentire per non farla preoccupare, si farebbe 200 km immediatamente. "Va tutto bene" le dico, ancora nessuna avvisaglia. Dopo una mezz'ora dall'arrivo di Alessandro decidiamo di andare all'ospedale. Mi ricoverano e mi visitano. Siamo ad un cm. Mi assegnano la stanza. Mi vesto con quello che ho scelto per il parto e mi sdraio un pò sul letto. Le contrazioni sono sempre più dolorose. Opto per una doccia calda, anche se più che calda era tiepida, sarà per quello che non ha funzionato granché. Boule dell'acqua calda sulla schiena. Le dolie arrivano sempre più ravvicinate e dolorose. Andiamo al monitoraggio. "spingi il pulsante quando la bimba si muove". Con il monitoraggio si possono vedere l'intensità e la durata della contrazione. Purtroppo non avendo fatto nulla di preparatorio mi irrigidisco ad ogni scarica. Un dolore lancinante ed intenso che mi attanaglia la pancia se ne va e poco dopo ricompare. Faccio la seconda visita. Siamo a 3 cm. Finalmente possiamo procedere con l'epidurale.

Martedì 20.06.2017
Sono le 00.50. Entriamo insieme in sala parto. Papà si deve vestire, io posso andare. Sala parto I girasoli. Una stanza confortevole con tante uova dipinte alle pareti. Musica new age. La poltrona del parto appare ai miei occhi come enorme, con un numero esorbitante di maniglie. Mi preparano per il catetere dal quale mi somministreranno l'anestesia e poco dopo si parte. La prima alle 2.45. Il dottore tornerà ogni 90 min, alle 4.00 e alle 5.00. Le ostetriche e il dottore ci lasciano ed io e papà rimaniamo soli. Lui si siede al mio fianco su una poltrona e mi copre per bene. Le contrazioni ora sono accettabili. Qualcuna un pò più forte ma tutto umano. Riesco quasi ad appisolarmi. Sono talmente stanca. Ma il pensiero di quel che verrà dopo mi tiene sveglia. Dico al papà di dormire un pò.
Verso le 4.50 le contrazioni si fanno dolorose. Il dottore tarda ad arrivare ma alle 05.15 si presenta e somministra quella che potrebbe essere l'ultima dose di anestesia. Mi visitano sono di 5 cm.  Mi dicono di dover fare l'ossitocina in modo da stimolare le contrazioni e dilatare di più. Guardo fuori dalla finestra un nuovo giorno sta nascendo. Il sole bacia la mia fronte e benedice quello che sarà il giorno del miracolo della vita.
Eccoci le contrazioni sono tornate intense, ravvicinate e dolorose. Cerco di respirare per limitare il male ma durante il picco faccio veramente fatica. Sono le 7.00 il mio corpo mi dice che è ora di spingere, finalmente sono 10cm. E' ora di iniziare. Cambiamo più volte posizione ma non ce ne è nessuna di confortevole. E' Isabella a decidere che il parto si farà a carponi.
Ogni contrazione devo sfruttare il dolore per spingere in modo profondo e prolungato, aiutandomi con il respiro. Sono pervasa da un sentimento di avvilimento. Ho paura di non farcela. Sento molto lontano il momento in cui la bambina uscirà. Le ostetriche mi chiedono di concentrarmi su dolore e respiro. Mi danno l'ossigeno per aiutare sia me sia Isabella.
Guardo papà con gli occhi di chi supplica una fine veloce per questo dolore. Mi dice di continuare che tra poco sarà tutto finito. Stringo i denti e cerco di metterci tutta me stessa. Mi dicono che si vede la testa. Io ho anche il coraggio di contestare e dire che non mi devono prendere in giro, che non è vero. Un'altra spinta. Urlo con forza ed ecco che la testa della piccola è fuori. Fatico a riconoscere l'arrivo delle contrazioni. Il dolore ormai è uniforme. Guardo il monitor. Sento che le ostetriche si muovono in fretta e prendono tutte le cose che servono, allora capisco che questa sarà l'ultima spinta. Eccola che arriva, respiro e spingo. Un istante e la mia bambina è sul tavolo sotto di me con gli occhioni spalancati. Una piccola ET.
Sono le 08.42 del 20 giugno. Guardo papà che piange a dirotto. Io la guardo e guardo lui e riesco solo a sorridere. Ce l'abbiamo fatta: Isabella finalmente è qui con noi. Riesco a girarmi e sdraiarmi e la appoggiano su di me con il lenzuolo verde. E' splendida. Papà avrebbe dovuto tagliare il cordone ma è troppo impegnato a guardarla. Ora la daranno a lui mentre si occupano di me.
E' stata un'esperienza davvero unica: violenta, istintiva. Per i giorni successivi al parto appena chiudevo gli occhi e la mente ripercorreva tutti quei momenti. Ogni singolo istante per non lasciarlo scappare dalla memoria. Conserverò per sempre quella sensazione di umanità selvaggia, di amore incondizionato, di complicità.

mercoledì 13 settembre 2017

Regalo

....come se avessi vinto un premio, una seconda esistenza dentro la mia.
Una nuova occasione fatta di gesti diversi, di nuove espressioni. Una nuova me, quella che ho sempre voluto essere. Lo devo a me, lo devo a noi.


lunedì 11 settembre 2017

#kabul

....Non hai mai visto brillare la rugiada del mattino, ascoltato il volo di una farfalla?
Che esistenza la tua, se non hai potuto godere di questi immensi doni.

E tu, tu hai mai sentito le bombe cadere vicino a casa tua? Hai mai dovuto seppellire tuo padre?

Io non so quanto la vita possa essere delicata perchè nella mia esistenza tutto è stato violento, scuro, doloroso. Il solo ricordo a cui mi aggrappo è l'odore del pane, quello che faceva mia nonna, nel forno del villaggio. Quel ricordo è per me una luce, un luogo confortevole della mente dove rifugiarmi quando tutt'intorno, l'oscurità, guadagna terreno.

venerdì 1 settembre 2017

Quando ti guardo sento il peso del tempo. Ingombrante avvoltoio che guarda dalla spalliera del letto la nostra vita scorrere. Sono grata alla vita ogni giorno per questi momenti unici e irripetibili. Momenti in cui ti guardo dormire e sento che sai di esser al sicuro tra le mi braccia, momenti in cui mi sorridi rispondendo solo ad un mio sguardo, momenti in cui insieme combattiamo piccole sfide giornaliere, momenti in cui mi manchi dopo poco che ti ho messa a dormire. È un'enorme fortuna poterti veder crescere e tenerti per mano nel cammino della tua esistenza.

martedì 29 agosto 2017

#Meritarsi


Questa poesia dice tutto ed usa due parole essenziali all'inizio di ogni capoverso: Ti meriti. Quante volte nella vita ognuno di noi è rimasto intrappolato in amori che non ci lasciavano dignità, che non crescevano all'ombra di un progetto, che non vestivano lontanamente i panni dell'unico amore? Eppure anche questi sono serviti a crescere e ad arrivare alla consapevolezza di quale amore desiderare. L'amore vero è quello che fa sentire esattamente come in questa poesia: un amore che cammina al tuo fianco e che ti lascia la piena libertà di essere, incoraggiandoti in ogni tua passione o modo di essere, che  ti faccia vivere in alto senza aver paura di cadere, che abbia cura di te.

Io questo amore l'ho trovato e vorrei gridare al mondo ogni giorno la sensazione di pienezza e felicità che mi possiede. Proprio oggi festeggio i primi due anni di matrimonio uniti a tre anni di condivisione delle nostre vite: mai momenti noiosi, mai assenza di progetti, è sempre stata una crescita personale e di coppia il nostro stare insieme. Non potrei essere più fortunata!

lunedì 28 agosto 2017

dal libro "Venuto al mondo"

Spesso non ci accorgiamo di quello che abbiamo, non siamo grati alla vita.

dal libro "Venuto al mondo" di Margaret Mazzantini

mercoledì 23 agosto 2017

#lovetrip

Una scatola piena di cartine
ricordano passi percorsi su questa terra
tante città toccate
occhi, profumi, paesaggi
voci, sensazioni
ci siamo fusi con il mondo
mescolato le culture
amo il viaggio




martedì 22 agosto 2017

#arte

«La letteratura, come tutta l’arte, è la confessione che la vita non basta.»
Fernando Pessoa


mercoledì 16 agosto 2017

#partedeltutto

Cieli azzurri d'estate colorano le tue giornate. L'oro dei campi fa da cornice allo smeraldo dei boschi. I caprioli in alto mangiano furtivi e attenti. La sera scende sul villaggio pronto a far festa. Ora sei qui a godere di questo insieme a noi. Ama tutto questo, è parte di te e tu sei parte di esso, piccola mia.

giovedì 3 agosto 2017

#poeta

Il poeta è viaggiatore
dell'anima e del mondo.
A lui il racconto di luoghi sconosciuti
dentro e fuori dell'animo umano.
Vede con gli occhi
racconta con il cuore.


mercoledì 26 luglio 2017

Croce e delizia - Sandro Penna

Se desolato io cammino .. dietro
quel soffio di colline, nella notte
tiepida e buia, steso su una zolla
è forse un giovanotto ad occhi aperti.

Ognuno è solo, ma con vario cuore
riguarda sempre le solite stelle.

Sandro Penna - da Croce e delizia

martedì 25 luglio 2017

Mezquita di Cordoba








Museo Picasso Malaga


Aggiungi didascalia

Davide Coltro

Davide Coltro - 16

Stefan Bruggemann

Stefan Bruggemann - 2003

Omar Galliani

Omar Galliani

Nicola Evangelisti

Nicola Evangelisti - Light Blade - Villa Reale MI

Janet Cardiff & George Bures Miller

Janet Cardiff & George Bures Miller - The marionette maker  - Palacio de Cristal Museo Reina Sofia Madrid
Janet Cardiff & George Bures Miller - The marionette maker  - Palacio de Cristal Museo Reina Sofia Madrid

Nakis Panayotidis

Nakis Panayotidis - Giardini Ducali MO

Luciano Fabro

Italia fascista - Luciano Fabro - Museo Reina Sofia Madrid

H.Matisse - Gioia di vivere

Francisco Goya

F.Goya - Duello rusticano
F.Goya - Perro enterrado en arena - Pitture nere

Nel 1820 Francisco Goya si ritira in una casa a Madrid e inizia a dipingere ad olio direttamente sulle pareti, quelle che saranno chiamate pitture nere, dipinti densi di terrore, disillusione, figure demoniache, assenza di speranza. 
Il primo dipinto chiamato amichevolmente il cane può dare adito a molti punti di vista: io vedo la speranza del ritorno di qualcuno che lo salvi, quindi anche l'angoscia della solitudine.
Il secondo dipinto rappresenta l'essenza assoluta dell'essere umano: la lotta, la violenza tra gli uomini che anche se bloccati o destinati alla morte non smettono di combattere per la conquista. 

lunedì 24 luglio 2017

La clinica dell'abbandono - Alda Merini

Io ero fatta di prati verdi
di lucciole della notte.
Ma qualche adulto bambino
ha preso in mano il grillo
la lucciola e la cicala
che erano in me.
Alcuni falsi poeti
chiudono i grandi nel pugno
della curiosità
e non sanno che anche nel grillo
vive presente un'anima.

Alda Merini - da La clinica dell'abbandono

#Imperativoricordare

Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case.

Voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
  considerate se questo è un uomo
  che lavora nel fango
  che non conosce pace
  che lotta per mezzo pane
  che muore per un sì e per un no.

  Considerate se questa è una donna
  senza capelli e senza nome
  senza più forza per ricordare
  vuoti gli occhi e freddo il grembo
  come una rana d'inverno.

Meditate che questo è stato
vi comando queste parole
scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi alzandovi;
ripetetele ai vostri figli.

O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.

Se questo è un uomo - 1964 - Primo Levi

#figli

Un figlio ti insegna cosa vuol dire avere fiducia in qualcuno: mi abbandono a te perché so che ci sarai sempre, davvero! Occorre essere pronti a questo

giovedì 13 luglio 2017

#voltarsi

E all'improvviso ti volti e sei tu quella ragazza che avresti voluti vedere in te tanti anni fa.
Quella figa che ha cambiato città e lavoro, che fa qualcosa di creativo, che sa stare in ogni situazione, che è semplicemente felice e appagata, che non dipende più dal volere degli altri.
Ti ho sempre vista, vecchia me, inseguire un tipo di vita che credevi  di non meritare ed ora come per incanto ci sei dentro. Sei più forte, tenace, coraggiosa, possiedi finalmente un po d'ironia, sei un po meno permalosa e meno cupa.
Troppo spesso hai ammirato la vita di altri senza far nulla per cambiare la tua, poi un giorno hai deciso di impegnarti per te stessa e questo ha dato i suoi frutti.
Puoi essere orgogliosa di te!

venerdì 7 luglio 2017

Continuità - Walt Whitman

Nulla è mai veramente perduto, o può essere perduto, nessuna nascita, forma, identità - nessun oggetto del mondo,
né vita né forza né alcuna cosa visibile;
l'apparenza non deve ingannare, né l'ambito mutato confonderti il cervello.
Vasti sono il tempo e lo spazio - vasti i campi della Natura.
Il corpo lento, invecchiato, freddo - le ceneri rimaste dai fuochi di un tempo,
la luce degli occhi diventa tenue, tornerà puntualmente a risplendere;
il sole ora basso a occidente sorge costante per mattini e meriggi;
alle zolle gelate sempre ritorna la legge invisibile della primavera,
con l'erba e i fiori e i frutti estivi e il grano.

giovedì 6 luglio 2017

L'Amorte - Alessandro Bergonzoni

Lasceresti solo un calabrone
l'ultima ora della sua vita
se sapessi che ha volato ottanta ore ininterrotte
per poter morire proprio vicino a te?
Se sì,
io voglio diventare quel calabrone
se no,
diventa tu quel calabrone
e volerò io da te.

Alessandro Bergonzoni - L'amorte

mercoledì 28 giugno 2017

#pomeriggi

Nel dolce ticchettio della pioggia ascoltiamo la natura borbottare il suo lamento. Cullarti nel tuo dolce sonno ristoratore. Ti guardo crescere ogni minuto nelle mie braccia, notando ogni tuo piccolo segno di nuovo adattamento a questa vita terrena. Saldamente ancorata alla fonte del tuo nutrimento mi sorridi di un sorriso inconsapevole ma generoso e dolce. Piccola creatura indifesa, la mamma è qui.

mercoledì 21 giugno 2017

#nuovaluce

...e alla fine arrivi tu. Nel dolore che provavo nel metterti al mondo una nuova alba baciava gli occhi miei e di tuo padre che insieme affrontavamo questo momento. Sei la nuova vita che abbraccia il mondo, sei la speranza di un futuro, sei il nostro amore fatto persona. Benvenuta piccola!

venerdì 16 giugno 2017

#fiore

sono venuto al mondo
per rappresentare l'amore

cresciuto in un mondo distorto
ho scavato la strada per la luce

un piccolo grande seme
sparso nella buia terra

grande madre abbracciami
nutrimi
curami

bocciolo di speranza
nel vasto nulla


lunedì 12 giugno 2017

#contest #poesiademocratica

Una mia poesia partecipa al contest dell'associazione letteraria Poesia Democratica. Se vi va un piace è ben accetto!

Grazie

POESIADEMOCRATICA

#primadite #ilmiolibro

Ebook a 2,49 sul sito ilmiolibro.it

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lunedì 5 giugno 2017

Nessuno si salva da solo - 2015 Sergio Castellitto ispirato al romanzo di Margaret Mazzantini

Castellitto alle prese con la rappresentazione di un libro della compagna di vita Mazzantini.
Il tema è quello dell'amore che finisce sfiancato dalla routine e dalle nevrosi che ogni persona sviluppa nel cammino della propria vita. Si perde di vista ciò che ha generato tutto il complesso ecosistema di una famiglia, l'amore. Sembra semplice dire "a me non accadrà mai" ma la vita è difficile, le esperienze di ognuno trascinano lontano, i figli contribuiscono a mettere da parte se stessi. Occorre sempre rimanere vigili e concentrati sull'unione e sul sentimento. 
Emerge tra le scene del film una caratteristica delle storie d'amore alla deriva: la pesantezza. Al contrario suo la leggerezza che è propria dell'inizio delle storie d'amore: le cose che importano sono solo stare insieme, fare l'amore, sognare il futuro e scambiarsi i vissuti. Tutto questo dovrebbe naturalmente migrare in progettualità, entusiasmo di unione, cura dell'altro. A contorno però ci sono tanti aspetti meno romantici e rosa ed è proprio per questo che occorre mettere sempre l'accento solo su ciò che è davvero importante. 
Riuscire a vincere l'atmosfera pesante e avvilente potrebbe anche far riemergere le note dorate di una canzone d'amore, la propria, scoprendo che non tutto è perduto e che l'amore può riaffiorare. 




mymovies

#milkandhoney #rupikaur


domenica 28 maggio 2017

Attesa

È un'attesa difficile ed estenuante. Il corpo ancora cambia, si trasforma. Lascia sempre più spazio ad un'estensione di me che non tarderà a mostrarsi. È un momento strano in cui il cuore inizia a comprendere che dovrà allargarsi per contenere l'amore necessario a te, piccola vita. Già conosciamo i nostri movimenti, abbiamo imparato ad ascoltarci e a prenderci cura l'una dell'altra anche se non ci siamo mai guardate negli occhi. Quando sarà il momento madre natura ci aiuterà a comprendere il percorso da affrontare per conoscerci. Ora ti terrò ancora un po dentro me, riflettendo sulla magica ed incredibile avventura che è la vita. A presto piccola mia.

venerdì 26 maggio 2017

#veroamore

Il vero amore non è né fisico né romantico.
Il vero amore è l'accettazione d tutto ciò che è, è stato, sarà e non sarà.

Kahilil Gibran

mercoledì 24 maggio 2017

#Manchester

Suonano alla porta. Finalmente! E' Veronica con sua madre che mi è venuta a prendere. Non vedevo l'ora. Un'ultima occhiata alla specchio, prendo lo zaino, il bandana e sono pronta. Scendo le scale e saluto al volo mia mamma che in cucina sta preparando la cena.
"Ciao mamma, io vado".
"Aspetta che esco anch'io a salutare la mamma di Veronica".
"Sì però fai presto che arriviamo tardi".
Apro la porta e mia mamma dietro. Scendiamo i gradini e ci avviciniamo all'auto. Veronica mi apre la portiera esibendo il suo sorriso più grande.
"Sei pronta?!"
"Certo che domande, sono due mesi che aspetto"

La data del concerto era stata fissata molto tempo prima: fu difficile convincere i miei a comprare il biglietto e lasciarmi andare. La mamma di Veronica aveva giocato un ruolo fondamentale quando decise di accompagnarci. Disse che non avrebbe mai voluto farci perdere un concerto perché lo considerava quasi un battesimo alla vita da teenager. Mia madre fu più rigida ma non riuscì a trovare nessuna motivazione valida per impedirmi di andare. Buoni voti a scuola, nessun colpo di testa: una figlia esemplare.
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Sento il sudore che mi cala dalla fronte, lo sento scendere anche sulla schiena nonostante la striscia adesiva che mi cinge il busto. Ho difficoltà a muovermi a causa del mio trasporto eccezionale. Seduto sul seggiolino del treno, accanto a queste persone che non sento fratelli, la mia vita corre veloce verso l'obiettivo. Entra nello scomparto una donna, somiglia molto a mia sorella. Porta il chador sui capelli ma è vestita all'occidentale.
"Salve, posso sedermi qui?" dice guardandomi.
Non avrei voluto compagnia ma il treno era pieno e io occupavo il sedile con la valigia.
"Ehm..va bene" faccio io, spostando il borsone delicatamente sul portabagagli sopra la mia testa.
"La ringrazio, vorrei sedermi un attimo prima di arrivare, perché una volta lì dovrà stare in piedi per più di quattro ore"
Non avevo nessuna intenzione di iniziare una conversazione. Dovevo rimanere concentrato e ripassare tutti i punti, per non sbagliare.
"Mi aspetta mia sorella in stazione. Sarà così euforica, è da due mesi che aspetta questo giorno" fa la donna.
Le accenno solo uno sguardo di circostanza, nessuna domanda sperando che non vada oltre nella conversazione, ma lei sembra non capire.
"E' bello vivere in una città dove vengono a suonare le star internazionali, ti fa sentire un pò al centro del mondo"
Da lì deduco che non ha capito che non voglio parlare ma sopratutto, comprendo che siamo diretti nello stesso posto.
"Va al concerto?" le chiedo.
"Sì" fa' lei sorridendo.
Non riuscirò mai a capire cosa possa scattare nella mente di queste persone. Vanno a vedere una ragazzetta  quasi nuda che non ha rispetto nè per Dio nè per la sua famiglia. Si mette in mostra davanti a folle adoranti di ragazzini che contribuisce a plagiare e corrompere. Le donne dovrebbero stare a casa ad aiutare la famiglia invece che andare a perdere tempo. Somiglia davvero tanto ad Aisha. Per un attimo il pensiero torna al villaggio e alla famiglia lasciati con la promessa di servire il popolo e la parola di Dio, per un futuro migliore da dare alle generazioni che verranno. Lontani dal peccato e dall'arroganza dell'Occidente.
"Tutto bene?" chiede la donna
"Sì certo, però se non le dispiace vorrei rimanere in silenzio".
"Le chiedo scusa"
"Non si preoccupi" le dico sistemandomi più dritto sul sedile. Finalmente ora starà zitta, tra poco siamo arrivati.
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"Ciao Laura, ancora grazie per tutto questo" disse mia madre affacciandosi al finestrino dell'auto.
"Ma di ché. Avresti fatto lo stesso. Ti ricordi quando ai nostri tempi si smaniava per andare a vedere i Duran Duran?! I miei mi hanno sempre detto no e appena ho potuto decidere per me, non ho mai perso un concerto. Sono esperienze necessarie. Sono emozioni."
"Sei troppo romantica. Ma hai presente che delirio ci sarà?"
"Eh va bè siamo a sedere. Posti numerati. Meglio di così. Sarebbe stato peggio in prato!"
"Allora mamma andiamo?! E' tardi!" ammonisce Veronica sporgendosi ai sedili davanti.
"Si dai mamma lasciaci andare" faccio io.
"Ok ok, andiamo, via".
"Mi raccomando fai la brava e tieni sempre d'occhio loro, mi raccomando. Divertitevi".
Mia madre finalmente si congeda. Laura accende l'auto ed esce dal vialetto.
Arrivati vicino all'arena  parcheggiamo incredibilmente abbastanza vicino per vedere la gigantesca struttura che ospitava l'evento. Ero emozionatissima. La prima volta che vedevo uno spettacolo del genere, nemmeno potevo immaginare cosa ci aspettava. Il cuore in gola e felicità alle stelle.
Ci incamminiamo e incrociamo tantissime ragazze che come noi avevano gadget, scritte sul viso o striscioni con su il nome di Ariana.
Un gruppo più in là intona ......bout you makes me feel like a dangerous woman.....
Somethin' 'bout, somethin' 'bout, somethin' 'bout you....rispondono da dietro.
Che adrenalina! Arriviamo al controllo biglietti e ci attende la fila.
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Il treno è in arrivo alla stazione. Mi alzo e prendo il borsone. La ragazza si alza, per un attimo le nostre braccia si sfiorano.  Mi guarda e accenna un sorriso.
"Buona serata"  mi dice.
Mi volto appena e le faccio un cenno.  Sento che borbotta qualcosa andandosene.
Scendo dal treno e mi confondo tra la folla, cercando di visualizzare la fermata del bus che devo prendere. Non sarà difficile sono tutti diretti là.
Mi fermo agli sportelli automatici e prendo un biglietto. Mentre metto via i soldi uno mi urta con lo zaino mentre correndo si dirige verso la fermata. Sì corri pure. 
Trovo un bar con i tavoli esterni. Mi avvicino al bancone e ordino un thè, prima di trovare posto ad un tavolo. Pago e mi siedo in attesa della bevanda.  Mi giro per vedere la marmaglia che sta salendo sull'autobus, il colore bordeaux del chador di quella ragazza spicca in mezzo alla moltitudine di teste.  Arriva il mio thè.
"Scusi l'attesa" dice la cameriera porgendomi tazza e teiera.
"Non si preoccupi ho ancora tempo" rispondo io.
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Prima di entrare ai tornelli ci controllano lo zaino. Apro il mio, Veronica il suo. C'è una bottiglietta di acqua che il militare provvede a stappare e a restituirle.
"Si ma ora come faccio, mamma!"
"Eh piccola serve per evitare di buttarla in testa a qualcuno, dai vai avanti, dentro ci sono i bar"
Prendo Veronica e la invito ad avanzare. Davanti a noi una fila interminabile di gradini che conducono all'interno dell'arena. Il cuore batte forte mentre a passi lunghi saliamo.
"Ragazze un pochino più piano non riesco a tenervi dietro" Dice Laura annaspando.
Arriviamo all'ingresso: davanti a noi si apre uno spettacolo incredibile. Il palco è gigantesco con una enorme pedana che si estende fino al centro. Non riusciamo a trattenerci: io e Veronica scoppiamo in un urlo di gioia e ci mettiamo a saltare.
"Wow" esclama Laura che ci raggiunge dopo qualche minuto "veramente impressionante".
Diamo un'occhiata alle gradinate e cerchiamo il nostro posto. Ora è solo attesa: un'ora che sembrerà lunga un secolo. Chiamo mia mamma.
"Mamma tu non puoi capire, non riesco nemmeno a spiegarlo. E' tutto gigantesco"
"Sono felice che ti piaccia. Mi raccomando fai attenzione e divertiti. Ricordati che ti voglio bene"
"Anch'io mamma, grazie.
Manca poco ormai. Le gradinate sono piene ed il prato si è quasi del tutto riempito. Una musica di sottofondo fa ballare tutti nell'attesa, ma il pensiero è per quando uscirà lei.
Ad un certo punto le luci di spengono ed un grido unanime e fortissimo si alza. Le luci si accendono di colpo ed eccola apparire su un'altalena al centro dell'arena. Inizia la musica! E' bellissima!
Io e Veronica ci guardiamo negli occhi: che bello essere lì insieme.
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Mi alzo dalla sedia, prendendo la borsa. Una sensazione di tremore prende le gambe. Mi fermo un attimo e respiro a fondo. Riprendo il cammino dirigendomi verso la fermata.
L'autobus arriva e salgo sedendomi in fondo. La ressa è finita. Guardo fuori dai finestrini la città che scorre. Non voglio pensare a nulla, ma insistentemente gli occhi di quella ragazza mi violentano. Strizzo gli occhi un secondo. Non vedo bene. Penso a mia sorella, ai miei genitori, sento l'odore di casa. Penso che tra poco sarò in pace finalmente e che loro saranno fieri di me, solo questione di tempo.
Prossima fermata Manchester Piccadilly
Eccomi arrivato. Mi dirigo verso l'arena. Il concerto è ancora in pieno svolgimento. Avrò il tempo di mimetizzarmi. Rimango un attimo fermo per verificare la posizione e mi incammino verso il punto stabilito.
ore 22.15: Controllo che tutto sia a posto e mi siedo a terra con le gambe incrociate. prendo la borsa e la tengo tra le gambe. E' molto pesante, ma ora non sento più nulla. Il tremore, la tachicardia sono passati. Sono calmo. Mi sento bene. Lo sto facendo per il mio popolo, per i bambini del mio villaggio e per la mia famiglia. E' ora di rispondere alla violenza con la stessa arma.
ore 22.25: Prendo tra le mani il telecomando e appoggio il pollice sul pulsante. Mi asciugo gli occhi.
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E' stato davvero bellissimo, un'emozione unica. Mi sento ancora frastornata dal volume e dall'agitazione. L'arena inizia a svuotarsi. Siamo davvero tantissimi. Sopratutto ragazzi della mia età. Penso a quanto è bello essere uniti da una passione e mi sento davvero fortunata a condividerla con la mia migliore amica.
"Allora ragazze come è stato?" chiede Laura.
"Davvero bellissimo mamma" risponde Veronica abbracciandola e ringraziandola di averci accompagnato.
"Che dite iniziamo a scendere?"
Ci mettiamo in fila e iniziamo a percorrere i gradini che ci portano verso l'uscita.
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ore 22.29: Addio Aisha, mamma, papà: vi voglio bene.
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Un boato enorme scuote il torpore della discesa. Sento urla e vedo la folla che inizia a correre nelle più disparate direzioni. Mi giro e non vedo più nè Veronica nè Laura.
Migliaia di persone corrono impazzite. Rischio di cadere. Il terrore si è impadronito della mia mente. Inizio a gridare "Veronica, Laura dove siete?" ma mi accorgo che c'è troppo caos perché mi possano sentire. Impietrita dalla paura mi fermo sul pianerottolo e d'un tratto sento qualcuno che mi prende la mano. Mi giro urlando e vedo Veronica e Laura in lacrime che mi abbracciano.
"Oddio pensavo che ti fosse accaduto qualcosa"
"No no sto bene. Ma cosa è successo?"
"Sembra ci sia stata un'esplosione fuori, ma ora usciamo avanti."
Ci teniamo strette per mano come se quella fosse l'unica cosa esistente al mondo in quel momento e scendiamo verso le porte. Sirene blu, poliziotti, ambulanze fuori è il caos più totale, ma noi non ci fermiamo decise a raggiungere la macchina. La vediamo è ancora nel parcheggio. Entriamo e scoppiamo in un pianto senza fine.
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Torna il terrore in Gran Bretagna, e torna nel modo più scioccante possibile: un attacco terroristico al termine di un concerto per giovani e giovanissime all'Arena di Manchester, il più grande spazio per il divertimento della città. Il bilancio delle vittime è di 22 morti e almeno 120 feriti. Tra i morti - fa sapere il capo della polizia di Manchester, Ian Hopkins - ci sono anche dei bambini. 

lunedì 22 maggio 2017

3 Generations - 2015

Film dal contenuto complesso per chi non si è mai interrogato sull'identità. Una scelta difficile di un sedicenne intrappolato in un corpo femminile che non sente suo, rapportato agli errori in amore della madre che mettono sul piatto una complessa architettura familiare.
Lasciandosi alle spalle la normalità precostituita di una società come la nostra e i pregiudizi sulla diversità ne emerge, come è doveroso che sia, che le scelte delle persone devono essere rispettate sempre, a qualunque età. Quando si è chiamati a farne in nome e per conto di altri occorre una grande sicurezza che può essere acquisita solo in funzione di un rapporto trasparente e sincero.


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