mercoledì 31 dicembre 2014

Happy new year!

Ho sempre fatto un piccolo pensiero su quello che è stato l'anno passato.
Questo sono successe moltissime cose e ci sono stati tanti cambiamenti nella mia vita: di ognuno di essi sono estremamente felice.
Il mio carattere sta migliorando ed è aumentata la consapevolezza di me e dei miei obiettivi.
Il ringraziamento più grande va in primis a me ma di più alla persona che è al mio fianco che ha reso possibile questo approfondimento di me.
Non è facile trovare una persona così: nessuna imposizione, nessun compiacimento, nessun gesto o pensiero finto. E' come se ogni volta che mi guarda mi mettesse davanti ad uno specchio e mi dicesse: "guardati e riconosciti, io ti amo per ciò che vedi in quello specchio".
La piena libertà di essere se stessi e nell'esserlo percorrere una strada insieme.
Questo consentirà a entrambi di non essere mai stanchi ed annoiati di noi, ma complici e motivatori dell'essere in due. Un giorno durante una discussione, mi rimase una frase scolpita in testa: "io ho un'idea troppa pura della coppia". Ora capisco l'importanza e la bellezza di quella frase e sono felicissima di essere parte di questa bellezza.
Devo a quest'anno gratitudine per avermi accompagnata gentilmente nella mia trasformazione: nessun trauma netto ma tanti piccoli passi verso la felicità.
Il 2015 sarà fatto nuove e bellissime esperienze che affronterò con maturità e consapevolezza e al fianco di una persona che amo! Cosa volere di più!

Auguri a tutti!

domenica 28 dicembre 2014

Il viaggio più lungo che ognuno di noi compie è quello per conoscere se stesso.
 
 

lunedì 22 dicembre 2014

Lavaggi di coscienza

Ogni giorno mi chiedo quale sia il modo per rendere speciale la nostra vita. Speciale nel modo giusto. Degna di essere chiamata vita.
Una discussione di questi giorni mi ha fatto riflettere molto sulle condizioni del mondo oggi, o meglio in prima battuta del mio mondo.
Sostenevo che ogni gesto fatto per altruismo crea analoghi comportamenti positivi e allarga la mente di coloro che ci stanno vicino dando un esempio di come sia importante preoccuparsi per chi sta peggio di noi.
Mi è stato sollevato però che questo potrebbe essere un gesto fatto semplicemente per lavarsi la coscienza del male vero del mondo che in questo modo non viene nemmeno scalfito.
Allora io dico ma in questo modo, decentrando l'attenzione su qualcos'altro, di lontano ed enorme, il rischio non è poi di non aiutare nessuno?
Come posso io prendermi carico da sola di aiutare l'altra metà del mondo che soffre la fame, il freddo, le guerre ed ogni altra ignobile manifestazione del male?
Cosa posso fare io che vivo in questa parte de mondo che non fa altro che accumulare opulenta ricchezza e benessere?
Tutte le persone che prendono e vanno in africa ad aiutare (dico africa per dirne una ma ce ne sono tantissimi di posti dove le condizioni umane sono al limite) mettono da parte l'egoismo di avere il proprio piccolo mondo fatto di una famiglia, un lavoro, una casa e si dedicano totalmente e disinteressatamente agli altri.
Quindi io sono egoista e mi preoccupo solo della mia di esistenza, penso a stare bene io e gli altri in qualche modo si arrangino.
Mi fa molto male pensare questo perché in qualche modo so che è vero.
Ma al tempo stesso so di non essere la persona che se ne frega di tutto ma anzi so di avere una sensibilità spiccata che mi aiuta a riconoscere le situazioni di allarme e di richiesta di aiuto e ad attivarmi subito per aiutare chi ne ha bisogno.
Probabilmente non bisognerebbe mai averne abbastanza di questo. Un vita piena è una vita di condivisione e di aiuto reciproco.
Ora che è Natale vedo tantissime persone, compresa me, affannarsi per i regali. Tralasciando la motivazione per cui questi vengono fatti, in totale contrasto con i principi religiosi, per chi li professa, è sempre tutto finalizzato ad accumulare, mangiare, riempire.
Il natale come tradizione dello stare insieme, viene ogni volta soggiogato dal pensiero di omaggiare le persone. Il pensiero in realtà nasce correttamente dal "prendersi cura" una volta l'anno degli altri. Ma proprio perché è così perché non omaggiare chi di questa cura ne ha davvero bisogno?
Non so dire se le mie riflessioni mi portino vicino  lontano dal fare qualcosa.
Non posso accontentarmi del "bè intanto io ci ho pensato, altri nemmeno lo fanno" e nemmeno di quei gesti che compio quotidianamente e che in qualche modo mi fanno sentire diversa, ma lavorare sempre per aiutare.
Alla fine di tutto non potendo cambiare in prima persona il sistema globale proprio perché non accadrà mai che le persone si uniscano coese per uno scopo di aiuto (piuttosto per chi prende la macchina per il derby) occorre insistere con i propri gesti e dare l'esempio. Secondo me di questo c'è tanto bisogno, di un esempio di qualcuno che vada controcorrente, di qualcuno che si curi del suo prossimo e lo mostri agli altri.

Ho tanti pensieri per stanotte!

mercoledì 17 dicembre 2014

Onestamente oggi l'unica cosa che sembra fare il mondo come attività prediletta è trovare un colpevole, sempre. Accade ogni giorno, al lavoro come nella vita privata, col capo, moglie, amici.
E non per una giusta ragione ma solo per il sadico conforto di sapere che non si è sbagliato in prima persona e infierire così . L'errore ha diritto di esistere come la verità tant'è che da qui il detto chi non fa non falla. Ma a errore commesso la cosa più importante è darvi un senso, stabilire come si è arrivati lì, cosa non ha funzionato nel percorso e come si può ovviare in modo che non accada più. Credo che il modo migliore per mettere una persona sulla difensiva e far crescere in lei un sentimento di rancore e di schermatura ai problemi sia riempirla di sensi di colpa e farle credere che tutto grava sulle sue spalle.

martedì 2 dicembre 2014

Sono grata alla vita perché ogni giorno mi fa provare sensazioni nuove
Sono grata alla vita perché mi fa assaporare le emozioni
Sono grata perché mi concede di amare e me lo fa fare completamente
Oggi che sono stata circondata di persone che vogliono solo il mio bene mi rendo conto vita che vale la pena sentire ogni attimo e ogni piccolo impercettibile movimento di essa.....come un fiume in piena ti muovi e travolgi ogni cosa sulla tua strada!

Sai che ogni secondo si muore un pò?

Passiamo questo tempo ad amare!

Non avremo mai il rimorso di quegli attimi: essi hanno generato altro amore e di questo, solo di questo, ha bisogno il mondo.

Trame

Ecco casa
i nostri libri che si mescolano
come le nostre vite.

Intrecciano le trame
nell'unica storia possibile:
noi.

Agli occhi altrui appare poco
ma è tutto!

Due strade che confluiscono in una.

Due passati ed un solo futuro.


interno di casa ritrae libreria e strumenti musicali


giovedì 27 novembre 2014

Allacciate le cinture

L'amore è nella bellezza
L'amore si riconosce nello specchio dell'esistenza
rompe le barriere del nostro vivere terreno
ci conduce laddove non esiste fisicità, materia
solo intensità, anima.
L'amore non ha faccia, corpo, vestiti, trucchi
è un luogo della mente dove due anime si legano per sempre
e a cui vengono ricondotte ogni volta che si guardano o si avvicinano.
L'amore apre i cancelli alle anime pure
fatte di luce
L'arroganza dell'uomo nel pensare che l'amore si possa catturare
rinchiudere in una gabbia
L'amore vola libero.
Allacciate le cinture - F.Ozpetek

mercoledì 26 novembre 2014

Vorrei sapere scrivere bene. Vorrei potermi dedicarmi tanto a questo. Riuscire a scrivere di tutto quel che mi passa per la mente ogni giorno, ogni minuto. Ci sono giorni in cui un'immagine, un profumo, una sensazione evocano parole che scivolano nella mente desiderose di imprimersi su un foglio bianco; poi altrettanto in fretta se ne vanno, quelle giuste, le prime. Rimane poi il concetto, quello che volevi dire ma probabilmente non sarà la stessa magia. Vorrei sapere rileggere senza pensare che quello che scrivo il più delle volte fa schifo, ed è forse per questo che rileggo difficilmente.
Ma lo scrivere non è solo un fiume in piena, è anche costanza, prova, intelligenza, dedizione, lettura, informazione. E' necessario l'impegno: il tempo verrà di conseguenza.
Non ci sono scuse per scrivere occorre solo ed unicamente la passione.

martedì 25 novembre 2014

Hallelujah

Lacrima
estratto di bellezza
pura gioia
senza confini.

Scorri libera
senza paura.

La tua verità sarà custodita
per sempre
nel mio cuore.

copertina album Jeff buckley


martedì 11 novembre 2014

Era San Martino....

Malinconia di San Martino....profumo di caldarroste che mio nonno cuoceva sulla stufa. Andavamo a casa sua quel giorno e dopo cena metteva le castagne sulla piastra della stufa e le girava lentamente con il palmo della mano. C'era la tv in bianco e nero ma quando andavamo là spegneva sempre per parlare un po con noi, anche se la nonna e la sua malattia monopolizzavano la conversazione. Era un uomo buono mio nonno, completamente devoto a quella donna che aveva sposato e che amava sopra ogni cosa. Non credo nella vita di aver conosciuto tante coppie come quella. Il rapporto era un pò dispari: probabilmente l'amore disinteressato e completamente libero che mio nonno provava era più in un solo verso che nell'altro, ma complice era anche la malattia di mia nonna che attanagliava la sua mente e il suo fisico.
Mio nonno non ebbe molta fortuna ma fino all'ultimo suo respiro ha pensato sempre a lei, ai suoi bisogni, alle sue necessità con un'attenzione meticolosa e incessante. Spesso mi chiedo se avessero raggiunto questo con il tempo, se avessero imparato a rispettarsi a tal punto da prendersi cura l'uno dell'altro ogni momento o se fosse semplicemente qualcosa che veniva da solo, ma poi smetto di interrogarmi e ripenso a quelle date scolpite sulla loro dimora eterna che fissa a quindici giorni l'uno dall'altra l'abbandono di questo mondo. Uno per malattia l'altra perché venne a mancare il suo pilastro. Il loro destino sembrava fissato fin da subito e invece la vita ha voluto sconvolgere i piani di tutti e due. Sono diciassette anni che sono mancati ma il giorno di san martino mi piace fargli spazio nei miei ricordi, ripensando a quando io e mio nonno giocavamo a dama sotto il nocciolo o quando con mia nonna facevamo merenda al rientro da scuola i pomeriggi che andavo da loro. Sono stata molto fortunata a conoscerli tutti i miei nonni.....mi hanno dato una bella visione, nonostante tutto, della vita a due.

mercoledì 5 novembre 2014

Confini

Individuare i propri limiti equivale a conoscersi a fondo delineando i propri confini. Il confine darà la linea oltre la quale andare per migliorarsi e spingere piu avanti il nostro "territorio" per ampliarlo sempre un gradino in più. 
Il comfort,  la nostra zona tranquilla, crea una gabbia che non ci consente di volgere lo sguardo in altra direzione e perciò conoscere una nuova possibilità,  un nuovo punto di vista, un altro universo.
Rendersi scomoda la vita equivale a migliorarsi.

lunedì 3 novembre 2014

Morte consapevole

Mentre il mondo era impegnato a festeggiare Halloween una ragazza di 29 anni nella sua stanza, circondata dai suoi affetti, lasciava in modo dignitoso questo "meraviglioso mondo" così lo aveva definito.
Un'età bellissima in cui godere della vita e delle soddisfazioni che porta; un destino beffardo che invece si prende gioco di lei accorciando il suo cammino a dismisura con il male più terribile del nostro tempo.
Una decisione consapevole, ragionata e dignitosa fa spostare questa famiglia dal luogo in cui viveva al luogo in cui è concesso abbandonare questa vita nel modo che si ritiene più giusto.
Ora noi possiamo rimanere indifferenti, provare sofferenza, provare rabbia possiamo essere coinvolti in molteplici modi ma ciò che infine rimane è che questa ragazza ha fatto la sua scelta, perciò la scelta giusta.
Non amo i moralismi fini a se stessi ma amo la sincerità, l'intelligenza, l'umiltà. Non voglio dire come tanti hanno scritto che si è suicidata ma che consapevolmente scelto di morire.
Questa ragazza con un gesto coraggioso e terribile al tempo stesso ha scelto la dignità dell'essere umano e l'altruismo verso i suoi cari. Come sarebbe stato per i suoi familiari vederla soffrire una morte lenta e dolorosa senza possibilità alcuna di guarigione?
Reputo l'accanimento di certi casi clinici solo ed unicamente un atto di egoismo che ci vede tutti, a nostra volta, pretendere che una persona a cui vogliamo bene rimanga al nostro fianco a qualunque costo.
Brittany invece ha fatto riflettere tutti ponendoci davanti al fatto compiuto e chiedendo che questa dignità di morire sia perseguita per tutti quelli che fanno una scelta con serenità e lucidità.

Ciao Brittany


Morte inaccettabile

Sul caso Cucchi credo che in questi giorni sia stato detto tutto.
L'indignazione non è sufficiente, occorre dimostrare, protestare, mantenere viva l'attenzione su di un avvenimento che ci fa vergognare di essere uomini.
Ciò che non ci si riesce a spiegare è come è possibile che chi garantisce la giustizia non riesca a prendere una decisione definibile "l'unica giusta".
Immedesimarsi nelle persone coinvolte servirebbe?
La giustificazione data alle famiglie  è che non ci sono sufficienti prove a dimostrazione del compimento dell'atto.
Come prima cosa colui che ha firmato il certificato che riporta "è deceduto per cause naturali" è il primo ad essere colpevole, a seguire tutti coloro che erano in servizio in quei momenti.
Le foto che in questi giorni sono circolate parlano chiaro e sono più che sufficienti a dimostrare che è stato compiuto un crimine e i responsabili devono pagare.
Non so come sia possibile che gli avvocati di queste persone riescano a dormire sonni tranquilli e non sentire questo peso enorme sulla coscienza.
Solidarietà massima a tutti i familiari di Cucchi augurandoci che venga al più presto fatta luce su questa vicenda.

giovedì 30 ottobre 2014

Edward mani di forbice


Quando da piccola vedevo Edward mani di forbice non avevo idea dei messaggi che conteneva, un film di una magia ed una genialità uniche.
La diversità, la tolleranza, la discriminazione, l'amore disinteressato, il pettegolezzo e la falsità, l'egoismo e la possessione...tutto raccontato in una chiave fantastica ma riconducibile incredibilmente alla realtà, quella più cinica e crudele ma anche quella fatta di purezza e sentimento.
Questo film mi lascerà sempre delle sensazioni bellissime forse quelle che da sempre hanno animato il mio essere umana: l'amore va al di là di ogni barriera, sia essa fisica o mentale, nutrendo di bellezza tutto ciò che sfiora; l'accettazione della diversità e la condivisione rendono il mondo migliore.
Ci sono persone per cui la vita non ha disegnato un facile percorso.
L'ha reso pieno di ostacoli, lotte e scontri, difficoltà e fatica.
Credo che sia però un modo per ponderare a fondo le scelte e sudarle in modo da avere la certezza che quello è ciò che desiderano ad ogni costo, tanto da sopportare tutto.
Non avranno mai una vita predigerita semplicemente perché non accetterebbero mai di vivere quella di altri.
Volere bene a una persona non significa proteggerla a tal punto da sostituirsi ad essa evitandogli lo scontro con la vita. Significa accompagnarla nel suo percorso rispettando le sue scelte, facendogli capire che è lì e che ci sarà sempre qualunque strada prenderà.

Amare vuol dire rispettare: questa è la verità!

martedì 28 ottobre 2014

Accettiamo l'amore che pensiamo di meritare.

               "Noi siamo infinto"

lunedì 27 ottobre 2014

On the road - pensieri dal film di Walter Salles (e dal romanzo di Kerouac)

Finito ora di vedere il film di Walter Salles 2012 ispirato al romanzo di Kerouac. Diversi sono gli spunti che prima del film, vengono direttamente dal libro. Ambientato negli anni 50 mostra una realtà di ricerca e di sete di esperienza, in una America alle prese con le sue contraddizioni ma piacevole da attraversare e da vivere.
Il "nostro" Dean è un personaggio che probabilmente almeno ognuno di noi nella vita ha conosciuto. Una persona così, se la si incontra in una certa parte della vita non può che far innamorare: di un amore ossessivo, devoto, instancabile. Un vortice che racchiude l'estremo, l'eccesso, la bellezza, la vita, il cervello, l'esperienza, il limite. Una persona che fa desiderare di essere vivi e fa avere voglia di mangiare a morsi violenti questo cammino chiamato vita. Pedale a fondo sempre a 100 all'ora.
In questa persona però manca l'equilibrio, manca la volontà e la serenità di capire che ogni cosa ha una fine o meglio che ogni esperienza è finalizzata sempre e comunque a un obiettivo.
Un'esperienza aiuta a comprendere che si è vissuto, capito e che si può andare oltre.
La nostra vita ha costante bisogno di esperienze, che capitano anche involontariamente, ma ha anche e sopratutto bisogno di obiettivi. Le fasi che viviamo possono essere affrontate solo nel momento in cui si esaurisce tutto ciò che faceva parte dell'una per passare all'altra.
E' per questo che quando vedo persone di cinquant'anni fare i ragazzini andando in discoteca accompagnate da ragazze più giovani di loro hanno del ridicolo: primo perché sembra essere l'unico slancio di vita che può manifestarsi dopo un matrimonio finito e secondo perché quel tempo l'hanno già vissuto e quel tempo aveva una collocazione ben precisa, che non può ritornare.
Evidentemente se sono a quel punto non hanno vissuto tutte le esperienze e si sono fermati prima, magari hanno avuto paura e magari erano già stanchi prima di arrivare alla fine della loro fase.
Il protagonista Sal alla fine del suo viaggio, scrive un libro, semplice fatto di racconti e di esperienze che lui stesso ha compreso, elaborato e ricordato solo dopo averne preso distanza. Ha dovuto cercare la propria serenità, il semplice ritorno alla vita fatta di piccoli passi e piccole soddisfazioni.
L'estremo, l'oltrepassare il limite, il vivere a cento all'ora erano state forse illusioni per distogliere lo sguardo dalla vita vera?
Non credo fossero solo tali...in realtà quelle esperienze gli sono servite a capire i propri confini, capire il "dove sono io e dove cominciano gli altri"
Credo poi che per poter raggiungere il proprio equilibrio ci si debba conoscere a fondo, accettare ed amare per ciò che si è. Tenere il bagaglio che si è costruito sempre stretto e aprirlo di tanto in tanto, per ricordarci chi siamo, sempre!

venerdì 24 ottobre 2014

Il pregiudizio

Il pregiudizio è una forma mentis del nostro cervello che classifica una persona, un oggetto, un comportamento in base ad alcuni canoni da lui stesso imposti e ne determina il parere positivo o negativo.
Il pregiudizio successivamente si comporta come una fascio di luce ovvero tuttora che se ne ha uno, tutte le caratteristiche che vanno al di fuori di quelle già considerate in fase di valutazione vengono scartate.
Nel caso degli esseri umani è per questo che da una persona che non ci piace non si avrà mai qualcosa di positivo che sia un commento un gesto o altro.
Il pregiudizio nasce fondamentalmente dalla paura di ciò che non si conosce.
E' infatti la paura la caratteristica che ci difende dai pericoli poiché innalza il livello di attenzione e pone delle barriere cautelative tra noi e il pericolo.
Rimane da capire se il pericolo è reale o se è solo un timore o addirittura un cambiamento.
Qui occorre aiutare il cervello a scindere e razionalizzare per evitare di precluderci esperienze, conoscenze e tutto quanto può donarci una novità

martedì 21 ottobre 2014

Lezioni importanti

Tutte le cose guadagnate con fatica e costanza saranno quelle che ti renderanno più felice e realizzato. Nel momento che ogni difficoltà o mancanza viene cucita con una pezza o sostituita con una novità le cose, peggio ancora le vite, avranno sempre un valore sminuito.

domenica 12 ottobre 2014

Zygmut Bauman - La solitudine del cittadino globale

In altre parole la civiltà libera dalla paura o quantomeno rende le paure meno terribili e intense di quanto altrimenti lo sarebbero. In cambio pone restrizioni alla libertà individuale. Agli essere umani non è concesso perseguire tutto quello che desiderano dal profondo e quasi nulla può essere perseguito nel modo desiderato. Gli istinti sono tenuti a freno o del tutto soppressi: una condizione infelice governata dal disagio psichico dalla nevrosi e dalla ribellione. I malesseri e i comportamenti devianti più comuni, suggerisce Freud, nascono dal sacrificio di buona parte della libertà individuale in cambio di qualunque cosa serva a garantirci, collettivamente o singolarmente, una maggiore sicurezza individuale.

domenica 5 ottobre 2014

Casa: è un luogo o uno stato mentale?  Cos'è che ci fa percepire quel senso di sicurezza,  di comfort di tranquillità? Sono le mura, con cui chiudi fuori il mondo?  Sono le persone,  accondiscendenti e amorevoli? 

venerdì 3 ottobre 2014

I tuoi pensieri sono spesso dello stesso materiale del cielo di Milano.
       #Le luci della centrale elettrica

lunedì 15 settembre 2014

Ascolto

Ascoltare gli altri è difficile.
Ci sono giorni in cui riesci perché sei inattaccabile e altri in cui sei come una spugna: assorbi i loro dolori ma non è detto che riesci a strizzare questa spugna per farli scivolare via.
E il cuore poi fa male

mercoledì 10 settembre 2014

....con lo sguardo a ieri!

Mi vedo spesso, quando ho un attimo per mettermi lì tranquilla a guardare qualcosa, andare su youtube e cercare filmati di grandi del passato, citandone uno, Gaber. Voglio sentire che siamo altro, che l'essere umano è qualcosa di strepitoso, incantevole, commovente, intenso. La forma di intelligenza per eccellenza.
Non posso pensare che tutto si riduca alla povertà d'animo e di coscienza che vedo oggi intorno a me.
Allo stesso tempo però quando tutti i giorni mi riempio la bocca di ricerca del nuovo, del cambio di mentalità, dell'opera positiva dei giovani non capisco perché anch'io cado nell'errore di guardare più spesso al passato che al futuro. Anche questa è una forma di "comfort" che non lascia spazio all'innovazione, quasi si avesse sempre bisogno del conforto di qualcosa andato bene per trovare una via già percorsa. Semplicemente però credo che ogni epoca, ogni periodo abbia avuto i suoi innovatori, i suoi intellettuali, i suoi "degni di nota" che lo sono stati nel loro momento. Forse oggi si ha paura di affrontare la novità o forse si è talmente stanchi che si preferisce vedere le lotte degli altri, giudicarle, standosene tranquilli e poco coinvolti.  Oggi viviamo un grande inganno: credere che si stia progredendo facendo grandi passi grazie alla tecnologia e la velocità con cui scambiamo le informazioni, in questo modo smart: dal rapporto familiare e sociale, al dirigere un'azienda o meglio ancora uno stato. Il pensiero e la riflessione sono necessari sempre in ogni campo e questi hanno bisogno di tempo e dedizione. Velocità per cosa?! La grande contraddizione della valanga di informazioni che invadono la nostra vita è che di ognuna si legge solo 1/10 di ciò che contiene, non si approfondisce per non perdere tempo e non si nutre così l'intelligenza e lo studio.
Leggevo nel libro di Luporini che lui e Gaber si trovavano una volta all'anno nella casa in Versilia e si prendevano il tempo che gli serviva per chiacchierare ed analizzare il tempo che stavano vivendo e da queste discussioni prendevano vita gli spettacoli di Gaber che è innegabile siano tutt'ora attualissimi. E' vero che poche sono le cose cambiate: i problemi di allora sono li stessi di oggi, purtroppo. Però anche solo nel nostro piccolo, staccandoci un poco da quella che è la corsa di ogni giorno e riflettendo sul percorso del proprio io si aprono grandi riflessioni e si minimizzano tutte quelle cose che ci sembrano enormi e degne di un'attenzione che in realtà non meritano. I rapporti umani, il buon senso, la coerenza, la forza delle proprie idee: sono queste le cose che ci rendono speciali e sopratutto testimoniano, dando l'esempio, che si può essere migliori. Migliori non postando una battaglia sul web contro il politico di turno ma affermando con forza e tenacia il nostro io attraverso un comportamento coerente con la nostra idea, in rete e nella realtà. Riprendiamoci la vita e restiamo umani!

lunedì 8 settembre 2014

il vero io

Cito una frase del grande Battiato apparsa oggi nell'intervista di Repubblica in merito al suo nuovo progetto musicale "Joe Patti's experimental group" visto a Modena sabato 6 settembre 2104:
 Per me l'unica cosa che conta nella vita è la parte esistenziale, quella che ti mette alla prova: non mi interessano le conferme, essere rassicurante per il pubblico, dargli quello che vuole.
Se fai questo tradisci il tuo ruolo che è quello di fare ciò che interessa a te, non quello che interessa a loro.
Mai tradire se stessi e ciò che sentiamo di fare. La vera rivoluzione si fa con l'esempio: portare avanti le proprie convinzioni e il proprio modo di esprimerle.
L'accondiscendenza per non turbare gli animi è sterilità pura.

lunedì 25 agosto 2014

Momenti di felicità

Capelli mossi dal vento
una brezza fresca accoglie il mio viso
guardo in alto e vedo solo stelle
brillanti e lontane
far da cupola a questo mare
d'un blu intenso che giace calmo ai piedi.
Qui fra cielo e terra
piedi nella sabbia e occhi immersi nella meraviglia.
Libertà, libertà assoluta
la vita scorre densa in questo istante di magia.
Momenti di felicità.


giovedì 24 luglio 2014

Arrivederci Kitsch

E’ un cerchio che si chiude, un percorso che termina o meglio si trasforma. Una cosa che accade naturalmente anzi probabilmente è sano che accada per permettere di rigenerare e dare nuova linfa ad un progetto.
Stasera il gruppo del mio ragazzo suonerà al Carroponte di Sesto, prima di “Ex-CSI” e questa sarà l’ultima data per un po’, tempo in cui il gruppo si prenderà una pausa per rigenerarsi e cercare nuovi stimoli, nuove strade.

E stasera non sarò con loro. Nell’ultimo anno e mezzo li ho visti sempre, ogni serata: presente in quelle belle e in quelle meno, ma ogni volta è stata sempre una festa.
Hanno segnato l’inizio della mia storia d’amore e sono stati presenti come colonna sonora delle nostre giornate oltre che parte delle nostre vite. Mi mancheranno enormemente. Sabato è stata l’ultima volta che li ho visti e ho sentito tanta malinconia: ho cantato ogni pezzo e mi sono commossa.

Per questo auguro a questi quattro ragazzi di riunirsi un giorno più forti e motivati di prima per credere insieme di nuovo a quella che era la voce di una generazione. 
Per  stasera un grosso in bocca al lupo e ..... GODETEVELA!!!!!!!

.......andateveli a sentire e scaricateeee!!!!

Guelfi & Ghibellini

Kitschmusic



mercoledì 23 luglio 2014

Dipendenti o autonomi?

Lo stato in cui riversa oggi la società Italia è caratterizzato da un diffuso senso di malcontento, rivendicazione, individualismo. La mancanza di senso di responsabilità ha portato a far sì che gli imprenditori ci abbiano fatto credere, probabilmente a ragion veduta visto il tipo di persone che ci sono in giro, che la miglior forma per fare lavorare una persona sia responsabilizzarla attraverso un lavoro di tipo autonomo: in questo modo si corre perché il proprio compenso è commisurato a quanto viene fatto. Il senso comune porta a pensare che questo sia vero senza fermarsi a riflettere che anche questi "bravi imprenditori" abbiano utilizzato questo strumento in modo controproducente verso i lavoratori. Il lavoro dipendente se fatto con coscienza e responsabilità è un lavoro come quello dell'autonomo. Sono state fatte lotte per l'ottenimento dei diritti e ora si sta facendo di tutto per rendere vani gli sforzi dei nostri predecessori. Rimango sempre di più dell'idea che l'opera di rinnovamento da fare sia in primis sulle persone e sulle nuove generazioni facendogli riconquistare ciò che è giusto dando in cambio serietà e responsabilità che si possono ottenere facendoli sentire parte di qualcosa e non piccoli proiettili singoli sparati nell'universo lavorativo.

giovedì 17 luglio 2014

Cercami

Cercami
ogni istante del tuo giorno

Voglio essere la tua morfina
alleviare il dolore dell’assenza

Voglio sentire il tuo pensiero
avvolgere il mio cuore
farne un dolce nido
in cui sentirsi a casa

Egoismo ardito
che non ha paura di mostrarsi
nel bramare la tua dolce malinconia.

Cercami sempre
come un pellegrino che guadagna la meta del suo viaggio
giorno dopo giorno
soffrendo la fatica e l’impegno
ma consapevole che la conquista
allieterà ogni suo dolore


Sarò per te la meta

venerdì 11 luglio 2014

....la proiezione migliore di noi

Quando avrò un figlio farò di tutto perché diventi una bella persona.
La soddisfazione più grande sarà riuscire a trasmettergli quelli che sono i miei valori, fargli capire cosa conta davvero, quali sono le cose di cui godere e quali quelle da cui stare in guardia.
Gli insegnerò a prendere le cose con più ironia possibile ma anche ad essere fermo ed intransigente per le cose importanti.
Gli insegnerò ad avere delle passioni, ad essere curioso verso il mondo mantenendo sempre alto un saggio senso di critica.
Gli insegnerò ad amare in senso generale: le persone, gli animali, la vita; ad avere rispetto per i sentimenti, per la natura e per ogni forma di vita.
Gli dirò che non potrà permettersi il lusso dell'ingenuità perché nella vita c'è sempre qualcuno pronto ad approfittarsene.
Gli dirò di avere costanza e dedizione perché le cose migliori della vita si guadagnano con la fatica.
Portare avanti quelli che saranno i suoi sogni e lottare per non farseli calpestare mai.
Gli insegnerò ad avere un giusto senso di responsabilità sulle cose, ad essere se stesso sempre e lo sosterrò in tutto ciò che vorrà fare senza imporgli mai nulla né sul fare né sull'essere.
Sarà un individuo libero immerso nel mondo e se lo costruirà lui come vorrà e come sarà meglio per lui. Io ci sarò sempre.

Sarà il frutto di quello che sono le nostre migliori qualità.




Sarà la proiezione migliore di noi.

giovedì 10 luglio 2014

Non innamorarti di una donna che legge, di una donna che sente troppo, di una donna che scrive…
Non innamorarti di una donna colta, maga, delirante, pazza.
Non innamorarti di una donna che pensa, che sa di sapere e che, inoltre, è capace di volare, di una donna che ha fede in se stessa.
Non innamorarti di una donna che ride o piange mentre fa l’amore, che sa trasformare il suo spirito in carne e, ancor di più, di una donna che ama la poesia (sono loro le più pericolose) o di una donna capace di restare mezz’ora davanti ad un quadro o che non sa vivere senza la musica. Non innamorarti di una donna intensa, ludica, lucida, ribelle e irriverente. Che non ti capiti di innamorarti di una donna così.

Perché quando ti innamori di una donna del genere, che rimanga con te oppure no, da una donna così non si torna indietro.

Mai.

Martha Rivera Garrido

lunedì 7 luglio 2014

Il senso di appartenenza


Un tempo queste immagini le consideravamo strazianti, dolorose, facevano rimanere in silenzio, aprendo una voragine nel cuore e ci spingevano a chiederci come fosse possibile che in un altro posto nel mondo un essere umano stesse lottando contro la fame e la sete, immerso in una guerra civile avendo come unica possibilità imbracciare un fucile  a dieci anni e andare a combattere.
Forse eravamo dotati di un senso di appartenenza diverso, più alto o quantomeno esistente.
Credo che in questo tempo si sia davvero abbandonato questo senso e si sia votato tutto all'individualismo più sfrenato e a "mor tua vita mea".
Mi chiedo ora come possiamo, vedendo questa immagine, sentirci completamente indifferenti alla sofferenza altrui?!
Vedo social network riempiti di tenere immagini di animali, frasi sull'amore e sulla famiglia; telegiornali densi di gossip, di articoli sulla tintarella, sul concerto degli one direction o sull'ultimo ipad air.
Mi domando quando abbiamo perso il senso della vita, quando abbiamo smesso di preoccuparci degli altri essere umani? Come abbiamo fatto ad essere comprati da tre potenti al mondo che ci fanno credere di avere bisogno di ogni piccola cazzata tecnologica mentre dall'altra parte del mondo quel bambino è ancora lì che aspetta l'acqua?!
Abbiamo sviluppato un senso d'egoismo terribile.
Gli stessi social sono pieni di frasi contro qualsiasi persona/cosa possa definirsi "straniero"  senza capire che non ci possono essere stranieri! Chi ha deciso che la nostra parte del mondo dovesse essere per sempre la più ricca, la più civilizzata, dove non ci sono malattie e si vive nel rispetto del prossimo? Chi ha deciso che questo debba essere solo nostro per sempre?
Il flusso migratorio è una conseguenza  della vita sulla terra. Ogni essere umano ha diritto di cercare un posto migliore dove vivere, a maggior ragione se deve scappare da una guerra o da una situazione di disagio.
La cosa che deve cambiare è il come riuscire ad andarsene. Tutti gli immigrati hanno dovuto rispettare regole e queste regole le fanno gli uomini. I delinquenti che trasportano vite umane con costi esorbitanti senza garantire nessun tipo di riuscita dell'impresa e nessun tipo di soluzione sono e rimangono delinquenti. Le politiche che devono essere fatte da coloro che hanno preso l'impegno di governare un paese o una comunità, dopo decenni ancora non ci sono e le persone continuano a morire, a riempire i centri di accoglienza regalando ai razzisti la possibilità di fomentare l'odio.
E tutte le volte che c'è una tragedia del mare tutti a indignarsi e a spargere le corone di fiori in mare....ma le soluzioni non arrivano.
Un papa una volta disse "gli occhi dei bambini africani giudicheranno il mondo". Come è possibile dall'alto di questa istituzione rimanere pietrificato negli schemi dello stato del vaticano. Non voglio dare addosso sempre a loro, anche se magari eviterei di parlare se sono consapevole che non riesco a fare nulla, però reputo davvero ipocrita predicare l'amore, la fratellanza, l'altruismo e non praticarlo.
Chiaro è che non possiamo andare tutti nei paesi flagellati da guerre e carestie ad aiutare le persone ma sarebbe doveroso che l'occidente democratico e civilizzato riconoscesse la sua avidità e CONDIVIDESSE il vivere su questa terra. Ha fatto comodo, e continua a farlo, invadere paesi con la scusa di salvarli solo per prosciugare le risorse preziose e andarsene con più danni di quelli che si sono trovati. D'altronde non ci si spiegherebbe perché guerre come il Darfour o la Costa d'Avorio non sono mai state prese in considerazione nonostante le migliaia di morti ma d'altronde cosa c'era da prendere: nulla. Creiamo associazioni umanitarie che con tutti i rischi del caso e con i tempi propri di una associazione a scopo benefico vadano a tamponare i danni senza però porre fine alla tragedia. Dario Fo disse che questo deve diventare il tempo della condivisione: credo che l'imperativo sia più che mai corretto e credo che se i potenti non rinunceranno a privilegi e denari fatti sulle spalle della povera gente la povera gente debba a tutti i costi ribellarsi. Ma per povera gente non intendo chi non ha risorse o voce in capitolo: intendo tutti noi che abbiamo la possibilità di mettere in schiena uno stato se solo lo volessimo e sentissimo il senso dell'appartenenza.

domenica 6 luglio 2014

La mia classe di Daniele Gaglianone - 2014

Cammino lungo il fiume, in una città straniera. Piove, piove sempre, In giro non c'è nessuno.  In lontananza vedo qualcosa. Riconosco un cane randagio, magro, bagnato che viene verso di me. Ci fermiamo. Mi abbasso e gli faccio due carezze forse tre. Lui sta lì fermo. Lo guardo mi rialzo e inizio a camminare. Lui inizia a seguirmi e rimane al mio fianco, proprio come fosse il mio cane. Mi accompagna fino a casa. Arrivo al portone che non è proprio un portone ma un arco, oltre l’arco c’è una scala e a metà di questa scala un cancello. Lo guardo e lui mi guarda come dire "bè andiamo". Inizio a salire le scale e lui mi segue fino al cancello. Io non posso farlo entrare la padrona è stata molto chiara “niente animali in casa” .  Apro il cancello e lo richiudo subito dopo di me. Lui fa qualche scalino mi guarda e si siede sull'ultimo di fianco al cancello. Allora mi siedo anch'io e rimaniamo così uno da una parte e uno dall'altra. Passano cinque, dieci minuti non lo so. Mi alzo e faccio per andare a casa e lui mi vede andare via e inizia a gridare, strillare, non sta abbaiando sta urlando poi inizia a scagliarsi violentemente contro il cancello. Io ho paura e so che se non ci fosse quel cancello mi si scaglierebbe addosso e mi azzannerebbe.  Corro verso casa e spero che il cane vada via. Apro la porta e in fretta la richiudo. Ma lui non ha smesso di urlare. Strilla forte che io sono un traditore


La mia classe di Daniele Gaglianone
         con Valerio Mastrandrea

Splendido film nel film sull'immigrazione e le sue sfaccettature.

domenica 29 giugno 2014

Alessandro Chelo - "Il coraggio di essere se stessi"

[...] Molte scuole di pensiero in ambito sociologico si fondano sull'idea che l'emancipazione debba passare necessariamente dal conflitto. Questo fa nascere l'idea che che un comportamento aggressivo non possa che essere autentico mentre uno gentile sia necessariamente ipocrita. [...] Alcune frasi nascondano la tentazione di cedere a questa distorta legge di autenticità tipo "dico quello che penso". Nell'alibi di dire ciò che si pensa sovente si nascondono scarso rispetto verso gli altri, presunzione, aggressività, chiusura mentale spacciata per sicurezza di sé e una discreta dose di ottusità. [....] Non sarebbe suggeribile invece concentrarsi sul pensare a ciò che si dice? [..] L'autenticità è cosa ben diversa dall'essere dominati dalle proprie emozioni aggressive o ipercritiche. [..] L'adozione di un comportamento autentico implica la volontà di "ascoltare il contesto" in cui ci si trova, superando la malcelata tentazioni di mettersi al centro dell'attenzione per dimostrare agli altri la nostra presunta autenticità. [..] Un atteggiamento spudorato può essere interpretato come libero ma può rappresentare anche un segnale di insensibilità ed esibizionismo.

Alessandro Chelo -  "Il coraggio di essere se stessi"

Vita vera

Una vita autentica non può prescindere dal riconoscere il proprio tempo. Vivere nostalgicamente significa rinunciare al vivere "qui e ora", condizione invece indispensabile per una vita vera. La coerenza non consiste nel rimanere uguali a se stessi a dispetto di tutto; consiste invece nell'evolvere con il divenir del mondo ricercando se stessi nelle nuove dimensioni che il mondo propone.

Alessandro Chelo 

La versione di Barney

Faresti una cosa per me?
Qualsiasi cosa!
Non dire qualsiasi cosa perché la vita è fatta di piccole cose:minuti, ore, sonnellini, commissioni, routine... e questo ci deve bastare.

"La versione di Barney"

giovedì 26 giugno 2014

Immobilità

L'egoismo porta come conseguenza il desiderio dell'immutabilità: il massimo comfort per la pigrizia d'intelligenza. Mentre la vita scorre alcuni se ne stanno appollaiati a vedere che succede senza la minima iterazione. In fondo lì appollaiati si sta bene, tranquilli, nessuna minaccia alla serenità.
Ma in fondo che vita è? Lo spettatore di se stessi.
La vita è un fiume in piena che corre verso il mare e si porta con se tutto ciò che trova sul suo passaggio.
Le nostre vite non sono immutabili ma si trasformano e la trasformazione stessa è vita. Chi non è capace di capire questo rimarrà fermo e si vedrà le cose scivolare addosso, talmente veloce da non poterle più afferrare e allora saranno già belle che andate. La vita non concede tante possibilità per tornare indietro e domandarsi il perché: nel momento stesso in cui qualcosa cambia bisogna essere capaci di apprezzare la bellezza della svolta. Se ciò non succede significa che abbiamo dato per scontato un'occasione, l'abbiamo ridicolizzata non gli abbiamo dato fiducia.
Il cambiamento è una possibilità che la vita ci offre per farci crescere: sempre. Ogni volta che ci pone di fronte ad una scelta, testa in noi la capacità di adattamento, di maturità. In essa non dobbiamo riporre la massima aspettativa perché in ogni scelta, può risiedere un margine di errore ma dobbiamo essere convinti che quel cambiamento sia per noi favorevole e quello che in quel momento desideriamo. Solo allora l'eventualità del mancato raggiungimento dell'obiettivo non ci farà vacillare, ma ci farà dare solo una scrollata di spalle conducendoci al prossimo passaggio.
Tanti possono essere gli eventi che si presenteranno nella nostra vita, piacevoli e non, ma l'attitudine che dobbiamo dimostrare è sempre quella: facciamo sempre capire che non abbiamo paura, che affronteremo ogni cosa, sempre con un occhio a ciò che siamo, rispettandoci, e un occhio a ciò che vogliamo e tutto verrà da sé. Viviamola questa vita, intensamente e pienamente!

martedì 17 giugno 2014

Traggo ispirazione dal fatto di cronaca più eclatante di questi giorni e da un post di un amica per fare qualche riflessione. Sul Corriere della sera c'era un articolo di uno psicologo che analizzava il profilo del marito/padre assassino. Diceva che da questo fatto di cronaca emerge che le persone, in particolar modo il soggetto, non riescono più a distinguere la razionalità dall'emozione e che in generale la morte non è più qualcosa di significativo ma solo un fatto spettacolare a se stante.
Una delle cose più scioccanti è la freddezza di quest'uomo che ha assassinato sua moglie dopo aver fatto l'amore, i suoi due figli che dormivano, si è fatto bellamente una doccia ed è andato a vedere la partita dell'Italia fermandosi a gettare il coltello in un tombino. Il distacco dall'atto appena commesso, l'assenza assoluta di segni che facessero trasparire uno shock per la tragedia che si era appena consumata. Un uomo visto come esemplare: una bella famiglia, un buon lavoro, bella casa, due figli, mai un urlo, mai avvenimenti dubbi. Eppure nascondeva dentro qualcosa di tremendo che non ha potuto più soffocare.
Diciamo pure pazzo, sicuramente criminale della peggior specie e poi non ci sono aggettivi corretti per poterlo dipingere.
Come ci possiamo spiegare questo cambio di facciata da vicino di casa esemplare a serial killer?
Forse è il caso di guardare più a fondo nelle cose, analizzare il tipo di persona e quello che faceva. Non sono affari nostri del resto come bravi vicini ci si fa i fatti nostri e si sta alla finestra e di fronte e alle grida di aiuto di una donna (che peraltro non aveva mai gridato nella vita a sentire i vicini) non si interviene, si chiude la tapparella e tanti saluti.
Questa persona aveva sicuramente una vita di facciata: perfetta e lodevole ben inserita negli standard della perfezione. Eppure lui covava dentro qualcosa che non ha mai manifestato nemmeno con le parole. In fondo sarebbe bastato parlare, dire "guarda non ti amo più" e tutto sarebbe finito e tre vite sarebbero ancora nel mondo dei vivi.
Chi non ha insegnato a questa persona ad essere se stesso? Chi ha represso i suoi istinti e non gli ha concesso di imparare a conoscerci e a capire chi era e a riconoscere con estrema naturalezza la fine di una storia d'amore?
Chissà forse sarà rimasto lì perché la famiglia lo avrebbe disconosciuto se avesse divorziato: sai che disonore, sai che onta! E invece no, ha ritenuto più semplice tagliare la gola a tutta la sua famiglia per poter correre da quell'amore che non lo corrispondeva ma che ora, nei suoi pensieri, di fronte alla libertà da ogni vincolo avrebbe potuto sceglierlo.
Ora tutti a gridare alla pena di morte, alla giustizia privata etc ovviamente non sono qui a dire che lo difendo: per me dovrebbe soffrire ogni giorno della sua vita nel mondo più crudele esistente e ripagare la società con il suo servizio fino alla fine dei suoi giorni.
La sua morte a cose servirebbe? A macchiarsi di un ulteriore delitto che non gli consentirebbe di pagare per il suo gesto.
La cosa più grave ancora in tutto questo è l'assoluta semplicità con cui l'uomo è arrivato a questa soluzione. L'opera che bisogna fare sulle persone è ben più difficile di un'esecuzione capitale. Occorre riprendere uno per uno le redini della coscienza, della civiltà e della responsabilità. Fare un'inversione di tendenza modificando i cervelli.

lunedì 16 giugno 2014

Alessandro

Mai nella vita avrei pensato di provare un amore così travolgente.
Travolgente ma al tempo stesso denso di maturità, rispetto e intelligenza.
Un amore pieno che non è mai sufficiente a se stesso, ma necessita ogni giorno di nuova linfa.
Un amore così forte che lega i pensieri, ne determina la via, mai l'uno senza l'altra.
Un amore sopra ogni conformità, puro e luminoso, senza vincoli, senza obblighi, aperto all'essere se stessi, insieme.
Sono fortunata e me lo dico ogni giorno: il dono che abbiamo è preziosissimo, manteniamolo sempre vivo e lucente come è ora!

lunedì 9 giugno 2014

#esperienze




Irto e faticoso il sentiero che porta alla vetta
verde tutt'intorno
ciottoli pungenti come spilli combattono con i miei piedi
le gocce scivolano lungo la schiena
solleticando il corpo
ritmo serrato scandito dal respiro affannoso

Dietro l'ultima curva
appare l'olimpo
musicanti e lavoranti,
improvvisati Bacco,
fanciulle ospitali porgono doni ai commensali
cani e bambini
giocano assieme.

Musica e amore
condivisione e fratellanza.

Sarebbe bello se il mondo fosse così.



E invece....più in basso....si presenta così:



Como - Baita Monte Goj - Via alla Zocca, 33


mercoledì 21 maggio 2014

C'è una assoluta, schiacciante e bruta verità:
 si nasce soli e soli si muore.

venerdì 16 maggio 2014



Ci sono dei cieli che li ricordi
fissati come un marchio a fuoco
negli occhi e nel cuore.

giovedì 8 maggio 2014

Non so se riconoscere la sensibilità come un dono o come una condanna. Sono solo certa di una cosa: la sensibilità ti porta a provare emozioni che altri non raggiungeranno mai e ti insegna ad essere altruista verso gli altri contribuendo a rendere migliore questo mondo. Al giorno d'oggi credo sia una gran cosa!
L'inesorabile legge della vita è che tutto ha un ciclo. E' natura perciò è spietata.

Pere Lachaise

martedì 6 maggio 2014

Ieri guardavo il telegiornale sportivo e vedevo alcuni calciatori giovanissimi letteralmente strapagati e mi chiedevo: perché criticarli? In fondo loro prendono solo i soldi che qualcuno gli da: ognuno di noi non farebbe lo stesso? Si entra qui nei meandri dell'etica personale e nella coscienza di quanto sia sproporzionato il divario tra persone comuni e star. Chissà se questo comportamento  non venisse giustificato dal popolino che va allo stadio, compra sky etc etc ci sarebbero compensi più equi. 

E comunque è per questo che tutti i giovanissimi fanno di tutto per essere calciatore piuttosto che ad personaggio della televisione (per la tv poi è anche più semplice non si ha nemmeno bisogno di un gran talento ad oggi).

Quello che critico è il sistema.

La gente si chiede come mai i giovanissimi vogliono la strada veloce per il successo e giù tutti a criticarli dicendo che non sanno più fare sacrifici, sono bamboccioni etc. Ma io dico: vi siete mai chiesti cosa si aspetta un giovane da questa società?

Società che ben che ti vada, diventi qualcuno a 60anni dopo essere stato uno zerbino sottopagato e sfruttato di qualche importante dirigente (figlio o parente del titolare).
Volete che vi dica che i giovani non hanno iniziativa? Sbagliato.
Promuovono nuove tecnologie, nuovi linguaggi, nuovi sistemi; svecchiati da quelle formalità che hanno reso il nostro paese vecchio e lento: il problema è che dovendo convivere con quelli che di queste cose non ne capiscono nulla, rimangono sempre mortificati nel loro piccolo mondo.

Chissà se questo periodo storico ci porterà a qualche miglioramento. Ho molto paura: vedo intorno a me i "senior" che non vedono l'ora di andare in pensione ma non sono poi capaci di passare il testimone. Questa fase di stallo è deleteria perché non permette continuità.

E' l'epoca di: "oggi per me, domani poi ci penserà qualcun altro"

mercoledì 30 aprile 2014

1° MAGGIO

Mi chiedo se esiste ancora una coscienza collettiva dei lavoratori. Ci sentissimo tutti parte lesa in questo momento storico riusciremmo a unirci e imporre le regole. Purtroppo ora l'unica coscienza che c'è è quella del "eh ma io devo andare...". Non otterremo mai più nessun traguardo pari a quelli ottenuti in passato. Si è rotto tutto....ma quel che è peggio si è rotta la lotta collettiva per il bene comune!

La_Festa_dei_lavoratori_in_Italia

martedì 22 aprile 2014

L'intrepido

L'intrepido



Bellissimo film ambientato nel nostro tempo e dal sapore amaro. L'ottimismo da vendere di Antonio figlio di una generazione che sapeva fare, che non si arrende e lotta anche a costo di avere nulla fra le mani, accostato alle difficoltà della nuova generazione. Difficoltà di trovare un senso, di sopportare l'amarezza, di credere in se stessi e nel riconoscere il bisogno di aiuto.
L'altruismo è un valore che non è più di questo mondo, tant'è che non riusciamo a riconoscerlo tantomeno ad offrirlo.

venerdì 18 aprile 2014

Le religioni sono come le lucciole: per brillare hanno bisogno del buio.

Arthur Schopenhauer, 1851

mercoledì 16 aprile 2014

martedì 8 aprile 2014

Ingiusto

Il mio corpo come una barriera che non posso oltrepassare.
Rimango qui seduto 
come un bozzolo 
goffo e sgraziato.
Un lamento
l'unico verso che riesco a emettere:
straziante, sgolato, insopportabile.
Vedo le persone intorno
insofferenti, infastidite
a questo suono
    Credete giusto che questa disgrazia tocchi me?
Dall'alto della loro presunzione
da colletto bianco in carriera
con iPad sotto pelle 
sopportano a stento.
Io voglio solo gridare alla vita.
Voglio solo dirle che nonostante tutto
amo vivere e lo devo dire.
La mia diversità, la mia condizione
non mi permetteranno di avere col mondo
una relazione normale.
Ma in fondo chi può giudicare la normalità?
Io sono una persona come tutti voi
Vado dove voi andate
amo come voi amate
e riesco ad essere felice.
Non abbiate pietà per me
ma comprendente il mio bisogno 
di sentirmi una persona.

venerdì 4 aprile 2014


Straniero, se tu passando mi incontri e desideri parlare con me,
perché non dovresti parlarmi?
E perché io non dovrei parlare con te?
Walt Whitman - Leaves of grass

mercoledì 2 aprile 2014

Ohime'! O vita!

Walt Whitman


Mi contraddico?
E va bè....mi contraddico;
Io sono vasto....contengo moltitudini.

Cosa è arte, cosa non lo è

L'arte è espressione dell'anima
intensità di vissuto
condensato di emozioni fluenti dritte dall'io.

Non possiamo stabilire se ciò che è espressione di un anima sia identificabile con i canoni di un periodo,  di uno stile,  di un movimento proprio perché proviene dal singolo soggetto ed è la cosa più priva di schemi esistente: è libertà assoluta di essere. 

lunedì 31 marzo 2014

Graffi

Oggi c’è il sole.
Il parco è pieno di persone sorridenti
bastasse questo a renderle felici.

Cammino lungo il sentiero
mi accorgo di non essere nei miei passi
sono altrove.

Chiusa in una stanza asettica
cassa risonante di parole
le stesse da ore.

Seduta al centro
immobile
non sento nulla
fredda solitudine.

Un istante preciso graffiato sul cuore.
Oggi sono qui,
 per me.

Tormento



Tormento,
cos'è il tormento?
Senso di colpa, inquietudine, delusione.

Ecco il tormento è quella cosa
che ti tiene sveglio la notte
occhi sbarrati a soffitto
morsi allo stomaco, gola secca
testa stipata di pensieri
si attorcigliano vorticosi
"dove ho sbagliato....capire cosa.....se avessi....".
Le ore si susseguono
ti giri e rigiri nel letto
non trovi pace.

E' come rimanere sospesi
equilibristi su di un filo che unisce due anime
essere più vicini ad una o all'altra sponda
trovare il punto di equilibrio
rimanendoci
con un'asta in mano
quella dei nostri gesti.

La stabilità
è tutto un gioco di equilibri.



venerdì 28 marzo 2014

Un giorno devi andare

[...] e così un giorno sai che devi andare, devi essere, devi sperare [...]

[...] Vi ricordate di noi solo quando venite oltre il fiume per comprare la "roba", per stare con le nostre ragazzine [...]

Un giorno devi andare di Giorgio Diritti

mercoledì 26 marzo 2014

La grande angoscia americana

[...] Pensare in universali significa far parte di una società dove non siano, come credono gli sciocchi, aboliti il dolore, l'angoscia spirituale o fisica, la problematicità della vita, ma esistano gli strumenti per condurre una comune concorde lotta contro il dolore, la miseria, la morte. [...]

Cesare Pavese 12 03 1950 - su L'Unita' 
....mentre la baciavo con l'anima sulle labbra, l'anima d'improvviso mi fuggì.....

Antologia di Spoon River

Chi vive davvero non smette di crescere

E' come se la vita, quando è vissuta in modo autentico, rappresentasse una serie di canali della nascita. Procediamo per un certo periodo e poi, improvvisamente o gradualmente, non ci sentiamo più soddisfatti. Il lavoro non ha più mordente, il partner non interessa più, la vecchia via non ci basta più. Se ci mettiamo in relazione con i ritmi naturali della psiche, ci ritroviamo come in un utero, fuori dal mondo, non più sicuri di chi siamo e di dove andiamo. Se riusciamo a reggere il dolore per la morte di ciò che ormai è vecchio, a sopportare la crocifissione della transizione, allora finalmente nasciamo un'altra volta. Potremo goderci questa nuova situazione per un certo numero di anni, ma poi gli opposti irromperanno di nuovo, costringendoci a un nuovo livello di coscienza. Talvolta sentiamo di muoverci verso l'alto, altre volte verso il basso, e non importa cosa "alto" o "basso" significhino. Il fiore di loto che sboccia nel sole affonda le radici nel fango nutriente.

da "Lo sposo nascosto" di Marion Woodman, Red Edizioni 1991

domenica 23 marzo 2014

Dilva

Occhi perduti nella solitudine di un luogo chiamato casa
in prestito da un mondo che mai ti è appartenuto.

Vita dura e dolorosa la cui bellezza è rimasta celata dietro ad ogni singolo colpo inferto con la ferocia di un assassino su un cuore indifeso che mai si è impietrito ma ha sempre conservato l'amore per la vita e per i suoi preziosi frutti.

Mai hai maledetto quel destino
così beffardo che non ti ha donato la serenità che spetta ad una persona del tuo calibro
Tenace e altruista, Orgogliosa e forte, un esempio per tutti quelli che ti conoscono

Ti ho sempre stimato come donna, come madre e come amica.

Il mondo sarebbe un bel posto se ci fossero più persone come te




giovedì 13 marzo 2014

Emozione

Sei il mio tormento
viso nei miei occhi
calore nel cuore
brivido sulla schiena.

Emozione che m'agiti
quando anche le acque
sono quiete
e il fiume danza lento
verso il suo mare.








martedì 11 marzo 2014

Malato il mondo

Soffre il mondo
di un male viscido e silenzioso
l'oblio dell’assenza:
   assenza d’amore
   assenza di bellezza
   di candida purezza.

La sordida linfa
nutre discepoli
di umana tragedia

Straziante grida d'aiuto
vibra la terra, distruggendo.

Acque tenebrose e violente
sommergono le terre:
sangue da una ferita viva, pulsante.

Flebile e fioca
fiamma di speranza
rischiara timidamente
attorno.

giovedì 27 febbraio 2014

Profitto

Il profitto,  quale demonio più grande!
Io vorrei sapere fino a che punto una persona può arricchirsi speculando su tutto e tutti senza farsi delle domande. Sono convinta che avere più degli altri deve portarti prima o poi a un punto in cui dici "ma è veramente giusto che io possieda tutto questo?". L'etica questa grande sconosciuta dovrebbe portare la mente ad una dimensione umana riconducendoti al concetto di condivisione.
Nel mondo occidentale chi è cosi ricco ha perduto l'oggettività, non si è mai fermato a pensare che più della metà del mondo ha problemi di cibo, malattie, guerre. 
Come si può essere felici se non lo sono tutti?

mercoledì 26 febbraio 2014

# io in due

Amare una persona significa anche saper mettere da parte se stessi e andare incontro all’altro soprattutto se è in un periodo di difficoltà di qualsiasi natura. Questo vale per entrambi perché in una coppia non si è soli quindi nel limite del possibile tenere sempre bene presente che a portare avanti una storia d’amore si è in due. Se dall’una ci sono difficoltà dall’altra vanno capite ma al tempo stesso non bisogna approfittarne perché la linfa vitale deve scorrere da entrambi i cuori. Mai dare nulla per scontato e amare sempre incondizionatamente

Servizio pubblico

La Rai è un servizio pubblico e come tale dovrebbe fornire informazioni e servizi utili al cittadino. Ai tempi del maestro Manzi il governo chiese alla Rai una trasmissione per insegnare a leggere e a scrivere agli analfabeti. Rendere un mezzo di intrattenimento utile al cervello e alla vita delle persone. Questo era progresso! Certo il maestro è stato fortunato perché le persone che decisero per lui avevano il coraggio di intraprendere una scelta nuova. Oggi cosa fa la televisione: è puro regresso!.
Parlando con mia madre della sua scuola, un professionale di cui lei è amministrativa, mi disse che uno dei grandi problemi è l'integrazione con gli stranieri perché uno dei punti deboli è la conoscenza della lingua. Così si rimane indietro coi programmi e i ragazzi capiscono metà della lezione ed hanno bisogno di un supporto. Programmi per l'insegnamento fuori dalle ore scolastiche non ce ne sono (si suppone che le superiori non abbiano bisogno di questo) e probabilmente non ci sono mezzi conoscitivi per altre realtà che lo fanno. Ma allora io dico......con 250 canali a disposizione non ne possiamo mettere uno di pubblica utilità!? E' chiaro che da questo canale non si traggono profitti economici....ma è tutto lì il limite delle cose?! Profitto ad oltranza? Basta!

mercoledì 12 febbraio 2014

A volte si perdono le persone per il troppo orgoglio di tornare indietro e dire che si è sbagliato, a volte perché sono loro ad allontanarti per divergenza di vedute e a volte semplicemente perché il loro percorso non incontra più il tuo. Altre strade, altri obiettivi, altre coscienze e consapevolezze. La vita è fatta così. Essere disposti al confronto significa essere adulti, mettersi in discussione comprende l'analizzare il proprio comportamento ed essere disposti a chiedere scusa. Più di questo non è possibile e nemmeno umano. Se c'è volontà c'è un incontro, altrimenti è necessario guardare oltre.

giovedì 6 febbraio 2014

Gli animali e gli esseri umani



Questa foto bellissima l'ho scattata a Siviglia. Guardandola sono tante le riflessioni fatte sulla bellezza dello stare con gli animali e sulla fetta di vita che prendono in ognuno di noi. A volte questa fetta è quasi l'intera torta però. Quante volte è capitato di vedere animali trattati meglio degli essere umani?! Il cappottino, le babbuccie, i dialoghi .... una volta in un bar mi è capitato di vedere una signora chiedere al suo cane quando dovevano uscire dal bar, mah! Credo che l'esagerazione non sia costruttiva, nonostante io ami moltissimo gli animali di qualunque genere, e nemmeno sana nei loro confronti. Allora mi metto a pensare come mai in questo momento si ha la sensazione che l'amore per gli animali superi quello per le persone? Alla base probabilmente c'è un stato di fatto: l'essere umano fa schifo e non è più capace di veri sentimenti e di veri valori cosa in cui gli animali, soprattutto i cani, riescono molto bene. Quando ci troviamo a piangere davanti al film di Hachiko credo che quello che scatena le lacrime non sia tanto la pietosità ma il sapere che questo grado di fedeltà e amore incondizionato non lo raggiungeremo mai. A margine di questo poi c'è la difficoltà dei rapporti sempre meno intensi e profondi, dominati dalla superficialità e dall'egoismo di non volersi mai sentir dire "stai sbagliando" "così non ci si comporta" "mi hai deluso" etc. Allora si ricorre a un tipo di rapporto abbastanza a unidirezionale senza possibilità contestazione.

martedì 28 gennaio 2014

G - Vi racconto Gaber - Sandro Luporini

http://www.giorgiogaber.it/news/g-vi-racconto-gaber-sandro-luporini

Sono poche le volte che si rimane sorpresi, estasiati, cambiati dalla lettura di un libro. Siamo sinceri si contano sulle dita di una mano. Ebbene di fronte a questo testo sono state le mie sensazioni.
Molte pagine che scorrono veloci sotto gli occhi generando una sete di passare alla riga successiva per leggere ancora e ancora le parole di una persona che assieme ad uno dei mostri sacri della nostra epoca racconta quel che era l'Italia, quel che era il pensiero, la curiosità, la speranza di cambiamento.
Inutile dire che ciò che queste persone hanno visto e hanno raccontato ancor oggi si presenta vivo e denso di significato come se il tempo non si fosse fermato mentre per assurdo noi pensiamo di stare girando alla velocità della luce. Invece siamo fermi, statici, vuoti e occupati a farci riempire la vita di sogni già infranti, di notizie da telegiornale, di angherie politiche, di un enorme nulla; senza pensare che la nostra vita scorre inesorabile e non riusciamo a farne qualcosa di eccezionale. Letture come queste fanno riflettere su cosa davvero è importante. Parlando con un collega  chiedevo come mai non esistono più persone come Gaber persone di una così estrema intelligenza e lui per contro mi ha detto ...e se non fosse intelligenza ma solo buon senso? ... vorrebbe dire che nemmeno più quello fa parte dell'uomo.

mercoledì 8 gennaio 2014

tratto da Vi racconto Gaber - La libertà

[...] Quel paragrafo di Adorno parlava di qualcosa che anche io cominciavo a pensare e mi convinse definitivamente del fatto che le nostre teorie sul famoso amore libero non erano altro che una facile via di fuga e una moda. Era vero che l'obbligo alla fedeltà, che un certo moralismo tipicamente borghese ci imponeva, era uno strumento di repressione, ma non avevamo capito che liberare l'amore passando dal tradimento piccolo-borghese, segreto e clandestino, a quello conclamato, apertamente dichiarato, era di per se un'idea fallimentare. La libertà non è mai pura assenza di vincoli. La libertà quella vera implica un percorso faticoso per preservare proprio quei vincoli che ci costituiscono. Insomma non avevamo capito che forse era proprio attraverso la fedeltà che gli uomini e le donne potevano finalmente liberarsi e non attraverso un atteggiamento libertario esteriore e modaiolo. [....] Ecco io e Giorgio credevamo nella possibilità di un'unione basata sula capacità di crescere insieme. Se all'interno di una società l'amore vuole rappresentarne la parte migliore,è bene che si manifesti con una costanza e una resistenza consapevoli.

Sandro Luporini - Vi racconto Gaber

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