Cammino lungo il fiume, in una città straniera. Piove, piove sempre, In giro non c'è nessuno. In lontananza vedo qualcosa. Riconosco un cane randagio, magro, bagnato che viene verso di me. Ci fermiamo. Mi abbasso e gli faccio
due carezze forse tre. Lui sta lì fermo. Lo guardo mi rialzo e inizio a
camminare. Lui inizia a seguirmi e rimane al mio fianco, proprio come fosse il mio cane. Mi
accompagna fino a casa. Arrivo al portone che non è proprio un portone ma un
arco, oltre l’arco c’è una scala e a metà di questa scala un cancello. Lo guardo e lui mi guarda come dire "bè andiamo". Inizio a salire le scale e lui mi segue fino al cancello. Io non posso
farlo entrare la padrona è stata molto chiara “niente animali in casa” . Apro
il cancello e lo richiudo subito dopo di me. Lui fa qualche scalino mi guarda e si siede sull'ultimo di fianco al cancello. Allora mi siedo anch'io e rimaniamo così uno da una parte e uno dall'altra. Passano cinque, dieci minuti non lo so. Mi alzo e faccio per andare a casa e lui mi vede andare via e inizia a gridare, strillare, non sta abbaiando sta urlando poi inizia a scagliarsi violentemente contro il cancello. Io ho paura e so che se non ci fosse quel cancello mi si scaglierebbe addosso e mi azzannerebbe. Corro verso casa e spero che il cane vada via. Apro la
porta e in fretta la richiudo. Ma lui non ha smesso di urlare. Strilla forte
che io sono un traditore.
La mia classe di Daniele Gaglianone
con Valerio Mastrandrea
Splendido film nel film sull'immigrazione e le sue sfaccettature.
Nessun commento:
Posta un commento