Il caldo, le zanzare, il lavoro, i pensieri. Questo è un periodo di stasi. Di solito il ritorno dalle vacanze, per chi le fa, è il momento perfetto per i buoni propositi e per l'azione. C'è da preparare il ritorno a scuola, la palestra, rimettersi sotto a studiare le canzoni nuove, organizzare nuovi spazi. Poi ci sono i nuovi progetti: il miraggio di una casa, creare un mercatino di roba usata per disfarsi del superfluo. Eppure questo caldo mi blocca, non riesco a fare nulla. Penso al clima, a quanto è cambiato e a quanto vincola la nostra presenza su questo pianeta, impossibile che nessuno se ne freghi?
Nella varie cene estive a riflettere sul destino del mondo e sul modus operandi degli esseri umani, giungevo a qualche conclusione. Innanzi tutto credo che una vera politica green passi inevitabilmente dalle multinazionali: come si può dare la responsabilità totale al cittadino del destino del mondo? Se io riciclo 8 bottiglie ogni 4 giorni crediamo davvero possa fare la differenza? Si fa prima a incidere sul popolino che andare a rompere le palle alla Nestlè o Barilla. Ci hanno istillato la credenza che noi possiamo fare la differenza e intanto ci facciamo la guerra fra di noi facendo la gara a chi è più bravo quando un nostro gesto vale 1/10 di quello fatto dalle multinazionali. Non voglio lavarmi la coscienza ma spesso mi sembra che siamo qui a "scopare il mare". Quei quattro potenti del mondo che hanno ogni tipo di possibilità e continuano a incamerare denaro, non è forse il caso che diminuiscano i loro averi in nome di qualcosa di più grande? Cosa può imporgli di cambiare sistemi? Solo una legge può imporre un volere, con pesantissime sanzioni in caso di violazioni. Una legge per iniziare: basta plastica, basta packaging in bustina, torniamo allo sfuso da comperare quando se ne ha bisogno.
Incidere sul ricircolo dell'usato, smettere di produrre e riutilizzare. Niente Temu, shein, primark e compagnia.
Le grandi città: basta auto nella cerchia interna, solo mezzi green. Smart working: dimostrate alle aziende e alle persone che lavorando da casa otteniamo benefici in termini di inquinamento dell'aria, acustico e psicologico.
La dipendenza dal petrolio, anche a fronte di accordo di mercificazione di persone, deve finire. L'elettrico non è la soluzione ultima ma è comunque un modo per concentrare gli approvvigionamenti energetici e viaggiare puliti e in silenzio. Però basta chiedere sempre di cambiare auto con l ultima tecnologia. Fornitene una a basso costo per tutti.
Tutti i soldi, parlo di Italia, guadagnati sulle accise DEVONO essere utilizzati per investire sui mezzi pubblici.
La nuova frontiera del vivere DEVE passare per una involuzione. Il punto massimo è stato toccato il progresso deve portarci a regredire nei confort utilizzando quanto possibile abbiamo imparato con le nuove tecnologie.
È ovvio che questo processo scontenterà una parte di persone, ma facendo una bilancia sui pro e contro sarà innegabile che qualche sacrificio gioverà al genere umano.
Se poi abbiamo raggiunto un livello tale di individualità da non avere interesse nel futuro condiviso allora che qualcosa ci colpisca forte e non lasci scampo a questo essere vivente che non ha saputo cogliere l essenza della vita.
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