lunedì 14 settembre 2020

Chi si accontenta....

 Chi si accontenta gode, dice il detto!

Non sempre è così sappiamo bene, nella vita l’accontentarsi è spesso visto come una cosa negativa perché sottolinea il fatto che non sei arrivato dove avresti potuto e per questo hai dovuto accettare quello che hai.

In questo momento storico invece, credo che l’accontentarsi porterebbe giovamento su un sacco di piani. 

Ho letto qualche tempo fa una previsione della Deutsche Bank relativa al futuro economico che come si può immaginare non è per nulla roseo. Veniva sottolineato che questa epidemia non ha fatto altro che accelerare il processo di sgretolamento del sistema consumistico che abbiamo foraggiato sino ad ora. Era evidente che quest’epoca del consumo non potesse essere un regime sostenibile a lungo raggio. Il mondo ora si divide tra due potenze l’America e la Cina i cui rapporti sono inaspriti sia dal punto di vista sociale che dal punto di vista economico. L’Europa che se ne sta nel mezzo, come abbiamo visto durante l’epidemia, non gode di buona salute ma soprattutto è azzoppata da paesi il cui debito pubblico è altissimo, senza tenere conto dei fondi che sono stati chiesti per questa emergenza sanitaria. Ora dico ma questo debito pubblico è così incancellabile? Questi soldi prestati sono davvero così necessari hai paesi che li hanno elargiti, o il sistema quadra ugualmente?. 

Penso anche al fatto che ad oggi il divario è tra classe media e classe ricca è sempre più elevato. Chi aveva soldi li ha ancora, chi aveva attività che hanno retto l’epidemia sono stati premiati (vedi Amazon) e continuano ad incamerare denaro, mentre gli altri colano a picco.  

Il sistema consumistico si basa su un costante tasso di crescita rispetto all'anno precedente: hai fatto un fatturato di x quest’anno, l’anno prossimo devi fare x+1. Bene forse attualmente questo non è più possibile. So che chi fa impresa vorrebbe sempre vedere crescere i fatturati altrimenti che impresa è, ma magari in questo momento bisognerebbe accontentarsi di averlo il fatturato. Mettersi una mano sull'anima ed una sul portafoglio e cercare di farsi andar bene ciò che si ha. Un esempio sui tutti il mercato dell’auto: sempre andato in crescendo complice il boom economico del dopo guerra, ma ora non si può pretendere che si compri un auto ogni cinque anni: questo perché il piccolo risparmiatore non ha soldi e vorrebbe un auto che duri nel tempo, rispetti le norme sull'inquinamento e gli costi il meno possibile. Le grandi case a mio parere dovrebbero accordarsi per un sistema nuovo, una competizione con un prodotto unico ad esempio una macchina a noleggio che rispetti le norme di eco sostenibilità e venga offerta ad una cifra equa. In questo modo si avrebbero mezzi sempre efficienti in termini di eco sostenibilità e tecnologia.  Ovvio che questo competerebbe un indotto che soffrirebbe per il cambiamento ma questo è il momento di dare una svolta al sistema per questo famoso bene comune. 

Detto questo so, che è utopia perché il consumo ci ha portato anche il comfort che è la bestia più brutta che si possa dover domare. 

Mi auguro però che questo venga compreso dai governi e dai grandi investitori che dovrebbero smettere di arricchirsi a scapito di un sistema ambiente che sta per esaurire le risorse per farci sopravvivere, diventando così solo allora un problema di tutti. 





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