Il sentimento non è languore, non è malcelata malinconia,
non è struggimento dell’anima, non è sconsolato abbandono. Il sentimento è
forza. Quella forza che riconosciamo al fondo di una decisione quando, dopo
aver analizzato i pro e i contro che le argomentazioni razionali dispiegano, si
decide, perché in una scelta piuttosto che in un'altra ci si sente a casa. E
guai a imboccare, per convenienza o debolezza, una scelta che non è la nostra,
guai a essere stranieri nella propria vita. La forza d’animo, che è poi la
forza del sentimento, ci difende da questa estraneità, ci fa sentire a casa,
presso di noi. Qui è la
salute. Una sorta di coincidenza di noi con noi stessi che ci
evita tutti questi “altrove” della vita che non ci appartengono e che spesso
imbocchiamo perché altri, ci chiedono, e noi non sappiamo dire no. Il bisogno
di essere accettati e il desiderio di essere amati ci fanno percorrere strade
che il nostro sentimento ci fa avvertire come non nostre, e così l’animo si indebolisce
e si ripiega su se stesso nell’inutile fatica di compiacere gli altri. Alla
fine l’anima si ammala, perché la malattia, lo sappiamo tutti, è una metafora,
la metafora della devianza del sentiero della nostra vita.