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martedì 19 giugno 2018
Conoscere
La conoscenza è come un magazzino: metto dentro una scatola poi un altra poi un altra ancora. Poi arriva un giorno che decido di prendere le scatole e le riordino con una nuova logica scaturita dal mio pensiero. Questa è la differenza dall'acquisire informazioni.
sabato 16 giugno 2018
Laura - Concorso "A proposito di donne" Comune di Alessandria
Questo è il testo che mi ha riservato la menzione speciale al Concorso indetto dal Comune di Alessandria.
Hai sentito il casino che è successo con quel regista americano? Non ti sembra strano che a distanza di così tanto tempo se ne escano tutte violentate?
Boh mi sembra strano, poi dopo anni. In quell'ambiente è normale, se vuoi far carriera devi concederti, è il prezzo da pagare.
Laura non sa cosa dire, abbassa lo sguardo e torna al suo caffè. Avrebbe voglia di gridargli in faccia tutto il suo disprezzo: "ma come si fa a giudicare normale che una persona debba fare sesso per guadagnarsi una posizione? Fosse vostra figlia non la pensereste allo stesso modo".
La macchinetta del caffè nel corridoio, è uno dei luoghi meno indicati dove intrattenersi se non si vuole essere catapultati nel mondo del qualunquismo e della banalità. Laura sa bene cosa significa portare un peso nel cuore per anni, un peso che non invecchia, non perde il suo vigore e riappare nei momenti meno opportuni, soprattutto quando un possibile amore si affaccia al suo cuore come se non avesse il diritto di essere amata.
Era l'estate di cinque anni prima. Aveva conosciuto un ragazzo. Le piaceva molto: alto, moro sempre ben vestito, elegante nei modi, solare e propositivo. Incontrati a teatro per errore, uno scambio di posto era bastato per trovarsi, al termine dello spettacolo, al bar a conversare. Laura era euforica, aveva trovato una persona interessante. Si scambiarono il numero di telefono e dopo una settimana si rividero per un aperitivo. Il tempo trascorse velocemente, si scoprirono affini. La settimana passò ed un altro appuntamento era fissato, una cena. Fu una serata speciale, una di quelle in cui tutto è perfetto L'intesa era molto forte e il vino aveva fatto il resto. Lui le propose casa sua e lei decise di fidarsi.
È una casa di campagna appena fuori dal centro abitato disse lui. In quel momento Laura fece un pensiero negativo ma fu subito scacciato dalla sua gentilezza.
Era di mio nonno, ho deciso di ristrutturarla e di venirci a vivere. Troppo valore affettivo.
La casa era ben arredata, si vedeva che era abitata da lui. Entrarono, lui si tolse la giacca e la invitò a fare lo stesso. Andò in cucina a prendere due calici di vino, regolò le luci e accese la musica. Le porse il calice e la invitò a ballare. Si baciarono appassionatamente e le mani scivolarono lungo i fianchi. Si sedettero sul divano mentre continuavano a conoscersi.
Sei molto bella, sai.
Laura arrossì.
Le donne come te sono molto intelligenti e questo vi rende ancor più attraenti. Avete passioni, interessi, vi piace vivere la vita e non accontentarvi e questo è il segreto per essere felici.
E' vero, ma a volte mi chiedo se c'è qualcosa di sbagliato in questo. Gli uomini apprezzano è vero, ma poi fuggono disse Laura.
E di cosa ti preoccupi? Che valore aggiunto potrebbe dare un uomo ad una come te?! Sei sicura di te, femmina, non ti serve nessuno.
Laura avrebbe voluto sentire parole diverse. Era presa da quell'uomo che fino ad allora si era sempre mostrato galante e gentile, ma che non si era mai sbilanciato sul futuro.
Le donne come te hanno solo un difetto: non sanno rimanere sole. Devono affezionarsi, mettere in mezzo l’amore. Sono onesto, vivo il presente, le occasioni. Mi piace l'inizio di una relazione, è come una danza il corteggiamento. Poi arrivati all'obiettivo, pronti per un altro incontro. Dai butta giù quel bicchiere e andiamo di là!
Laura era un po' intontita dal vino, aveva sentito quelle parole e non le erano piaciute. Era per l'ennesima volta divertimento senza impegno. Era arrabbiata con se stessa per non aver riconosciuto il tipo. Lui riprese a baciarla sul collo e con la mano le accarezzò le gambe fino a raggiungere la gonna. Un brivido le percorse la schiena e lucidamente pensò a dove si trovava e a cosa stava facendo. La magia del momento si tramutò in malessere, si sentiva a disagio e non voleva più essere lì. Lei si ritrasse e cercò di scansargli le mani.
Cosa c'è che non va? Fai la fidanzatina ferita?
Prese e la sdraiò sul divano tenendola ferma, lei provò a divincolarsi ma lui era troppo forte. Urlò, scongiurandolo di lasciarla stare, provò a muoversi per sfuggire a quell'orco ma lui era irremovibile e con forza la fece sua. Quando finì le disse di rivestirsi. La minacciò dicendole che se avesse chiamato la polizia si sarebbe rifatto vivo, aveva il suo numero e sapeva dove abitava.
Ricorda che non ti crederebbe nessuno, sei stata tu a venire da me. Ho i tuoi messaggi.
Quando riuscì a chiudersi la porta di casa alle spalle, si sedette e scoppiò in un pianto liberatorio. Si spogliò ed entrò in doccia per lavare via ogni traccia di quell’uomo, dal corpo e dall'anima. Andò in camera e si accovacciò stretta al suo cane.
L'indomani avrebbe voluto svegliarsi priva di memoria ma i suoi pensieri la riportarono velocemente alla notte prima. Ripensò a come poteva aver sbagliato, come aveva potuto fidarsi di quell'uomo. Avrebbe voluto fargliela pagare ma la paura di non essere creduta, di andare alla polizia e sentirsi additata come quella che se l'era cercata la frenò. Come faccio a dimostrarlo? Vorranno sapere cosa ci facevo lì, come ero vestita.
La giornata trascorse lenta e presto si ripresentò il lunedì, e dopo una settimana il lunedì successivo e così via. Lentamente il dolore fisico passò e la mente provò a fare il resto. I giorni passarono, l'idea della denuncia era sempre più lontana. Così trascorsero cinque anni sino a quel giorno, davanti alla macchinetta del caffè, in cui Laura dovette prendere coscienza che il dolore non si cancella. Pensò alle donne che hanno il coraggio di dire basta a violenti giochi di uomini vigliacchi.
Credo che nessuno di voi sappia cosa vuol dire portare nel cuore il peso di un abuso sessuale e nemmeno credo che possiate giudicare chi, a distanza di tempo, trova il coraggio di denunciare. Non potete comprendere quanto sia costato loro mantenere il silenzio. Credo che di fronte a questo genere di notizie bisognerebbe avere la decenza di tacere.
E se ne andò lasciando tutti sbigottiti a sorseggiare il loro caffè.
Hai sentito il casino che è successo con quel regista americano? Non ti sembra strano che a distanza di così tanto tempo se ne escano tutte violentate?
Boh mi sembra strano, poi dopo anni. In quell'ambiente è normale, se vuoi far carriera devi concederti, è il prezzo da pagare.
Laura non sa cosa dire, abbassa lo sguardo e torna al suo caffè. Avrebbe voglia di gridargli in faccia tutto il suo disprezzo: "ma come si fa a giudicare normale che una persona debba fare sesso per guadagnarsi una posizione? Fosse vostra figlia non la pensereste allo stesso modo".
La macchinetta del caffè nel corridoio, è uno dei luoghi meno indicati dove intrattenersi se non si vuole essere catapultati nel mondo del qualunquismo e della banalità. Laura sa bene cosa significa portare un peso nel cuore per anni, un peso che non invecchia, non perde il suo vigore e riappare nei momenti meno opportuni, soprattutto quando un possibile amore si affaccia al suo cuore come se non avesse il diritto di essere amata.
Era l'estate di cinque anni prima. Aveva conosciuto un ragazzo. Le piaceva molto: alto, moro sempre ben vestito, elegante nei modi, solare e propositivo. Incontrati a teatro per errore, uno scambio di posto era bastato per trovarsi, al termine dello spettacolo, al bar a conversare. Laura era euforica, aveva trovato una persona interessante. Si scambiarono il numero di telefono e dopo una settimana si rividero per un aperitivo. Il tempo trascorse velocemente, si scoprirono affini. La settimana passò ed un altro appuntamento era fissato, una cena. Fu una serata speciale, una di quelle in cui tutto è perfetto L'intesa era molto forte e il vino aveva fatto il resto. Lui le propose casa sua e lei decise di fidarsi.
È una casa di campagna appena fuori dal centro abitato disse lui. In quel momento Laura fece un pensiero negativo ma fu subito scacciato dalla sua gentilezza.
Era di mio nonno, ho deciso di ristrutturarla e di venirci a vivere. Troppo valore affettivo.
La casa era ben arredata, si vedeva che era abitata da lui. Entrarono, lui si tolse la giacca e la invitò a fare lo stesso. Andò in cucina a prendere due calici di vino, regolò le luci e accese la musica. Le porse il calice e la invitò a ballare. Si baciarono appassionatamente e le mani scivolarono lungo i fianchi. Si sedettero sul divano mentre continuavano a conoscersi.
Sei molto bella, sai.
Laura arrossì.
Le donne come te sono molto intelligenti e questo vi rende ancor più attraenti. Avete passioni, interessi, vi piace vivere la vita e non accontentarvi e questo è il segreto per essere felici.
E' vero, ma a volte mi chiedo se c'è qualcosa di sbagliato in questo. Gli uomini apprezzano è vero, ma poi fuggono disse Laura.
E di cosa ti preoccupi? Che valore aggiunto potrebbe dare un uomo ad una come te?! Sei sicura di te, femmina, non ti serve nessuno.
Laura avrebbe voluto sentire parole diverse. Era presa da quell'uomo che fino ad allora si era sempre mostrato galante e gentile, ma che non si era mai sbilanciato sul futuro.
Le donne come te hanno solo un difetto: non sanno rimanere sole. Devono affezionarsi, mettere in mezzo l’amore. Sono onesto, vivo il presente, le occasioni. Mi piace l'inizio di una relazione, è come una danza il corteggiamento. Poi arrivati all'obiettivo, pronti per un altro incontro. Dai butta giù quel bicchiere e andiamo di là!
Laura era un po' intontita dal vino, aveva sentito quelle parole e non le erano piaciute. Era per l'ennesima volta divertimento senza impegno. Era arrabbiata con se stessa per non aver riconosciuto il tipo. Lui riprese a baciarla sul collo e con la mano le accarezzò le gambe fino a raggiungere la gonna. Un brivido le percorse la schiena e lucidamente pensò a dove si trovava e a cosa stava facendo. La magia del momento si tramutò in malessere, si sentiva a disagio e non voleva più essere lì. Lei si ritrasse e cercò di scansargli le mani.
Cosa c'è che non va? Fai la fidanzatina ferita?
Prese e la sdraiò sul divano tenendola ferma, lei provò a divincolarsi ma lui era troppo forte. Urlò, scongiurandolo di lasciarla stare, provò a muoversi per sfuggire a quell'orco ma lui era irremovibile e con forza la fece sua. Quando finì le disse di rivestirsi. La minacciò dicendole che se avesse chiamato la polizia si sarebbe rifatto vivo, aveva il suo numero e sapeva dove abitava.
Ricorda che non ti crederebbe nessuno, sei stata tu a venire da me. Ho i tuoi messaggi.
Quando riuscì a chiudersi la porta di casa alle spalle, si sedette e scoppiò in un pianto liberatorio. Si spogliò ed entrò in doccia per lavare via ogni traccia di quell’uomo, dal corpo e dall'anima. Andò in camera e si accovacciò stretta al suo cane.
L'indomani avrebbe voluto svegliarsi priva di memoria ma i suoi pensieri la riportarono velocemente alla notte prima. Ripensò a come poteva aver sbagliato, come aveva potuto fidarsi di quell'uomo. Avrebbe voluto fargliela pagare ma la paura di non essere creduta, di andare alla polizia e sentirsi additata come quella che se l'era cercata la frenò. Come faccio a dimostrarlo? Vorranno sapere cosa ci facevo lì, come ero vestita.
La giornata trascorse lenta e presto si ripresentò il lunedì, e dopo una settimana il lunedì successivo e così via. Lentamente il dolore fisico passò e la mente provò a fare il resto. I giorni passarono, l'idea della denuncia era sempre più lontana. Così trascorsero cinque anni sino a quel giorno, davanti alla macchinetta del caffè, in cui Laura dovette prendere coscienza che il dolore non si cancella. Pensò alle donne che hanno il coraggio di dire basta a violenti giochi di uomini vigliacchi.
Credo che nessuno di voi sappia cosa vuol dire portare nel cuore il peso di un abuso sessuale e nemmeno credo che possiate giudicare chi, a distanza di tempo, trova il coraggio di denunciare. Non potete comprendere quanto sia costato loro mantenere il silenzio. Credo che di fronte a questo genere di notizie bisognerebbe avere la decenza di tacere.
E se ne andò lasciando tutti sbigottiti a sorseggiare il loro caffè.
venerdì 15 giugno 2018
Giulia - Ritratti di donne
[...]
No, Giulia non la faccio facile Gabriele si scurì in volto nessuno ha detto che lo è. Credo però che ognuno di noi abbia il dovere verso la vita di fare tutto ciò che può per essere felice. Per farlo abbiamo bisogno di essere liberi, liberi da vincoli familiari, da pregiudizi, da costrizioni. Non avresti dovuto accettare il futuro che veniva costruito per te perché tu hai diritto ad uno tuo, che includa tutto ciò che tu desideri.
Giulia scoppiò a piangere.
No non devi piangere, anzi devi reagire se veramente senti che stai sbagliando. Ci sono persone che in una vita intera non si accorgono di non stare vivendo. Tu sei riuscito ad accorgertene ed ora sta a te.
Ma io cosa vuoi che possa fare contro mio padre? contro la mia famiglia?
Ancora non capisci, non è questione di fare qualcosa contro ma di fare qualcosa per te. Giulia tu mi piaci ma mai e poi mai potrei avere a che fare con la tua famiglia. Per cui te lo dico ora, se vuoi iniziare qualcosa con me sappi che io non sarò quel fidanzato che i borghesi considerano "perbene" che va vestito elegante a pranzo dai suoceri la domenica, dopo essere andato a messa e a prendere le pastarelle. Immagino che tuo padre abbia una specie di decalogo per le caratteristiche che dovrebbe avere il tuo ragazzo ed io immagino, di non possederne nemmeno una e dico per fortuna. Quindi stare con me non potrà far altro che metterti in cattiva luce di fronte ai suoi occhi e chissà forse un impedimento a vedermi. Io non voglio cazzate come queste, io voglio stare con te tranquillamente e alla luce del sole. Ora sta a te scegliere, fare un salto nel vuoto o continuare la tua falsa esistenza?
No, Giulia non la faccio facile Gabriele si scurì in volto nessuno ha detto che lo è. Credo però che ognuno di noi abbia il dovere verso la vita di fare tutto ciò che può per essere felice. Per farlo abbiamo bisogno di essere liberi, liberi da vincoli familiari, da pregiudizi, da costrizioni. Non avresti dovuto accettare il futuro che veniva costruito per te perché tu hai diritto ad uno tuo, che includa tutto ciò che tu desideri.
Giulia scoppiò a piangere.
No non devi piangere, anzi devi reagire se veramente senti che stai sbagliando. Ci sono persone che in una vita intera non si accorgono di non stare vivendo. Tu sei riuscito ad accorgertene ed ora sta a te.
Ma io cosa vuoi che possa fare contro mio padre? contro la mia famiglia?
Ancora non capisci, non è questione di fare qualcosa contro ma di fare qualcosa per te. Giulia tu mi piaci ma mai e poi mai potrei avere a che fare con la tua famiglia. Per cui te lo dico ora, se vuoi iniziare qualcosa con me sappi che io non sarò quel fidanzato che i borghesi considerano "perbene" che va vestito elegante a pranzo dai suoceri la domenica, dopo essere andato a messa e a prendere le pastarelle. Immagino che tuo padre abbia una specie di decalogo per le caratteristiche che dovrebbe avere il tuo ragazzo ed io immagino, di non possederne nemmeno una e dico per fortuna. Quindi stare con me non potrà far altro che metterti in cattiva luce di fronte ai suoi occhi e chissà forse un impedimento a vedermi. Io non voglio cazzate come queste, io voglio stare con te tranquillamente e alla luce del sole. Ora sta a te scegliere, fare un salto nel vuoto o continuare la tua falsa esistenza?
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giovedì 14 giugno 2018
Notti d'estate
Nelle notti d'estate c'è un momento preciso in cui dalla quiete totale di rumori e colori, inizia ad arrivare il giorno. Un timido pallore investe il cielo e nel silenzio qualche uccellino inizia il suo canto di benvenuto al giorno nuovo. Me ne sto qui abbracciata alla mia famiglia osservando il cielo dalla finestra semiaperta che si fa via via più chiaro . Le macchine iniziano a muoversi, il brulichio di esseri umani si fa più intenso, come i miei pensieri che dentro a questo corpo assonnato sgomitano per trovare la giusta soluzione. È un momento magico, un momento di comunione con la natura che offre ogni giorno la possibilità di riscatto. Il chiariore che investe il mondo e gli dona la vita, ancora una volta.
mercoledì 13 giugno 2018
Concorso “A proposito di donne” Comune di Alessandria
Menzioni speciali del concorso “A proposito di donne” a:
Elisa Capitani: “Laura”
Massimiliana Tasca: “Giù il cappello”
Dispiaciuta per non aver partecipato ma felice che un tema così importante come la violenza sulle donne, su cui era centrato il mio racconto, sia stato insignito di una menzione speciale. Grazie al Comune di Alessandria e a tutte le donne che si dedicano alle donne!
ConsultaPariOpportunitaAlessandria
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