mercoledì 9 novembre 2011

Cesare Pavese - “La Terra e la Morte” - 1950


Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla

Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.

Cesare Pavese - La terra e la morte - 1945


Tu sei come una terra
che nessuno ha mai detto.
Tu non attendi nulla
se non la parola
che sgorgherà dal fondo
come un frutto tra i rami.
C'è un vento che ti giunge.
Cose secche e rimorte
t'ingombrano e vanno nel vento
Membra e parole antiche.
Tu tremi nell'estate

lunedì 7 novembre 2011

Alda Merini, l'amore, la poesia, la musica, la politica

Alda Merini - da "Ballate non pagate" #2

Quando gli innamorati si parlano
attraverso gli alberi
e attraverso mille strade infelici,
quando abbracciano l'edera
come se fosse un canto,
quando trovano la grazia
nelle pieghe scomposte
e dagli alti rigogli,
quando gli amanti gemono
sono signori della terra
e sono vicini a Dio
come i Santi più ebbri.

Quando gli innamorati parlano di morire
parlano di vita in eterno
in un colloquio di fine esperanto
moto soltanto a Lui.
Il loro linguaggio è dissacratore,
ma chiama la grazia infinita
di un grande perdono.

Eugenio Montale - da "Diario del '71 e del '72"

Non mi stanco di dire al mio allenatore
getta la spugna
ma lui non sente nulla perchè sul ring o anche fuori
non s'è mai visto.
Forse, a suo modo, cerca di salvarmi
dal disonore. Che abbia tanta cura
di me, l'idiota, o io sono il suo buffone
tiene in bilico tra la gratutudine
e il furore.

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