...non so dalla parte di chi schierarmi...quando mi trovo a fare i conti coi ragionamenti delle donne.
Fondamentalmente si dividono in due filoni: chi segue l'emozione chi segue la razionalità!
Ultimamente sento sempre di più quelle che seguono l'emozione, le farfalle nello stomaco, l'attrazione e il desiderio e che poi si ritrovano puntualmente con una porta in faccia chiusa pure sbattendo. E poi si lamentano dicendo che gli uomini ragionano con il pisello quando sono loro a farlo per prime!
E allora mi viene da dire hanno ragione le altre.
Chi sceglie con la razionalità si evita tanti bei problemi o quantomeno tante belle lacrime. Queste però non hanno mai toccato le punte di felicità di quelle donne che si sono emozionate e hanno provato sensazioni forti come pugni nello stomaco come quando ti innamori di qualcuno.
Bisogna sempre tener presente però che innamorarsi non vuol dire unicamente desiderio, eccitazione, testa fra le nuvole etc....perchè queste cose passano con l'andare del tempo, è inevitabile.
L'amore è quello che viene dopo....quello che rimane....sapere che al tuo fianco c'è una persona che sarà lì qualunque cosa accada senza spiegazioni semplicemente perché ha scelto te.
Mi ha colpito una frase di un amica l'altra sera....."io voglio una persona che mi porti i fiori anche a 80anni"
E' un'immagine tenerissima e molto vera. Ad oggi non so se questo sia possibile. Non è il periodo storico più adatto alla crescita dei sentimenti.
Tutto è reificazione, siamo trasformati da persone a oggetti e come questi ci consumiamo a vicenda, viviamo cose che ancor prima che inizino sono finite perché già vecchie.
Dovremo continuare così fino a quando? Donne credete davvero che noi possiamo essere come erano gli uomini tempo fa?! Bisogna esserne capaci.
La maggior parte degli uomini ha una capacità che è quella di scindere perfettamente sesso e amore. Il tradimento è un momento di pura fisicità. Una donna invece quando va a letto con una persona ci va con la testa, a meno che non sia ubriaca ovviamente, e crede in un dopo.....con doccia fredda che arriva puntuale alla mattina. Magari ci sono anche donne che questa parte la saltano e allora mi vien da dire buon per loro.....almeno non soffrite e brave siete diventate uomini!.
Credo però che ognuno di noi a quest'età in questo tremendo vortice di consumo abbia desiderato almeno una volta trovare una persona con cui condividere il cammino. Magari a volte non si è riconosciuto quando è passato quel momento, magari non arriverà mai oppure è passato.....chissà.
Non so mai come consolare le mie amiche e soprattutto me quando questi temi emergono nelle nostre serate.....però sì bisogna schierarsi o da una parte o dall'altra altrimenti si vivrà sempre a metà......e senza felicità. Entrambi i filoni donano occasioni ma lo stare tra l'uno e l'altro non porta a niente.
Pagine
- Le strade del cuore 2023
- Non far rumore 2020
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lunedì 15 ottobre 2012
domenica 14 ottobre 2012
12.12.75 Discorso di Montale al ricevimento del Nobel
Sono qui perché ho scritto poesie: sei volumi, oltre innumerevoli traduzioni e saggi critici. Hanno detto che è una produzione scarsa, forse supponendo che il poeta sia un produttore di mercanzie; le macchine debbono essere impiegate al massimo. Per fortuna la poesia non è una merce [...]
Le arti, tutte le arti visuali, stanno democraticizzandosi nel senso peggiore della parola. L'arte è produzione di oggetti di consumo, da usarsi e da buttarsi via in attesa di un nuovo mondo nel quale l'uomo sia riuscito a liberarsi di tutto, anche della propria coscienza. Ciò vale anche per la musica esclusivamente rumoristica che si ascolta nei luoghi dove milioni di giovani si radunano per esorcizzare l'orrore della solitudine. Ma perché oggi più che mai l'uomo civilizzato è giunto ad avere orrore di se stesso? [...]
Sotto lo sfondo così cupo dell'attuale civiltà del benessere anche le arti tendono a confondersi, a smarrire la loro identità. Le comunicazioni di massa la radio, soprattutto la televisione, hanno tentato non senza successo di annientare ogni possibilità di solitudine e di riflessioni. Il tempo si fà più veloce, opere di pochi anni fa sembrano datate e il bisogno che l'artista ha di farsi ascoltare prima o poi diventa bisogno spasmodico dell'atuale, dell'immediato. Di qui l'arte nuova del nostro tempo che è lo spettacolo [..] C'è una grande sterilità in tutto questo, un immensa sfiducia nella vita. In tale paesaggio di esibizionismo isterico quale può essere il posto della più discreta delle arti, la poesia? La poesia così detta lirica è opera, frutto di solitudine e accumulazione. [...] Non si creda che io abbia un'idea solipsistica della poesia. L'idea di scrivere per i così detti happy few non è mai stata mia. In realtà l'arte è sempre per tutti e per nessuno, ma quel che resta imprevedibile è il suo vero begetter, il suo destinatario. L'arte-spettacolo, l'arte d massa, l'arte che vuole produrre una sorta di massaggio fisico-psichico su un ipotetico fruitore ha dinanzi a sé infinite strade perché la popolazione del mondo è in continuo aumento. Ma il suo limite è il vuoto assoluto [...]
Avevo pensato di dare al mio breve discorso questo titolo: potrà sopravvivere la poesia nell'universo delle comunicazioni di massa ? E' ciò che molti si chiedono ma a ben riflettere la risposta non può che essere affermativa. Se s'intende per poesia la così detta bellettristica (belle lettere: nel senso di produzione letteraria di massa) è chiaro che la produzione mondiale andrà a crescere a dismisura. Se invece ci limitiamo a quella che rifiuta con orrore il termine di produzione, quella che sorge quasi per miracolo e sembra imbalsamare tutta un'epoca e tutta una situazione linguistica e culturale, allora bisogna dire che non c'è morte possibile per la poesia
da E.Montale, Sulla poesia, Mondadori Milano 1976
Le arti, tutte le arti visuali, stanno democraticizzandosi nel senso peggiore della parola. L'arte è produzione di oggetti di consumo, da usarsi e da buttarsi via in attesa di un nuovo mondo nel quale l'uomo sia riuscito a liberarsi di tutto, anche della propria coscienza. Ciò vale anche per la musica esclusivamente rumoristica che si ascolta nei luoghi dove milioni di giovani si radunano per esorcizzare l'orrore della solitudine. Ma perché oggi più che mai l'uomo civilizzato è giunto ad avere orrore di se stesso? [...]
Sotto lo sfondo così cupo dell'attuale civiltà del benessere anche le arti tendono a confondersi, a smarrire la loro identità. Le comunicazioni di massa la radio, soprattutto la televisione, hanno tentato non senza successo di annientare ogni possibilità di solitudine e di riflessioni. Il tempo si fà più veloce, opere di pochi anni fa sembrano datate e il bisogno che l'artista ha di farsi ascoltare prima o poi diventa bisogno spasmodico dell'atuale, dell'immediato. Di qui l'arte nuova del nostro tempo che è lo spettacolo [..] C'è una grande sterilità in tutto questo, un immensa sfiducia nella vita. In tale paesaggio di esibizionismo isterico quale può essere il posto della più discreta delle arti, la poesia? La poesia così detta lirica è opera, frutto di solitudine e accumulazione. [...] Non si creda che io abbia un'idea solipsistica della poesia. L'idea di scrivere per i così detti happy few non è mai stata mia. In realtà l'arte è sempre per tutti e per nessuno, ma quel che resta imprevedibile è il suo vero begetter, il suo destinatario. L'arte-spettacolo, l'arte d massa, l'arte che vuole produrre una sorta di massaggio fisico-psichico su un ipotetico fruitore ha dinanzi a sé infinite strade perché la popolazione del mondo è in continuo aumento. Ma il suo limite è il vuoto assoluto [...]
Avevo pensato di dare al mio breve discorso questo titolo: potrà sopravvivere la poesia nell'universo delle comunicazioni di massa ? E' ciò che molti si chiedono ma a ben riflettere la risposta non può che essere affermativa. Se s'intende per poesia la così detta bellettristica (belle lettere: nel senso di produzione letteraria di massa) è chiaro che la produzione mondiale andrà a crescere a dismisura. Se invece ci limitiamo a quella che rifiuta con orrore il termine di produzione, quella che sorge quasi per miracolo e sembra imbalsamare tutta un'epoca e tutta una situazione linguistica e culturale, allora bisogna dire che non c'è morte possibile per la poesia
da E.Montale, Sulla poesia, Mondadori Milano 1976
giovedì 11 ottobre 2012
Sergio Corazzini
Perché tu mi dici poeta? Io non sono poeta. Io non sono che un piccolo fanciullo che piange.
Wislawa Szymborska - La fiera dei miracoli
Un miracolo comune:
l'accadere di molti miracoli comuni.
Un miracolo normale:
l'abbaiare di cani invisibili
nel silenzio della notte.
Un miracolo fra tanti:
una piccola nuvola svolazzante,
l'accadere di molti miracoli comuni.
Un miracolo normale:
l'abbaiare di cani invisibili
nel silenzio della notte.
Un miracolo fra tanti:
una piccola nuvola svolazzante,
che riesce a nascondere una grande pesante luna.
Più miracoli in uno:
un lontano riflesso sull'acqua
e che sia girato da destra a sinistra,
e che cresca con la chioma in giù,
e non raggiunga affatto il fondo
benché l'acqua sia poco profonda.
Un miracolo all'ordine del giorno:
venti abbastanza deboli e moderati,
impetuosi durante le tempeste.
Un miracolo alla buona:
le mucche sono mucche.
Un altro non peggiore:
proprio questo frutteto
proprio da questo nocciolo.
Un miracolo senza frac nero e cilindro:
bianchi colombi che si alzano in volo.
Un miracolo – e come chiamarlo altrimenti:
oggi il sole è sorto alle 3,14
e tramonterà alle 20.01
Un miracolo che non stupisce quanto dovrebbe:
la mano ha in verità meno di sei dita,
però più di quattro.
Un miracolo, basta guardarsi intorno:
il mondo onnipresente.
Un miracolo supplementare, come ogni cosa:
l'inimmaginabile
è immaginabile.
Più miracoli in uno:
un lontano riflesso sull'acqua
e che sia girato da destra a sinistra,
e che cresca con la chioma in giù,
e non raggiunga affatto il fondo
benché l'acqua sia poco profonda.
Un miracolo all'ordine del giorno:
venti abbastanza deboli e moderati,
impetuosi durante le tempeste.
Un miracolo alla buona:
le mucche sono mucche.
Un altro non peggiore:
proprio questo frutteto
proprio da questo nocciolo.
Un miracolo senza frac nero e cilindro:
bianchi colombi che si alzano in volo.
Un miracolo – e come chiamarlo altrimenti:
oggi il sole è sorto alle 3,14
e tramonterà alle 20.01
Un miracolo che non stupisce quanto dovrebbe:
la mano ha in verità meno di sei dita,
però più di quattro.
Un miracolo, basta guardarsi intorno:
il mondo onnipresente.
Un miracolo supplementare, come ogni cosa:
l'inimmaginabile
è immaginabile.
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