....direi che non hanno proprio capito perché esistano cose chiamate "straordinari".
L'etimologia suggerisce fuori dall'ordinario ma oggi lo straordinario è l'ordinario.
Io non posso parlare di questo perché in realtà non sono dipendente quindi sono doppiamente imbecille ma non può essere la regola che un imprenditore non sappia gestire le proprie risorse e non sappia dimensionare il tempo per realizzare il proprio prodotto.
Tutto questo si ripercuote sempre sul dipendente (o presunto tale: perché ovviamente non assumere e chiedere di aprire la partita iva è più comodo) che per il proprio senso di responsabilità e per il timore di venire defenestrato non molla il lavoro a metà e lo porta a termine.
Così dalla volta dopo, visto che il gioco funziona propinano al dipendente urgenze continue che è impossibile prevedere scaricando la colpa su uno e sull'altro (che interpellati ovviamente negano), cosicchè rimane al lavoro 18/24 per finire tutto.
E piano piano il tutto diventa una consuetudine.
Da dove eravamo partiti?!
Ah si: da chi nelle tutele del contratto di lavoro ha inserito la parola straordinario.
Non fare straordinari non significa essere lavativi ma significa dare al lavoro la giusta importanza, mantenerlo fuori dalla propria vita evitando dinamiche di mobbing e vessazioni continue che fanno comodo solo a chi si arricchisce di fama e denaro alle spalle di coloro che lavorano.
Non sono qui a piangere perché ad ognuno di noi rimane sempre la scelta di cambiare la direzione di questo loop infinito, ma sono qui a dire che anche nel mondo lavoro si sono superati tutti i limiti e i valori, tra i quali la dignità e il rispetto per le persone.
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giovedì 5 marzo 2015
martedì 3 marzo 2015
giovedì 26 febbraio 2015
lunedì 23 febbraio 2015
Voyeur
non scaldano questo luogo
magico e terrificante al tempo stesso.
Rimango qui sdraiata
nel mio sonno eterno
circondata da strane creature
incomplete, senz'anima.
Mormorano, bisbigliano
si domandano.
Dalla finestra tutti voi
curiosi vi affaccendate
nel sapere, nell'immaginare.
Volete violarmi
sapere ch'io fossi
quali i miei sogni
quale il mio passato.
Giaccio qui
di bianco vestita
tra i fili di questi pezzetti di cartapesta.
http://www.museoreinasofia.es/exposiciones/janet-cardiff-george-bures-miller
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