domenica 6 marzo 2011


Due mondi parallelli
fusi in un big bang primordiale
esplosi e divenuti satellite
vaganti nell'universo
infinito
inconoscibile.

Alda Merini - La volpe e il sipario

Un prato senza vita è la notte,
un prato che non dà sofferenza, soffuso di canti e stelle e di intimi abbandoni.
La notte è quel piacere distante che fa vibrare il sonno pacifico delle alghe,
che addormenta il nostro impulso vitale di morte.
La notte è la sofferenza estrema
se tu non sei qui a mettere i semi
dell'eterna adolecenza
nel mio incantesimo,
nel mio corpo disfatto.
Sono assetata del primo sangue
della rima sofferta,
verginità di lettere e d'amore
e di mostruosi impatti col demonio
perchè sono viva con gli angeli
e con gli angeli ho voglia
di ritrovare la terra, di toccarla,
di sentirla mia ed evangelica.
Sono la carne stessa che chiede la sua disfatta
dopo un cominciamento di amore,
dopo una sofferenza estrema,
dopo il canto dell'angelo;
la carne che trova il suo principio,
lo esalta fin dentro il livore dell'inverno
perchè il tuo amore è l'inverno estremo della paura
ma anche il tempo della domanda infinita
del salto, del rancore aperto.
Mi sento, amore, inseguita da tutti
come se queste persone, queste bocche
volessero mangiare la mia carne
che soffre spasimi di amore e di attesa.
Tutto ciò che è entrato a far parte della mia faccia,
tutto ciò che è salito sul mio lungo aspetto di donna
così circolare, così demoniaco, così bianco
ripete nel tuo volto il vagito
di questa scrittura
ora inferma e ora piena di salute,
di quella salute che, paga di se stessa e felice,
vuole finalmente morire nel tuo ricordo.

sabato 5 marzo 2011

Alda Merini

Potresti anche telefonarmi
e dirmi in un soffio di vita
che hai bisogno del mio racconto:
favole di una bimba che legge i sospiri,
favole di una donna che vuole amare,
una donna che cerca un prete
per avere l'estrema unzione.

Bambina

Vengo qui
una volta a settimana a respirare un pò di me
di quando ero bambina
quando ancora non conoscevo i deliri dell’amore
la forza della passione,
la solitudine,
quando avevo cieca fiducia delle persone
quando i miei pensieri erano puri
quando non avevo ancora capacità di scegliere.

Chiudo gli occhi e mi ritornano alla mente i pomeriggi con mia nonna,
le sue filastrocche cantate mentre aspettavo l’autobus della scuola,
il campo con le pannocchie da raccogliere,
i giochi coi miei cani,
pomeriggi a cavallo lungo i sentieri ricavati tra i campi,
il tempo della vendemmia,
la legna scaricata nel cortile,
la casa in montagna. Si cantava con mia madre quando andavamo in montagna, ci fermavamo prima in edicola e poi al forno, giornate spese insieme alla famiglia a realizzare il sogno nascosto di una casa delle vacanze.
Come era bello avere degli obiettivi comuni, solo per il gusto di stare insieme.
Mi manca tutto questo: la semplicità dei gesti, la dolcezza, l’unione.

Suspendue

Percorrere le strade di periferia
nella notte
con la macchina.
Una musica malinconica, una sigaretta accesa.
Procedo a passo lento assaporando l’aria che entra dal finestrino in fessura.
Non ho meta
l’importante è non spezzare questa magia.
Mi lascio cullare
dalle note di una canzone
la mente è catturata dai pensieri che scorrono
mentre gli occhi guardano la strada.
Ci sono sere che vorrei stare solo qui
da sola con la mia malinconia
con me.
La mancanza di un amore
un problema da risolvere
versi da scrivere
un immagine da non cancellare
poi domani verrà il giorno
ma ora voglio rimanere qui
sospesa
nel posto di nessuno.

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