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venerdì 6 maggio 2011
giovedì 5 maggio 2011
Viaggio
La testa appoggiata al finestrino di questo treno
prima il mare poi le campagne scorrono veloci davanti ai miei occhi,
gocce di pioggia creano rivoli d'acqua che scorrono rapidi rendendo difficile la vista.
Sul vetro si riflette l'immagine dei miei compagni di viaggio:
chi assorto ad ascoltare musica negli auricolari,
una ragazza che legge e invia incessantemente messaggi al cellulare,
un anziano che mangia un panino al cotto appena acquistato dal servizio a bordo,
chi dorme.
Tante storie si incrociano su questo treno
stati d’animo, emozioni
ed io godo di questo momento di libertà, di sospensione.
Una pausa dalla realtà.
Il viaggio unisce due mondi diversi
inaspettatamente resi vicini dalla fusione di due vite:
lo sconosciuto diventa familiare
luoghi e persone fino ad ora ignorate
diventano parte della vita.
Quanto sono forti i sentimenti, quanto sono unici.
baustelle - andarsene così
Sarebbe splendido
Amare veramente
Riuscire a farcela
E non pentirsimai
Non è impossibile pensare un altro mondo
Durante notti di paura e di dolore
Assomigliare a lucertole nel sole
Amare come Dio
Usarne le parole
Sarebbe comodo
Andarsene per sempre
Andarsene da qui
Andarsene così
Amare veramente
Riuscire a farcela
E non pentirsi
Non
Durante notti di paura e di dolore
Assomigliare a lucertole nel sole
Amare come Dio
Usarne le parole
Sarebbe comodo
Andarsene per sempre
Andarsene da qui
Andarsene così
mercoledì 4 maggio 2011
Pedro Salinas - Per vivere non voglio...
Per vivere non voglio
isole, palazzi, torri.
Quale gioia più alta:
vivere nei pronomi.
Togliti via i vestiti,
i connotati, i ritratti;
non ti voglio così,
mascherata da altra,
figlia di qualche cosa.
Ti voglio pura, libera,
irriducibile: tu.
So che quando
fra tutte le genti
del mondo ti chiamerò,
tu sarai tu soltanto.
E quando chiederai
chi è colui che ti chiama
che ti vuole per sua,
sotterrerò i nomi
i cartigli, la storia.
Andrò rompendo tutto
ciò che su di me addossarono
ancor prima di nascere.
E tornato all'eterna
nudità dell'anonimo,
della pietra, del mondo,
ti dirò:
"Sono io, io che ti voglio"
isole, palazzi, torri.
Quale gioia più alta:
vivere nei pronomi.
Togliti via i vestiti,
i connotati, i ritratti;
non ti voglio così,
mascherata da altra,
figlia di qualche cosa.
Ti voglio pura, libera,
irriducibile: tu.
So che quando
fra tutte le genti
del mondo ti chiamerò,
tu sarai tu soltanto.
E quando chiederai
chi è colui che ti chiama
che ti vuole per sua,
sotterrerò i nomi
i cartigli, la storia.
Andrò rompendo tutto
ciò che su di me addossarono
ancor prima di nascere.
E tornato all'eterna
nudità dell'anonimo,
della pietra, del mondo,
ti dirò:
"Sono io, io che ti voglio"
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