lunedì 5 settembre 2011

La macchia umana - 2003 Robert Benton

Non credo si possa misurare il dolore

...e se fosse un libro?

.....erano i giorni del festival della poesia. Umore stantìo post delusione: calpestato il cuore ma che dico calpestato sminuzzato su un tagliere come fà mamma col soffritto cipolla e carota. Erano sere in cui mi facevo gran bicchieri di vino in solitaria davanti a bei film, oppure disegnavo, oppure me ne stavo al pc girovaga. Me le ricordo ancora quelle sensazioni il buon vino che piacere! Quando senti la testa che comincia lievemente a intontirsi, quando ti appassioni di più a quello che stai facendo o guardando, le sigarette che d'improvviso si accendono e si spengono da sole e l'ispirazione che arriva. Non ero felice diciamo che cercavo un pò di calma. Mi succede ogni tanto quando ho spinto troppo sull'acceleratore poi mi capita di rifugiarmi a casa cercando pace volendo lasciare fuori le responsabilità, i problemi, le delusioni, l'amore......insomma  le "cose grandi".
Quello che è accaduto dopo è stato splendido: fresco, trascinante, passionale, voluto, mi sembrava di vivere un sogno.....peccato aver trovato la persona sbagliata per cui io ero solo l'ennesima forma di trasgressione alla vita a cui sarà destinato, avrei dovuto capirlo subito ma non l'ho voluto vedere proprio perchè ne avevo bisogno.....altra botta nei denti.....tante belle parole poi il nulla: come solito, come ogni volta! BASTA!
Però mi ricorderò sempre di quel "avrei voglia di baciarti!" 

sabato 3 settembre 2011

William Shakespeare - Citazioni

Essere saggio e amare eccede le capacità dell'uomo

L'abitudine, mostro che rode e distrugge tutti i sentimenti, tutte le inclinazioni, è un angelo in ciò, che dà insensibilmente agli atti buoni e virtuosi una facilità, una sembianza naturale, che li fa credere innati nell'uomo

I nostri dubbi sono dei traditori che ci fanno spesso perdere quei beni che pur potremmo ottenere, soltanto perché non abbiamo il coraggio di tentare

venerdì 2 settembre 2011

Nazim Hikmet - Istanbul 1933



E’ l’alba. S’illumina il mondo
come l’acqua che lascia cadere sul fondo
le sue impurità. E sei tu, all’improvviso
tu, mio amore, nel chiarore infinito
di fronte a me.

Giorno d’inverno, senza macchia, trasparente
come vetro. Addentare la polpa candida e sana
d’un frutto. Amarti, mia rosa, somiglia
all’aspirare aria in un bosco di pini.
Chi sa, forse non ci ameremmo tanto
se le nostre anime non si vedessero da lontano
non saremmo così vicini, chi sa,
se la sorte non ci avesse divisi.
E’ così, mio usignolo, tra te e me
c’è solo una differenza di grado:
tu hai le ali e non puoi volare
io ho le mani e non posso pensare.
Finito, dirà un giorno madre Natura
finito di ridere e piangere
e sarà ancora la vita immensa
che non vede non parla non pensa

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