mercoledì 13 aprile 2016

#Piacere e benessere

Tutto quello che Socrate direbbe a Woody Allen

1. L'esperienza del piacere si da unicamente al di fuori di una situazione di benessere. E' necessario tornare ad affrontare il dolore, il malessere, per poter rivivere il piacere. L'aspetto peggiore del dolore non è tanto la sofferenza in sè, quanto il sentirci incapaci di liberarcene, di fuggire verso il benessere. Può capitare persino che si preferisca compiere escursioni deliberate nel malessere per poter di nuovo procurarsi l'esperienza del piacere.
2.-adagiarsi pigramente nelle melliflue seduzioni di una vita comoda significa privarsi della capacitò di provare piacere. 
3. il piacere è un fenomeno effimero, transitorio: dura il tempo di un viaggio nel benessere. 

Juan A. Rivera

#debole di volontà

...debolezza di volontà. Generalmente cadiamo in  tentazione quando optiamo per un bene inferiore, ma più immediato, anziché uno che consideriamo superiore ma la cui fruizione è più avanti nel tempo. Immaginiamo uno studente che debba scegliere se studiare o guardare la televisione: Se guarda la televisione la sua ricompensa è immediata, se sceglie lo studio la ricompensa appare più differita nel tempo e carica di incertezza come lo sono le cose del futuro. [...] Non è un problema di mancanza di conoscenza bensì mancanza di volontà.Inutilmente ci ricorderanno che stiamo sperperando la nostra vita, accontentandoci di mete minori.  Il debole di volontà sa che è così ed è proprio questa consapevolezza che lo fa sprofondare nell'umiliazione e nella perdita di autostima.

Juan A.Rivera

Tutto quello che Socrate direbbe a Woody Allen

martedì 12 aprile 2016

#onestimai

Su radio network nazionali, dopo un'indagine sull'onestà fatta tra gli ascoltatori, si appoggia il concetto che alla fine va bene rubare basta farlo onestamente il che equivale a dire fatelo ma con criterio! Concetto sempre ben sposato da socialisti e democristiani. Del resto a essere onesti cosa ci si guadagna: l'onestà è difficile da praticare e non restituisce nulla, il più delle volte non si riesce neppure ad esserlo. Bene avanti così! Mai sentito parlare di coscienza?

domenica 10 aprile 2016

Gioia contenuta di un alba rarefatta
gioca con i colori un dio dell'arte
ali di stelle spariscono nel chiarore
sogno e magia cedono a concreti pensieri

Apri gli occhi mondo
rinasce il giorno.


venerdì 8 aprile 2016

Commemorazione: che non sia una corona di fiori un giorno all'anno

Onoriamo gli eroi!
Coloro che sono morti in nome di un ideale di etica e civiltà.
Non facciamolo solo quando commemoriamo un anniversario ma in ogni gesto del nostro quotidiano.
Vedere il figlio di Riina in televisione è oltraggio alla memoria di ogni singola vittima di mafia. Peggio ancora pensare che sia stato fatto solo per aumentare l'audience di una trasmissione. (Tralasciando il fatto che l'impostazione politica e morale del conduttore derivi proprio da sorgenti cattoliche.)
Che schifo!
Vi ricordo che alla fine dell'anno in RAI uno è stato licenziato perché a capodanno è scappata una bestemmia  in sovrimpressione ed è stato sbagliato l'orario della mezzanotte.

Proprio vero che questo è il paese delle apparenze: mafiosi sì ma guai a bestemmiare, è disdicevole.


A voi i giudizi:
Noi solitamente uscivamo con la nostra compagnia e sentimmo un sacco di ambulanze, spesso se ne sentivano, ma questa volta c'era un viavai di ambulanze e auto della polizia che andavano verso Capaci. Ci dissero che avevano ucciso Giovanni Falcone. Restammo tutti ammutoliti, poi tornammo a casa e c'era mio padre che guardava il tg. Non mi venne mai il sospetto che mio padre era dietro gli attentati»,[..] «Io non giudico Falcone e Borsellino. Qualsiasi cosa io dico sarebbe strumentalizzata. Se io esterno un parere su queste persone viene strumentalizzato, io ho sempre rispetto per i morti, per tutti».
 «Se condivido l'arresto di mio padre? No, perché è mio padre. A me hanno tolto mio padre», ha detto Riina jr rispondendo a Bruno Vespa che gli chiede cosa sia per lui lo Stato e cosa pensasse rispetto alla condanna di Riina. «Perché io amo lui e la mia famiglia, non tocca a me giudicare le azioni della mia famiglia, io giudico ciò che mi hanno trasmesso, i valori, il rispetto. Se io oggi sono la persona che sono lo devo ai miei genitori»

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