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mercoledì 9 settembre 2020
Generatività
#fear
Ho paura.
Paura di mandare le mie figlie in questo mondo.
Vorrei per loro un posto fatto di persone belle: sensibili altruiste interessate e curiose.
Vorrei vederle viaggiare ed aprire la mente senza doversi preoccupare.
Vorrei vederle amare e non aver paura di farlo.
Vorrei potessero costruirsi un futuro grazie ad un sistema sociale attento e sensibile.
Vorrei vederle dedicarsi a se stesse e agli altri, ospiti di un mondo che è di tutti.
Vorrei fossero giuste come peraltro già dimostrano di essere, ma senza per questo ess
ere uccise.
lunedì 7 settembre 2020
#bestie
Leggo stamattina articoli sul caso di ostaggio di ieri a Roma. Mi si riempiono gli occhi di lacrime di fronte ad una storia che da una lato, sa di estrema solidarietà ed umanità e dall'altro di una totale assenza di anima.
Gli articoli parlano di un ragazzino di poco più di vent'anni
che cerca di calmare gli animi di una rissa rimanendo poi unico bersaglio di
quattro bestie il cui unico credo è violenza per violenza.
Non è questione di movida o di luoghi sbagliati del
divertimento, qui si legge la totale assenza di anima di questi rifiuti umani che
hanno sfogato, su un ragazzino le loro frustrazioni più recondite e
sedimentate.
Non credo assolutamente nel recupero, perché azioni come
queste sono ripetibili, desidero solo una punizione che sia tra l’altro, per
sempre. Togliere una vita è un errore che deve essere pagato con la totale
assenza di libertà per tutta la vita.
Alcuni giorni fa ascoltavo un intervento di Galimberti in
cui esponeva il suo pensiero sulla extra stimolazione dei bambini. Esponeva il
fatto che quando il bambino è sottoposto ad una notevole quantità di stimoli,
il loro cervello per difendersi da questo bagaglio enorme diventa apatico,
ovvero apatia della psiche. Per spiegare meglio, per lavoro si era trovato a
dover analizzare il caso di Erika e Omar e a suo dire la cosa che più lo aveva
impressionato era che dopo l’omicidio della madre e del fratellino, i due
adolescenti sono andati al bar, come ogni giorno, insieme agli amici. Questo
indica la totale assenza di emozioni: dopo un evento come quello una persona “normale”
sarebbe turbata, in preda a morsi di coscienza, di orrore etc.
Gli stimoli a cui può essere sottoposto un bambino possono
essere di diversa natura: molteplici attività ludiche o creative o sportive, ma
anche un ambiente familiare denso di episodi violenti: prepotenza, grida, abusi
familiari.
Questo è un discorso ormai logoro ma occorre intervenire
sulle capacità educative, sulla socialità, sulla creazione di ambienti, fisici
e non, positivi. Ambienti soprattutto della mente, dove piantare i semi del
futuro, menti che riverseranno le energie verso la bellezza, la scienza, l’arte,
la solidarietà e l’umanità.
mercoledì 2 settembre 2020
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