Nonostante si parli molto di parità e di emancipazione sono ancora notevoli i divari fra i sessi in molti aspetti: stipendi, possibilità, carriera, inquadramento etc.
Nel mondo del lavoro le donne si sono trovate spesso a confronto con gli uomini e hanno quasi sempre perso. A volte ho sentito dire che sono troppo sensibili, altre che sono troppo volubili sarà colpa del ciclo....e via dicendo.
Mi sono trovata spesso a dover difendere il mio essere donna in un mondo maschile: non ho sorriso a battute di ogni genere a sfondo sessista, vincitrice su tutte quella "è così acida perché si vede che non è soddisfatta sessualmente"; ho dovuto sudare più di altri per guadagnare una posizione di rispetto in quello che faccio: ne sono immensamente felice anche se proprio il mio essere donna, con titolari maschilisti, ha impedito il riconoscimento del mio ruolo e la mia carriera; ho sempre preteso rispetto per ogni ruolo delle donne che ho incontrato: non ho visto lo stesso da parte di altri che si permettono di trattare con superiorità persone che hanno fatto scelte di vita che abbracciavano la famiglia.
Nonostante questo anche io sono sicura di subire l'influenza di tutti gli anni in cui gli uomini hanno dominato e hanno inculcato nella mente delle donne le cose che ci sentiamo obbligate a fare.
Un grido di dolore viene ancora dal sociale dove ogni giorno si sentono storie di donne soggiogate dalla violenza e dal possesso come fossero oggetti, combattere con la fatica nel denunciare questi tremendi comportamenti.
L'uomo perde per la prima volta: la donna che si ribella, che non vuole sottostare al comando, che vuole decidere per se, che è autonoma e non ha paura per il suo futuro. Queste cose lo terrorizzano perché capisce che non ha più nessun tipo di chiave per legarla a sé, senza comprendere ce l'unico motivo che può spingere una persona a legarsi è l'amore.
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