martedì 2 aprile 2019

Tifoserie

Stamattina ho letto un interessante botta e risposta sul Corriere della Sera di Milano nella rubrica di Giangiacomo Schiavi sul tema sensibilità verso i cani meno verso i bambini.

Un uomo lamentava la possibilità di avere i cani in ufficio ma non la possibilità di portare i bambini al lavoro.
Il giornalista risponde che queste due cose sono diverse.
Gli asili aziendali sono una realtà per alcune aziende, troppo poche, che consentono libertà e dignità alla madre lavoratrice.

I cani in ufficio o il loro accesso consentito a diversi ambienti pubblici cui prima non era permesso, fanno parte di un discorso di opportunità. Nel corso degli anni c’è stato un innalzamento della sensibilità e dell’empatia verso gli animali ma questo non è da giudicare in senso negativo poiché questo rappresenta una nuova opportunità per una società che progredisce verso la civiltà.

Ben più demoralizzante è il fatto invece che lo stato non riesca ad organizzare un welfare per la famiglia attraverso leggi che impongano un sostegno ai genitori lavoratori, a margine di bonus e/o piccoli supporti economici che da soli non sono mai sufficienti a coprire i bisogni.
Occorrerebbero leggi che vincolino le aziende private a misure di socialità, fornendo esempi con strutture pubbliche dove l’integrazione di soluzioni per i bambini sarebbe più semplice. 

L’accanimento contro la sensibilità per gli animali è diventato oggi un mood poiché come tutti gli argomenti di cui si parla ha creato due tifoserie opposte che si fanno la guerra senza pensare in modo più aperto ai reali problemi che una categoria può causare all'altra ovvero il nulla assoluto.

Foto di uno stadio pieno



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