Ogni tanto torno. Ogni tanto ripenso a quando ero qui. Sono contenta quando arrivo ma spesso quando vado mi rimane dentro un po' di tristezza. Tante cose le ho scordate, forse il mio cervello le ha tagliate fuori, tante altre le ricordo.
Ricordo una vita molto diversa, la persona molto diversa che ero. Avevo degli amici con cui ho passato l' intera adolescenza e parte dell' età delle decisioni, eppure dopo un lungo periodo di silenzio sono in contatto unicamente con due.
A volte cerco qualcosa sulle loro vite, capire come stanno, com'è andata poi fermo di colpo e penso che nemmeno uno di loro mi ha mai cercata. Quindi o ero io o erano loro sbagliati per me.
In un altra fase della mia vita ho avuto un altro tipo di amicizie che ritenevo forti e che causa la lontananza si sono un po' dissolte a parte due o tre.
Da molto giovane ero parecchio immatura, una persona di compagnia ma spesso possessiva e un po' rancorosa. Mi sono evoluta, ho sperimentato come tutti: delusioni, paure, frustrazioni ma anche vittorie personali, soddisfazioni, conquiste.
Ho scoperto di volere altro sbattendo la testa contro un muro permanente: l' immutabilità del contesto. Nonostante provassi in tutti i modi a farne parte non riuscivo a entrare in sintonia con ciò che mi circondava e immancabilmente mi buttavo giù, volavo basso perché credevo di non meritare altro.
Eppure una breccia poi si è aperta, io sono altro e nel momento in cui se ne prende coscienza si inizia a vivere.
È per questo che mi pervade sempre un po' di tristezza quando torno: c'era tutti un mondo qui che si è sgretolato, andando in pezzi nella mia memoria.
Non ci sono più alcune persone che hanno significato tanto, non c'è più un senso di famiglia di cui ero circondata. Mi sento una persona senza passato perché probabilmente tutto è rimasto qui, dove le note non erano quelle della mia canzone.
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