Passo spesso in corso Magenta e mi sono ripromessa di andare al 55. Non voglio passare per sbirciare ma per fermarmi un attimo e chiudere gli occhi. Abbandonare la propria cosa per scappare da qualcuno che ha deciso chi è il cattivo, passare da carcere a carcere, essere trasportati su un carro bestiame e infine arrivare in un campo dove la maggioranza delle persone con cui si è condiviso quel terribile viaggio moriranno. Nessuno sapeva cosa li attendeva e nel racconto di Liliana la cosa che più viene sottolineata è la totale assenza di speranza nei visi di chi aveva intorno: l' ignoto ma con la terribile sensazione che nulla avrebbe potuto essere positivo.
Incredibile pensare che la vita le abbia regalato un anzianità così longeva forse proprio per aiutare chi è venuto dopo di lei a capire.
Nel racconto c'è un momento in cui, quando i soldati tedeschi codardamente si sono cambiati d abito per confondersi trani prigionieri e hanno abbandonato a terra le armi, Liliana avrebbe potuto prenderle e sparare e lei dice " no, non voglio essere come loro" la violenza genera violenza.
Perdona Liliana tutti quelli che hai incontrato sul tuo cammino e non hanno avuto rispetto del profondo dolore che porti dentro.
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