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martedì 24 gennaio 2012
Alda Merini
Alda Merini nasce a Milano il 21 marzo 1931, è stata una delle maggiori poetesse italiane contemporanee. La sua poetica, fatta di ardente visionarietà e profonda ma al tempo stesso sommessa inquietudine, la colloca tra le maggiori autrici del Novecento e dei primi anni 2000. Nata in una famiglia di condizioni modeste, Merini frequenta da ragazza le scuole professionali all'Istituto "Laura Solera Mantegazza" e cerca, senza riuscirci, di essere ammessa al Liceo Manzoni. Nello stesso periodo, si dedica allo studio del pianoforte, strumento da lei particolarmente amato. Ha esordito a soli sedici anni sotto la guida di Angelo Romanò e Giacinto Spagnoletti. La sua prima raccolta di poesie è "La presenza di Orfeo", pubblicata da Schwarz nel 1953 ottenendo un notevole numero di consensi. Sono stati pubblicati in seguito "Paura di Dio", "Nozze romane", "Tu sei Pietro”. Nel 1965 inizia il triste periodo degli internamenti in ospedale psichiatrico che si protrassero fino al 1972, quando la Merini ritorna a scrivere sulla sconvolgente esperienza manicomiale “La Terra Santa”. Escono anche "Destinati a morire", " Fogli bianchi"," Testamento ", "Vuoto d' amore", "Ballate non pagate". Sono uscite inoltre varie edizioni di due sillogi presso Scheiwiller che hanno incluso anche "Le satire della Ripa " e " Le rime petrose", che erano state pubblicate in edizioni clandestine e introvabili. "L' altra verità " è il primo libro di prosa e ad esso sono seguiti " Delirio amoroso”. Nel 1993 è pubblicato il volumetto " Aforismi" con fotografie di Giuliano Grittini ed inoltre le viene assegnato il Premio Librex –Guggenheim "Eugenio Montale" per la poesia. E' stata inoltre proposta dall' Accademia Francese per il Premio Nobel per la Poesia. Nel 1995 sono apparsi il volume "La Pazza della porta accanto" e, successivamente, nel 1996, "La vita facile" con il quale le è stato attribuito il Premio Viareggio del 1996.
Antonia Pozzi
Antonia Pozzi nata il 13 febbraio 1912 muore suicida a Milano il 3 dicembre 1938. Non vedrà mai stampate le sue opere, ad eccezione di un saggio critico. Dopo una prima importante edizione delle poesie, voluta nel 1946 da Vittorio Sereni e Eugenio Montale per Mondadori, soltanto nel 1988, in occasione del Cinquantenario della morte, è stata pubblicata l’opera completa, nella versione originale, portando alla luce l’intensità del suo stile e la modernità della sua lezione di vita. Il libro “Mentre tu dormi le stagioni passano” è la prima raccolta antologica della prosa e dei versi della poetessa e comprende numerosi testi inediti ancora sconosciuti.
C'è tempo - Ivano Fossati - Lampo viaggiatore 2003
Dicono che c'è un tempo per seminare
e uno che hai voglia ad aspettare
un tempo sognato che viene di notte
e un altro di giorno teso
come un lino a sventolare.
C'è un tempo negato e uno segreto
un tempo distante che è roba degli altri
un momento che era meglio partire
e quella volta che noi due era meglio parlarci.
C'è un tempo perfetto per fare silenzio
guardare il passaggio del sole d'estate
e saper raccontare ai nostri bambini quando
è l'ora muta delle fate.
C'è un giorno che ci siamo perduti
come smarrire un anello in un prato
e c'era tutto un programma futuro
che non abbiamo avverato.
È tempo che sfugge, niente paura
che prima o poi ci riprende
perché c'è tempo, c'è tempo c'è tempo, c'è tempo
per questo mare infinito di gente.
Dio, è proprio tanto che piove
e da un anno non torno
da mezz'ora sono qui arruffato
dentro una sala d'aspetto
di un tram che non viene
non essere gelosa di me
della mia vita
non essere gelosa di me
non essere mai gelosa di me.
C'è un tempo d'aspetto come dicevo
qualcosa di buono che verrà
un attimo fotografato, dipinto, segnato
e quello dopo perduto via
senza nemmeno voler sapere come sarebbe stata
la sua fotografia.
C'è un tempo bellissimo tutto sudato
una stagione ribelle
l'istante in cui scocca l'unica freccia
che arriva alla volta celeste
e trafigge le stelle
è un giorno che tutta la gente
si tende la mano
è il medesimo istante per tutti
che sarà benedetto, io credo
da molto lontano
è il tempo che è finalmente
o quando ci si capisce
un tempo in cui mi vedrai
accanto a te nuovamente
mano alla mano
che buffi saremo
se non ci avranno nemmeno
avvisato.
Dicono che c'è un tempo per seminare
e uno più lungo per aspettare
io dico che c'era un tempo sognato
che bisognava sognare
e uno che hai voglia ad aspettare
un tempo sognato che viene di notte
e un altro di giorno teso
come un lino a sventolare.
C'è un tempo negato e uno segreto
un tempo distante che è roba degli altri
un momento che era meglio partire
e quella volta che noi due era meglio parlarci.
C'è un tempo perfetto per fare silenzio
guardare il passaggio del sole d'estate
e saper raccontare ai nostri bambini quando
è l'ora muta delle fate.
C'è un giorno che ci siamo perduti
come smarrire un anello in un prato
e c'era tutto un programma futuro
che non abbiamo avverato.
È tempo che sfugge, niente paura
che prima o poi ci riprende
perché c'è tempo, c'è tempo c'è tempo, c'è tempo
per questo mare infinito di gente.
Dio, è proprio tanto che piove
e da un anno non torno
da mezz'ora sono qui arruffato
dentro una sala d'aspetto
di un tram che non viene
non essere gelosa di me
della mia vita
non essere gelosa di me
non essere mai gelosa di me.
C'è un tempo d'aspetto come dicevo
qualcosa di buono che verrà
un attimo fotografato, dipinto, segnato
e quello dopo perduto via
senza nemmeno voler sapere come sarebbe stata
la sua fotografia.
C'è un tempo bellissimo tutto sudato
una stagione ribelle
l'istante in cui scocca l'unica freccia
che arriva alla volta celeste
e trafigge le stelle
è un giorno che tutta la gente
si tende la mano
è il medesimo istante per tutti
che sarà benedetto, io credo
da molto lontano
è il tempo che è finalmente
o quando ci si capisce
un tempo in cui mi vedrai
accanto a te nuovamente
mano alla mano
che buffi saremo
se non ci avranno nemmeno
avvisato.
Dicono che c'è un tempo per seminare
e uno più lungo per aspettare
io dico che c'era un tempo sognato
che bisognava sognare
La donna
Stasera mi fermo un attimo a guardare "Correva l’anno".
Documentario interessantissimo sulle donne e le loro conquiste sociali.
Non posso proprio dire di essere una femminista ma vedendo questo documentario mi sento parte in causa.
A proposito di unioni, prima degli anni 60 la donna che viveva nel matrimonio era assuefatta dall’idea, probabilmente inculcata dalle generazioni precedenti, che la donna dovesse rimanere al focolare ad accudire i figli e la casa, senza possibilità alcuna di riscatto della propria indipendenza ed autonomia; legata ad un marito che poteva invece starsene al bar, vagheggiare per locali e perché no trovarsi un amante: sì perché questo concetto era assodato l’uomo ha delle esigenze fisiche che può colmare con l’adulterio, e andavano sostenendo fosse una forma di rispetto verso la propria compagna che aveva già tanti compiti di moglie che non poteva essere sempre disponibile fisicamente.
Era pratica diffusa anche il matrimonio riparatore ovvero quello che giustificava la violenza sessuale, anche per le minorenni.
Nel 1964 uscii un film “sedotta e abbandonata” con la Sandrelli, in cui una studentessa sedicenne, subisce violenza da parte del promesso sposo di sua sorella. Il padre, accortosi dell'accaduto, tenta di imporre le nozze riparatrici al seduttore.
Film indicativo del periodo e che fece molto scalpore. Pensare che nel 1968 l’art del Codice penale numero 559 recitava «La moglie adultera è punita con la reclusione fino ad un anno. Con la stessa pena è punito il correo». Per il marito non esisteva nulla del genere: la disparità di trattamento non rispettava le norme fondamentali della Costituzione. Con due sentenze del 19 dicembre 1968, la Corte costituzionale abroga l'articolo sul diverso trattamento dell'adulterio maschile e femminile e quello analogo del Codice penale.
Incredibile fino ad allora la donna poteva essere punita con il carcere mentre all’uomo grandi ringraziamenti e pacche sulle spalle da vero macho. Da allora sono cambiate molte cose ma solo in apparenza. La donna che ha subito anni di vessazioni e ingiustizie si è presa la rivincita: ora è autonoma, forte, lavoratrice. Esce la sera con le amiche, usa l'uomo come egli ha fatto con lei.
Essa crede di avere rovesciato i ruoli ma è ancora molto diffusa la diceria che se la donna ha tanti uomini è poco seria mentre per il contrario, tutto a posto.
Sarà molto difficile cambiare anni e anni di maschilismo forsennato e per questo dobbiamo ringraziare anche la signora Chiesa che ha contribuito enormemente a inculcare la donna come essere inferiore e non in gradi di ricoprire posizioni decisioniste.
Il maschilismo lo viviamo tutt'ora sulle prime pagine dei giornali: l'uomo che viene rifiutato e perciò uccide perché pretende che la donna sia solo sua. Il sentimento che lo anima è solo quello di possessione, proprietà e violenza. L'unione non è più sentimento ma è un vincolo, un certificato che dà diritto a disporre di una vita umana come meglio si crede.
E' ancora tanta la strada da fare......e pensare che l'uomo si distingue dalla bestia per il potere di pensare.
Documentario interessantissimo sulle donne e le loro conquiste sociali.
Non posso proprio dire di essere una femminista ma vedendo questo documentario mi sento parte in causa.
A proposito di unioni, prima degli anni 60 la donna che viveva nel matrimonio era assuefatta dall’idea, probabilmente inculcata dalle generazioni precedenti, che la donna dovesse rimanere al focolare ad accudire i figli e la casa, senza possibilità alcuna di riscatto della propria indipendenza ed autonomia; legata ad un marito che poteva invece starsene al bar, vagheggiare per locali e perché no trovarsi un amante: sì perché questo concetto era assodato l’uomo ha delle esigenze fisiche che può colmare con l’adulterio, e andavano sostenendo fosse una forma di rispetto verso la propria compagna che aveva già tanti compiti di moglie che non poteva essere sempre disponibile fisicamente.
Era pratica diffusa anche il matrimonio riparatore ovvero quello che giustificava la violenza sessuale, anche per le minorenni.
Nel 1964 uscii un film “sedotta e abbandonata” con la Sandrelli, in cui una studentessa sedicenne, subisce violenza da parte del promesso sposo di sua sorella. Il padre, accortosi dell'accaduto, tenta di imporre le nozze riparatrici al seduttore.
Film indicativo del periodo e che fece molto scalpore. Pensare che nel 1968 l’art del Codice penale numero 559 recitava «La moglie adultera è punita con la reclusione fino ad un anno. Con la stessa pena è punito il correo». Per il marito non esisteva nulla del genere: la disparità di trattamento non rispettava le norme fondamentali della Costituzione. Con due sentenze del 19 dicembre 1968, la Corte costituzionale abroga l'articolo sul diverso trattamento dell'adulterio maschile e femminile e quello analogo del Codice penale.
Incredibile fino ad allora la donna poteva essere punita con il carcere mentre all’uomo grandi ringraziamenti e pacche sulle spalle da vero macho. Da allora sono cambiate molte cose ma solo in apparenza. La donna che ha subito anni di vessazioni e ingiustizie si è presa la rivincita: ora è autonoma, forte, lavoratrice. Esce la sera con le amiche, usa l'uomo come egli ha fatto con lei.
Essa crede di avere rovesciato i ruoli ma è ancora molto diffusa la diceria che se la donna ha tanti uomini è poco seria mentre per il contrario, tutto a posto.
Sarà molto difficile cambiare anni e anni di maschilismo forsennato e per questo dobbiamo ringraziare anche la signora Chiesa che ha contribuito enormemente a inculcare la donna come essere inferiore e non in gradi di ricoprire posizioni decisioniste.
Il maschilismo lo viviamo tutt'ora sulle prime pagine dei giornali: l'uomo che viene rifiutato e perciò uccide perché pretende che la donna sia solo sua. Il sentimento che lo anima è solo quello di possessione, proprietà e violenza. L'unione non è più sentimento ma è un vincolo, un certificato che dà diritto a disporre di una vita umana come meglio si crede.
E' ancora tanta la strada da fare......e pensare che l'uomo si distingue dalla bestia per il potere di pensare.
lunedì 23 gennaio 2012
Ezra Pound - Aforismi e detti memorabili "100pagine-1000lire"
I poeti che non s'interessano alla musica sono, o diventano, cattivi poeti.
[LE 437] 1918
[LE 437] 1918
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