È sera
Il buio ingoia la città
Aliti fumanti e ticchettio di passi
Luci di lampioni
Regalano ombre dai confini incerti
Un pellegrinaggio quotidiano
Regala sacralità agli affetti
Insindacabile fonte di gioia
Nel moto perpetuo della vita
È sera
Il buio ingoia la città
Aliti fumanti e ticchettio di passi
Luci di lampioni
Regalano ombre dai confini incerti
Un pellegrinaggio quotidiano
Regala sacralità agli affetti
Insindacabile fonte di gioia
Nel moto perpetuo della vita
Esiste una linea di confine, sottile ma incredibilmente solida che demarca tutto quanto è possibile da quanto al contrario, non lo è.
Un atto di violenza che sfocia in una limitazione della libertà di un altra persona è inaccettabile. Figurarsi poi se questa libertà di cui si è privati, è la vita stessa.
Quel limite fa di ogni persona una possibilità: ci sono errori che possono essere dettati dalla disperazione, dalle circostanze ce ne sono altri che vengono premeditati, costruiti, architettati. Se questi danno luogo ad una violenza estrema come un omicidio, la possibilità è finita.
Non è possibile reintegrare attraverso la correzione, una persona che ha varcato il confine perché non è detto che possa replicare in altri contesti e soprattutto non ha più nessun diritto nel mondo.
Tutte le supposizioni, i ragionamenti, le istruttorie da bar che vengono fatte sul caso di Filippo e Giulia sono aria fritta, ci sono un assassino e una vittima: non ci sono giustificazioni o ipotesi o dolori maggiori la cosa è pietosa da qualunque punto la si guardi, l unica grande verità è che la società ha fallito e se questa incredibile violenza non fosse punita con un ergastolo sarebbe un fallimento doppio.
Non avrò nessun tipo di sentimento se sarà pronunciata la parola ergastolo, ma certezza della pena è un diritto della società.
Foto di Peggy und Marco Lachmann-Anke Pixabay
So già che quel che scriverò mi inimicherà diverse persone ma volevo invitare ad una riflessione.
Questo ennesimo femminicidio a cui abbiamo assistito porta ai nostri occhi un panorama decisamente sconcertante sui sentimenti, sulla gestione dei rapporti, sui legami.
Una ragazza come Giulia che stava per laurearsi che bisogno aveva di chiudersi in un rapporto ? Studiava, realizzava se stessa, cercava il suo posto nel mondo.
Quando sentirò di mala educazione verso i figli, di genitori imbarazzanti, di mancata cultura dell' amore dirò: si è sicuramente corretto ma perché dobbiamo spingere come comunità l' obiettivo dell'amore inteso come ricerca di un'anima gemella?
Mi duole ricordare ai più che proprio la religione fa di questo un punto cardine dei propri valori, sposarsi per procreare, sposarsi per sentire di realizzare un disegno divino.
Quando potremo liberarci da questo fardello forse ci potremo dichiarare liberi. Perché una donna, come del resto un uomo, deve vivere la propria vita centrandola su ciò che davvero è importante e non dover ricevere da nessuno delle condizioni. Condividere la propria felicità è sicuramente una possibilità molto bella ma deve rimanere una possibilità non il fine ultimo. In questo modo si eleverebbe a intoccabile la propria fatica nell' arrivare a ciò che si è dando a noi stessi il valore che meritiamo, non scendendo a nessun compromesso in nome di un potenziale principe azzurro.
Avremo esseri umani più colti, realizzati, elevati nel pensiero, forse meno persone lasciate ai margini per un riacquistato valore della vita, meno bambini ma meno bambini mal educati.
Pensiamoci quando perpetriamo il rito dell' instradamento all' educazione religiosa, qualsiasi essa sia ad eccezione delle orientali come il buddismo, perché fa molti più danni di quelli che pensiamo.
E non chiediamoci perché le donne, pensate alle grandi religioni monoteiste e alla posizione della donna in questi contesti: è solo colpa, colpa di essere com'è, nessun diritto.
Mi spiace che nessuno provi a scendere di più nelle nostre "beneamate" tradizioni.
Il crocifisso in classe non è il solo ed unico problema.