Esiste una linea di confine, sottile ma incredibilmente solida che demarca tutto quanto è possibile da quanto al contrario, non lo è.
Un atto di violenza che sfocia in una limitazione della libertà di un altra persona è inaccettabile. Figurarsi poi se questa libertà di cui si è privati, è la vita stessa.
Quel limite fa di ogni persona una possibilità: ci sono errori che possono essere dettati dalla disperazione, dalle circostanze ce ne sono altri che vengono premeditati, costruiti, architettati. Se questi danno luogo ad una violenza estrema come un omicidio, la possibilità è finita.
Non è possibile reintegrare attraverso la correzione, una persona che ha varcato il confine perché non è detto che possa replicare in altri contesti e soprattutto non ha più nessun diritto nel mondo.
Tutte le supposizioni, i ragionamenti, le istruttorie da bar che vengono fatte sul caso di Filippo e Giulia sono aria fritta, ci sono un assassino e una vittima: non ci sono giustificazioni o ipotesi o dolori maggiori la cosa è pietosa da qualunque punto la si guardi, l unica grande verità è che la società ha fallito e se questa incredibile violenza non fosse punita con un ergastolo sarebbe un fallimento doppio.
Non avrò nessun tipo di sentimento se sarà pronunciata la parola ergastolo, ma certezza della pena è un diritto della società.
Foto di Peggy und Marco Lachmann-Anke Pixabay
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