Ricevetti un incarico di
lavoro: il censimento di alcuni edifici demaniali visionandone lo
stato e mi ritrovai così a girare per le vie del centro di Milano.
Il lavoro in sé non comportava particolari difficoltà e mi
consentiva di gustare le bellezze della città.
Mi ritrovai al civico 17
di Via Bergamini, una libreria non più aperta al pubblico. Entrando
dal portone principale, un lento cigolio fece da eco al mio
passaggio. Varcato il porticato d'ingresso, una bellissima corte
racchiusa nelle mura del palazzo, sulla sinistra la scala che mi
avrebbe condotta alla porta. Salii i gradini: arrivata alla porta mi
raggiunse il custode, che mi salutò aprendomi la porta. Entrando
vidi tutt'intorno, su ogni centimetro libero della parete, libri a
perdita d'occhio; molteplici piani di testi incastonati e
perfettamente allineati: testi di ogni tipo e fattura, anno e
soggetto.
Passai da una stanza
all'altra con lo sguardo rivolto all'insù, e lo abbassai solo per
evitare di inciampare. Di fronte a me una scrivania: un uomo sulla
settantina, testa china su un registro, occhi incollati alla sua
lettura. Un uomo ordinato, distinto, occhiali bassi sul naso. Con una
mano teneva un libro, con l'altra scorreva una a una le righe del
registro aperto, diligentemente e con meticolosa cura. Quando mi vide
fermò per un istante il dito, alzò giusto lo sguardo e fece un
cenno con le sopracciglia che interpretai come un saluto e si rimise
al lavoro.
Mentre davo un'occhiata in
giro il mio sguardo si posava spesso su di lui. Con fare evasivo, mi
avvicinai alla scrivania e fu lì che lui posò il libro e alzando il
capo, esclamò: Trovato!
Come?! dissi in
imbarazzo.
Volevo dirle che
finalmente ho trovato quel che cercavo disse
sorridendo.
Buon per lei dissi
arrossendo Mi scusi, non volevo essere sfacciata. La vedevo così
preso che lo confesso, avrei voluto sapere di cosa si trattava.
Per fortuna disse
l'uomo alzandosi dalla sedia è tanto tempo che nessuno mi
chiedeva più del mio lavoro. Sono mesi che sono solo a riempire
pagine di codici. E' una lavoro impegnativo e meticoloso. Questo
maledetto disse indicando il libro che prima aveva in mano
l'avevo già codificato ma non ero sicuro perchè il giorno che
toccò a lui, fui distratto dall'arrivo di un amico e così lo
appoggiai su quella pila là in fondo disse indicando una torre
di testi a fianco della finestra e lì rimase.
Può succedere, no?! Se
chi l'ha distratta è un amico, sarà valsa sicuramente la pena.
L'uomo sorrise con gli
occhi brillanti di qualcuno che custodisce un segreto.
Questo mio amico da
quel giorno viene sempre a trovarmi, passiamo qualche ora insieme
fino a che se ne va, io torno ai codici e lui si allontana sui tetti.
Come sui tetti?! dissi
sorpresa.
Certo il mio amico è
un gatto!
Adoro i gatti dissi
hanno qualcosa di speciale.
Sì, proprio così
disse l'uomo curano le ferite, quelle più profonde disse
abbassando lo sguardo.
Mi spiaceva averlo
rattristato con quel ricordo, così cercai di riportare la
conversazione ai codici.
Mi diceva quindi del
codice, l'aveva già trascritto?.
Sì, infatti l'uomo
alzò la testa dopo un sospiro e prese in mano il testo.
Un testo così
prezioso! Valeva la pena ricontrollare.
Titolo? chiesi
La sua curiosità non
ha mai fine! disse scuotendo il dito Mi piacciono le persone
curiose, sono il motore del mondo. Non è importante il titolo, ma
quel che rappresenta per me. Questo testo è stato il primo in
assoluto ad essere inserito nel catalogo prestiti in questa
biblioteca, dalla mia Anna. E' l'origine! Da qui ha avuto inizio il
lavoro mio e di mia moglie. Lei era una fanatica dei libri, leggeva
tantissimo e complice la fortuna riuscimmo ad ottenere insieme di
gestire questo tesoro. Ci piaceva l'idea che tutti potessero godere
della bellezza della lettura. All'inizio andò bene: la biblioteca fu
molto frequentata. Il numero dei testi cresceva: poesia, narrativa,
arte, romanzi, gialli. Fu un bel periodo quello disse l'uomo con
lo sguardo luminoso poi arrivò la televisione: quella macchina
infernale tolse pian piano la curiosità e la sete di imparare. La
gente preferì starsene a guardare quiz e donnette in poltrona
piuttosto che stimolare il cervello. Quella fu la prima grande
disfatta dell'uomo moderno, dopo il capitalismo.
Quanto ha ragione!
dissi La penso
esattamente come lei! Ogni giorno vedo persone vuote, senza sogni e passioni e questo è proporzionale all'assenza di conoscenza e alla pigrizia di pensiero.
Vedo signorina che
siamo in sintonia mi disse porgendomi la mano per una stretta
forte come un patto siglato.
Fummo costretti a
ridurre l'orario, ma fu semplice perché ciò avvenne all'età della
pensione quindi riuscimmo a sbarcare ugualmente il lunario.
L'uomo divenne poi serio,
si sedette nuovamente sulla sedia massaggiandosi il volto con la mano
Purtroppo in quel periodo, mia moglie si ammalò e per lei furono
poche le speranze di salvezza. Ricordo ancora l'ultimo giorno che fu
cosciente, quasi se lo sentisse, mi fece promettere una cosa, me lo
ricordo come fosse ieri, disse: ora sarai solo, ma io sarò al tuo
fianco sempre. Promettimi che porterai a termine il nostro progetto?
Quei bambini hanno bisogno di sognare, di conoscere, di imparare e di
vivere quante più storie potranno e tu avrai il dovere di aiutarli.
Non
volevo piangere davanti a lui ma a stento riuscii a trattenere le
lacrime.
Vede tutte quelle scatole?disse indicando il centro della stanza Sono dirette in tante parti del paese, donate allo scopo di diffondere cultura e speranza. Solo il pensiero mi rende fiero di ciò che faccio come lo sarà mia moglie da lassù.
Lo
può ben dire signor... chiesi.
Il
mio nome è Walter rispose.
Walter lei è un
grand'uomo, se nel mondo ci fossero più persone come....No no
signorina, non lo dica mi
interruppe non mi attribuisca meriti che non ho, ho fatto
semplicemente ciò che il mio cuore e la mia testa mi dicevano di
fare. Tutto qui. Comunque non si dimentichi che il merito è tutto di
Anna disse lei è la
mia musa. Mi spiace ma ora devo tornare ai miei codici altrimenti si
fa tardi e tra poco arriverà Gastone a prendersi la sua dose di
coccole.
Giusto!.
La saluto Walter, mi scuso di averle fatto perdere tempo dissi
raccogliendo la mia cartelletta.
Arrivederci
signorina! rispose rimettendosi gli occhiali, pronto per il suo
elenco.
Uscii da quel piccolo paradiso piena di serenità: pensai a quei libri che di lettore in lettore avrebbero aperto la finestra della fantasia.
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