Pagine
- Le strade del cuore 2023
- Non far rumore 2020
- Poesie svelate 2017
- Ritratti di donne 2018
- Prima di te 2017
- Vivere Milano 2016
- L'inquietudine della stabilità 2016
- E' l'amore che divora 2012
- Nuove poesie
- Premi
- Poesia italiana
- Citazioni
- Recensioni
- Cinema
- Parole importanti
- Riflessioni
- Contatti
- Elymania Project
venerdì 22 dicembre 2017
Thibaud Lavigne - Per amare con efficacia......
Thibaud Lavigne
giovedì 14 dicembre 2017
#priorità
lunedì 11 dicembre 2017
Biscotti tic.tac
Il tempo...quanto è prezioso. In questo Natale che vorrei ancor più modesto, vorrei regalare dei biscotti fatti a mano. Vorrei anche che chi li riceve riflettesse sul regalo, non tanto per farne una critica o un elogio modalità Masterchef ma un pensiero su cosa contengono. Più di tutti il tempo! Questo bene così prezioso che viene investito, assieme al cuore, per dare piacere ad un'altra persona. È un simbolo! Un dono dolce e ricco.
Aforismi "Perle Quotidiane 2018"
- Se avessimo un'altra vita sarebbe giustificato il tempo che impieghiamo nel fare una scelta.
- L'egoismo porta come conseguenza il desiderio d'immutabilità.
- Diventare grandi non significa abbandonare i propri sogni, piuttosto ritagliare ad essi una dimensione reale.
- Quanto più duro è lo stato di malessere tanto più intenso potrà rivelarsi il piacere che ne seguirà.
mercoledì 29 novembre 2017
#cuccioli
lunedì 27 novembre 2017
#profughi #rispetto
martedì 21 novembre 2017
#essermamma
#bookcity #storiedicarta
sabato 11 novembre 2017
domenica 5 novembre 2017
#poesie
Le poesie non si spiegano, se raggiungono il posto giusto le senti, ti grattano dentro.
Venuto al mondo - M.Mazzantini
lunedì 23 ottobre 2017
Unamanolavalaltra
Oggi che l'aria è diventata irrespirabile sfilano le notizie più disparate che variano da "chiudete le finestre" a "blocchiamo la circolazione ai veicoli..."'. Queste soluzioni, se così le possiamo chiamare, sono solo modi per rifuggire il problema. Occorre un intervento più profondo che potrebbe limitare gli introiti di alcuni potenti. Ad esempio per quanto riguarda le auto occorrerebbe un cambio del panorama automobilistico virato verso combustibili naturali o fonti elettriche. Questo però non dovrebbe gravare solo sulle tasche della gente ma anche su coloro che su questo guadagnano. Perché in ballo c'è il mondo, il bene della collettività che sono importanti più del denaro. In un mondo avvelenato che uno sia ricco o povero, muore ugualmente.
giovedì 19 ottobre 2017
#avremmopotuto
Avevamo raggiunto un indice di benessere tale da poterci occupare solo di elevare le nostre menti, di dedicare la nostra intelligenza a qualcosa di grande. Avremmo potuto risolvere grandi problemi economici e sociali. Invece qualcuno ha voluto di più, sempre di più, complice l'avidita e l'arricchimento personale. Ora siamo come un corpo senza arti, un vorrei ma non posso, siamo potenzialmente più istruiti e sani ma privi di ideali e amore per la collettività.
venerdì 13 ottobre 2017
mercoledì 4 ottobre 2017
Pagina Facebook Prima di te
Pagina Facebook del libro Prima di te
lunedì 2 ottobre 2017
E.E.Cummings - Poesie
uccelli che sono il segreto del vivere
qualsiasi loro canto è meglio del sapere
e gli uomini che non li sentono
sono vecchi
Prima di te
venerdì 22 settembre 2017
#nessunsensodicolpa
sabato 16 settembre 2017
Ti racconto il mio parto
ore 4.00. Mi alzo a fare pipì come solito ma c'è qualcosa di diverso. Vedo perdite di sangue. Sono a 39+5 e con molta probabilità Isabella ha voglia di farsi conoscere. Torno a letto. Qualche dolorino al basso ventre ma nulla di ché. Scaccio i pensieri e mi riaddormento.
Lunedì 19.06.2017
Mi alzo e vado subito in bagno. Le perdite non sono terminate. Forse per esorcizzare la paura vado a prendere le brioche per colazione e il dolorino, sempre presente, mi accompagna. Mio marito va al lavoro chiedendomi di aggiornarlo e di non esitare a chiamarlo se fosse cambiato qualcosa. Nel pomeriggio le perdite continuano e il dolore aumenta, così provo a prendere coscienza che è arrivato il momento. Finisco la valigia e mi metto sotto la doccia per avere un pò di sollievo. Mi vesto e aspetto mio marito che da un momento all'altro arriverà. Chiama mia mamma e riesco a mentire per non farla preoccupare, si farebbe 200 km immediatamente. "Va tutto bene" le dico, ancora nessuna avvisaglia. Dopo una mezz'ora dall'arrivo di Alessandro decidiamo di andare all'ospedale. Mi ricoverano e mi visitano. Siamo ad un cm. Mi assegnano la stanza. Mi vesto con quello che ho scelto per il parto e mi sdraio un pò sul letto. Le contrazioni sono sempre più dolorose. Opto per una doccia calda, anche se più che calda era tiepida, sarà per quello che non ha funzionato granché. Boule dell'acqua calda sulla schiena. Le dolie arrivano sempre più ravvicinate e dolorose. Andiamo al monitoraggio. "spingi il pulsante quando la bimba si muove". Con il monitoraggio si possono vedere l'intensità e la durata della contrazione. Purtroppo non avendo fatto nulla di preparatorio mi irrigidisco ad ogni scarica. Un dolore lancinante ed intenso che mi attanaglia la pancia se ne va e poco dopo ricompare. Faccio la seconda visita. Siamo a 3 cm. Finalmente possiamo procedere con l'epidurale.
Martedì 20.06.2017
Sono le 00.50. Entriamo insieme in sala parto. Papà si deve vestire, io posso andare. Sala parto I girasoli. Una stanza confortevole con tante uova dipinte alle pareti. Musica new age. La poltrona del parto appare ai miei occhi come enorme, con un numero esorbitante di maniglie. Mi preparano per il catetere dal quale mi somministreranno l'anestesia e poco dopo si parte. La prima alle 2.45. Il dottore tornerà ogni 90 min, alle 4.00 e alle 5.00. Le ostetriche e il dottore ci lasciano ed io e papà rimaniamo soli. Lui si siede al mio fianco su una poltrona e mi copre per bene. Le contrazioni ora sono accettabili. Qualcuna un pò più forte ma tutto umano. Riesco quasi ad appisolarmi. Sono talmente stanca. Ma il pensiero di quel che verrà dopo mi tiene sveglia. Dico al papà di dormire un pò.
Verso le 4.50 le contrazioni si fanno dolorose. Il dottore tarda ad arrivare ma alle 05.15 si presenta e somministra quella che potrebbe essere l'ultima dose di anestesia. Mi visitano sono di 5 cm. Mi dicono di dover fare l'ossitocina in modo da stimolare le contrazioni e dilatare di più. Guardo fuori dalla finestra un nuovo giorno sta nascendo. Il sole bacia la mia fronte e benedice quello che sarà il giorno del miracolo della vita.
Eccoci le contrazioni sono tornate intense, ravvicinate e dolorose. Cerco di respirare per limitare il male ma durante il picco faccio veramente fatica. Sono le 7.00 il mio corpo mi dice che è ora di spingere, finalmente sono 10cm. E' ora di iniziare. Cambiamo più volte posizione ma non ce ne è nessuna di confortevole. E' Isabella a decidere che il parto si farà a carponi.
Ogni contrazione devo sfruttare il dolore per spingere in modo profondo e prolungato, aiutandomi con il respiro. Sono pervasa da un sentimento di avvilimento. Ho paura di non farcela. Sento molto lontano il momento in cui la bambina uscirà. Le ostetriche mi chiedono di concentrarmi su dolore e respiro. Mi danno l'ossigeno per aiutare sia me sia Isabella.
Guardo papà con gli occhi di chi supplica una fine veloce per questo dolore. Mi dice di continuare che tra poco sarà tutto finito. Stringo i denti e cerco di metterci tutta me stessa. Mi dicono che si vede la testa. Io ho anche il coraggio di contestare e dire che non mi devono prendere in giro, che non è vero. Un'altra spinta. Urlo con forza ed ecco che la testa della piccola è fuori. Fatico a riconoscere l'arrivo delle contrazioni. Il dolore ormai è uniforme. Guardo il monitor. Sento che le ostetriche si muovono in fretta e prendono tutte le cose che servono, allora capisco che questa sarà l'ultima spinta. Eccola che arriva, respiro e spingo. Un istante e la mia bambina è sul tavolo sotto di me con gli occhioni spalancati. Una piccola ET.
Sono le 08.42 del 20 giugno. Guardo papà che piange a dirotto. Io la guardo e guardo lui e riesco solo a sorridere. Ce l'abbiamo fatta: Isabella finalmente è qui con noi. Riesco a girarmi e sdraiarmi e la appoggiano su di me con il lenzuolo verde. E' splendida. Papà avrebbe dovuto tagliare il cordone ma è troppo impegnato a guardarla. Ora la daranno a lui mentre si occupano di me.
E' stata un'esperienza davvero unica: violenta, istintiva. Per i giorni successivi al parto appena chiudevo gli occhi e la mente ripercorreva tutti quei momenti. Ogni singolo istante per non lasciarlo scappare dalla memoria. Conserverò per sempre quella sensazione di umanità selvaggia, di amore incondizionato, di complicità.
giovedì 14 settembre 2017
mercoledì 13 settembre 2017
Regalo
Una nuova occasione fatta di gesti diversi, di nuove espressioni. Una nuova me, quella che ho sempre voluto essere. Lo devo a me, lo devo a noi.
lunedì 11 settembre 2017
#kabul
Che esistenza la tua, se non hai potuto godere di questi immensi doni.
E tu, tu hai mai sentito le bombe cadere vicino a casa tua? Hai mai dovuto seppellire tuo padre?
Io non so quanto la vita possa essere delicata perchè nella mia esistenza tutto è stato violento, scuro, doloroso. Il solo ricordo a cui mi aggrappo è l'odore del pane, quello che faceva mia nonna, nel forno del villaggio. Quel ricordo è per me una luce, un luogo confortevole della mente dove rifugiarmi quando tutt'intorno, l'oscurità, guadagna terreno.
venerdì 1 settembre 2017
Quando ti guardo sento il peso del tempo. Ingombrante avvoltoio che guarda dalla spalliera del letto la nostra vita scorrere. Sono grata alla vita ogni giorno per questi momenti unici e irripetibili. Momenti in cui ti guardo dormire e sento che sai di esser al sicuro tra le mi braccia, momenti in cui mi sorridi rispondendo solo ad un mio sguardo, momenti in cui insieme combattiamo piccole sfide giornaliere, momenti in cui mi manchi dopo poco che ti ho messa a dormire. È un'enorme fortuna poterti veder crescere e tenerti per mano nel cammino della tua esistenza.
martedì 29 agosto 2017
#Meritarsi
Questa poesia dice tutto ed usa due parole essenziali all'inizio di ogni capoverso: Ti meriti. Quante volte nella vita ognuno di noi è rimasto intrappolato in amori che non ci lasciavano dignità, che non crescevano all'ombra di un progetto, che non vestivano lontanamente i panni dell'unico amore? Eppure anche questi sono serviti a crescere e ad arrivare alla consapevolezza di quale amore desiderare. L'amore vero è quello che fa sentire esattamente come in questa poesia: un amore che cammina al tuo fianco e che ti lascia la piena libertà di essere, incoraggiandoti in ogni tua passione o modo di essere, che ti faccia vivere in alto senza aver paura di cadere, che abbia cura di te.
Io questo amore l'ho trovato e vorrei gridare al mondo ogni giorno la sensazione di pienezza e felicità che mi possiede. Proprio oggi festeggio i primi due anni di matrimonio uniti a tre anni di condivisione delle nostre vite: mai momenti noiosi, mai assenza di progetti, è sempre stata una crescita personale e di coppia il nostro stare insieme. Non potrei essere più fortunata!
lunedì 28 agosto 2017
dal libro "Venuto al mondo"
mercoledì 23 agosto 2017
#lovetrip
martedì 22 agosto 2017
mercoledì 16 agosto 2017
#partedeltutto
giovedì 3 agosto 2017
#poeta
dell'anima e del mondo.
A lui il racconto di luoghi sconosciuti
dentro e fuori dell'animo umano.
Vede con gli occhi
racconta con il cuore.
mercoledì 26 luglio 2017
Croce e delizia - Sandro Penna
quel soffio di colline, nella notte
tiepida e buia, steso su una zolla
è forse un giovanotto ad occhi aperti.
Ognuno è solo, ma con vario cuore
riguarda sempre le solite stelle.
Sandro Penna - da Croce e delizia
martedì 25 luglio 2017
Janet Cardiff & George Bures Miller
Francisco Goya
![]() |
F.Goya - Duello rusticano |
![]() |
F.Goya - Perro enterrado en arena - Pitture nere |
lunedì 24 luglio 2017
La clinica dell'abbandono - Alda Merini
di lucciole della notte.
Ma qualche adulto bambino
ha preso in mano il grillo
la lucciola e la cicala
che erano in me.
Alcuni falsi poeti
chiudono i grandi nel pugno
della curiosità
e non sanno che anche nel grillo
vive presente un'anima.
Alda Merini - da La clinica dell'abbandono
#Imperativoricordare
nelle vostre tiepide case.
Voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un sì e per un no.
Considerate se questa è una donna
senza capelli e senza nome
senza più forza per ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato
vi comando queste parole
scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi alzandovi;
ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.
Se questo è un uomo - 1964 - Primo Levi
#figli
sabato 22 luglio 2017
#passaggi
giovedì 20 luglio 2017
giovedì 13 luglio 2017
#voltarsi
Quella figa che ha cambiato città e lavoro, che fa qualcosa di creativo, che sa stare in ogni situazione, che è semplicemente felice e appagata, che non dipende più dal volere degli altri.
Ti ho sempre vista, vecchia me, inseguire un tipo di vita che credevi di non meritare ed ora come per incanto ci sei dentro. Sei più forte, tenace, coraggiosa, possiedi finalmente un po d'ironia, sei un po meno permalosa e meno cupa.
Troppo spesso hai ammirato la vita di altri senza far nulla per cambiare la tua, poi un giorno hai deciso di impegnarti per te stessa e questo ha dato i suoi frutti.
Puoi essere orgogliosa di te!
venerdì 7 luglio 2017
Continuità - Walt Whitman
né vita né forza né alcuna cosa visibile;
l'apparenza non deve ingannare, né l'ambito mutato confonderti il cervello.
Vasti sono il tempo e lo spazio - vasti i campi della Natura.
Il corpo lento, invecchiato, freddo - le ceneri rimaste dai fuochi di un tempo,
la luce degli occhi diventa tenue, tornerà puntualmente a risplendere;
il sole ora basso a occidente sorge costante per mattini e meriggi;
alle zolle gelate sempre ritorna la legge invisibile della primavera,
con l'erba e i fiori e i frutti estivi e il grano.
giovedì 6 luglio 2017
L'Amorte - Alessandro Bergonzoni
l'ultima ora della sua vita
se sapessi che ha volato ottanta ore ininterrotte
per poter morire proprio vicino a te?
Se sì,
io voglio diventare quel calabrone
se no,
diventa tu quel calabrone
e volerò io da te.
mercoledì 28 giugno 2017
#pomeriggi
mercoledì 21 giugno 2017
#nuovaluce
venerdì 16 giugno 2017
#fiore
per rappresentare l'amore
cresciuto in un mondo distorto
ho scavato la strada per la luce
un piccolo grande seme
sparso nella buia terra
grande madre abbracciami
nutrimi
curami
bocciolo di speranza
nel vasto nulla
martedì 13 giugno 2017
lunedì 12 giugno 2017
#contest #poesiademocratica
Grazie
POESIADEMOCRATICA
#primadite #ilmiolibro
Basta cliccare sul ebook aggiungere al carrello, registrarsi con facebook e fare transazione con carta di credito.
vai al sito
sabato 10 giugno 2017
lunedì 5 giugno 2017
Nessuno si salva da solo - 2015 Sergio Castellitto ispirato al romanzo di Margaret Mazzantini
mymovies
mercoledì 31 maggio 2017
domenica 28 maggio 2017
Attesa
È un'attesa difficile ed estenuante. Il corpo ancora cambia, si trasforma. Lascia sempre più spazio ad un'estensione di me che non tarderà a mostrarsi. È un momento strano in cui il cuore inizia a comprendere che dovrà allargarsi per contenere l'amore necessario a te, piccola vita. Già conosciamo i nostri movimenti, abbiamo imparato ad ascoltarci e a prenderci cura l'una dell'altra anche se non ci siamo mai guardate negli occhi. Quando sarà il momento madre natura ci aiuterà a comprendere il percorso da affrontare per conoscerci. Ora ti terrò ancora un po dentro me, riflettendo sulla magica ed incredibile avventura che è la vita. A presto piccola mia.
venerdì 26 maggio 2017
#veroamore
Il vero amore è l'accettazione d tutto ciò che è, è stato, sarà e non sarà.
mercoledì 24 maggio 2017
#Manchester
"Ciao mamma, io vado".
"Aspetta che esco anch'io a salutare la mamma di Veronica".
"Sì però fai presto che arriviamo tardi".
Apro la porta e mia mamma dietro. Scendiamo i gradini e ci avviciniamo all'auto. Veronica mi apre la portiera esibendo il suo sorriso più grande.
"Sei pronta?!"
"Certo che domande, sono due mesi che aspetto"
La data del concerto era stata fissata molto tempo prima: fu difficile convincere i miei a comprare il biglietto e lasciarmi andare. La mamma di Veronica aveva giocato un ruolo fondamentale quando decise di accompagnarci. Disse che non avrebbe mai voluto farci perdere un concerto perché lo considerava quasi un battesimo alla vita da teenager. Mia madre fu più rigida ma non riuscì a trovare nessuna motivazione valida per impedirmi di andare. Buoni voti a scuola, nessun colpo di testa: una figlia esemplare.
"Salve, posso sedermi qui?" dice guardandomi.
Non avrei voluto compagnia ma il treno era pieno e io occupavo il sedile con la valigia.
"Ehm..va bene" faccio io, spostando il borsone delicatamente sul portabagagli sopra la mia testa.
"La ringrazio, vorrei sedermi un attimo prima di arrivare, perché una volta lì dovrà stare in piedi per più di quattro ore"
Non avevo nessuna intenzione di iniziare una conversazione. Dovevo rimanere concentrato e ripassare tutti i punti, per non sbagliare.
"Mi aspetta mia sorella in stazione. Sarà così euforica, è da due mesi che aspetta questo giorno" fa la donna.
Le accenno solo uno sguardo di circostanza, nessuna domanda sperando che non vada oltre nella conversazione, ma lei sembra non capire.
"E' bello vivere in una città dove vengono a suonare le star internazionali, ti fa sentire un pò al centro del mondo"
Da lì deduco che non ha capito che non voglio parlare ma sopratutto, comprendo che siamo diretti nello stesso posto.
"Va al concerto?" le chiedo.
"Sì" fa' lei sorridendo.
Non riuscirò mai a capire cosa possa scattare nella mente di queste persone. Vanno a vedere una ragazzetta quasi nuda che non ha rispetto nè per Dio nè per la sua famiglia. Si mette in mostra davanti a folle adoranti di ragazzini che contribuisce a plagiare e corrompere. Le donne dovrebbero stare a casa ad aiutare la famiglia invece che andare a perdere tempo. Somiglia davvero tanto ad Aisha. Per un attimo il pensiero torna al villaggio e alla famiglia lasciati con la promessa di servire il popolo e la parola di Dio, per un futuro migliore da dare alle generazioni che verranno. Lontani dal peccato e dall'arroganza dell'Occidente.
"Tutto bene?" chiede la donna
"Sì certo, però se non le dispiace vorrei rimanere in silenzio".
"Le chiedo scusa"
"Non si preoccupi" le dico sistemandomi più dritto sul sedile. Finalmente ora starà zitta, tra poco siamo arrivati.
"Ma di ché. Avresti fatto lo stesso. Ti ricordi quando ai nostri tempi si smaniava per andare a vedere i Duran Duran?! I miei mi hanno sempre detto no e appena ho potuto decidere per me, non ho mai perso un concerto. Sono esperienze necessarie. Sono emozioni."
"Sei troppo romantica. Ma hai presente che delirio ci sarà?"
"Eh va bè siamo a sedere. Posti numerati. Meglio di così. Sarebbe stato peggio in prato!"
"Allora mamma andiamo?! E' tardi!" ammonisce Veronica sporgendosi ai sedili davanti.
"Si dai mamma lasciaci andare" faccio io.
"Ok ok, andiamo, via".
"Mi raccomando fai la brava e tieni sempre d'occhio loro, mi raccomando. Divertitevi".
Mia madre finalmente si congeda. Laura accende l'auto ed esce dal vialetto.
Arrivati vicino all'arena parcheggiamo incredibilmente abbastanza vicino per vedere la gigantesca struttura che ospitava l'evento. Ero emozionatissima. La prima volta che vedevo uno spettacolo del genere, nemmeno potevo immaginare cosa ci aspettava. Il cuore in gola e felicità alle stelle.
Ci incamminiamo e incrociamo tantissime ragazze che come noi avevano gadget, scritte sul viso o striscioni con su il nome di Ariana.
Un gruppo più in là intona ......bout you makes me feel like a dangerous woman.....
Somethin' 'bout, somethin' 'bout, somethin' 'bout you....rispondono da dietro.
Che adrenalina! Arriviamo al controllo biglietti e ci attende la fila.
"Buona serata" mi dice.
Mi volto appena e le faccio un cenno. Sento che borbotta qualcosa andandosene.
Scendo dal treno e mi confondo tra la folla, cercando di visualizzare la fermata del bus che devo prendere. Non sarà difficile sono tutti diretti là.
Mi fermo agli sportelli automatici e prendo un biglietto. Mentre metto via i soldi uno mi urta con lo zaino mentre correndo si dirige verso la fermata. Sì corri pure.
Trovo un bar con i tavoli esterni. Mi avvicino al bancone e ordino un thè, prima di trovare posto ad un tavolo. Pago e mi siedo in attesa della bevanda. Mi giro per vedere la marmaglia che sta salendo sull'autobus, il colore bordeaux del chador di quella ragazza spicca in mezzo alla moltitudine di teste. Arriva il mio thè.
"Scusi l'attesa" dice la cameriera porgendomi tazza e teiera.
"Non si preoccupi ho ancora tempo" rispondo io.
"Si ma ora come faccio, mamma!"
"Eh piccola serve per evitare di buttarla in testa a qualcuno, dai vai avanti, dentro ci sono i bar"
Prendo Veronica e la invito ad avanzare. Davanti a noi una fila interminabile di gradini che conducono all'interno dell'arena. Il cuore batte forte mentre a passi lunghi saliamo.
"Ragazze un pochino più piano non riesco a tenervi dietro" Dice Laura annaspando.
Arriviamo all'ingresso: davanti a noi si apre uno spettacolo incredibile. Il palco è gigantesco con una enorme pedana che si estende fino al centro. Non riusciamo a trattenerci: io e Veronica scoppiamo in un urlo di gioia e ci mettiamo a saltare.
"Wow" esclama Laura che ci raggiunge dopo qualche minuto "veramente impressionante".
Diamo un'occhiata alle gradinate e cerchiamo il nostro posto. Ora è solo attesa: un'ora che sembrerà lunga un secolo. Chiamo mia mamma.
"Mamma tu non puoi capire, non riesco nemmeno a spiegarlo. E' tutto gigantesco"
"Sono felice che ti piaccia. Mi raccomando fai attenzione e divertiti. Ricordati che ti voglio bene"
"Anch'io mamma, grazie.
Manca poco ormai. Le gradinate sono piene ed il prato si è quasi del tutto riempito. Una musica di sottofondo fa ballare tutti nell'attesa, ma il pensiero è per quando uscirà lei.
Ad un certo punto le luci di spengono ed un grido unanime e fortissimo si alza. Le luci si accendono di colpo ed eccola apparire su un'altalena al centro dell'arena. Inizia la musica! E' bellissima!
Io e Veronica ci guardiamo negli occhi: che bello essere lì insieme.
L'autobus arriva e salgo sedendomi in fondo. La ressa è finita. Guardo fuori dai finestrini la città che scorre. Non voglio pensare a nulla, ma insistentemente gli occhi di quella ragazza mi violentano. Strizzo gli occhi un secondo. Non vedo bene. Penso a mia sorella, ai miei genitori, sento l'odore di casa. Penso che tra poco sarò in pace finalmente e che loro saranno fieri di me, solo questione di tempo.
Prossima fermata Manchester Piccadilly
Eccomi arrivato. Mi dirigo verso l'arena. Il concerto è ancora in pieno svolgimento. Avrò il tempo di mimetizzarmi. Rimango un attimo fermo per verificare la posizione e mi incammino verso il punto stabilito.
ore 22.15: Controllo che tutto sia a posto e mi siedo a terra con le gambe incrociate. prendo la borsa e la tengo tra le gambe. E' molto pesante, ma ora non sento più nulla. Il tremore, la tachicardia sono passati. Sono calmo. Mi sento bene. Lo sto facendo per il mio popolo, per i bambini del mio villaggio e per la mia famiglia. E' ora di rispondere alla violenza con la stessa arma.
ore 22.25: Prendo tra le mani il telecomando e appoggio il pollice sul pulsante. Mi asciugo gli occhi.
"Allora ragazze come è stato?" chiede Laura.
"Davvero bellissimo mamma" risponde Veronica abbracciandola e ringraziandola di averci accompagnato.
"Che dite iniziamo a scendere?"
Ci mettiamo in fila e iniziamo a percorrere i gradini che ci portano verso l'uscita.
Migliaia di persone corrono impazzite. Rischio di cadere. Il terrore si è impadronito della mia mente. Inizio a gridare "Veronica, Laura dove siete?" ma mi accorgo che c'è troppo caos perché mi possano sentire. Impietrita dalla paura mi fermo sul pianerottolo e d'un tratto sento qualcuno che mi prende la mano. Mi giro urlando e vedo Veronica e Laura in lacrime che mi abbracciano.
"Oddio pensavo che ti fosse accaduto qualcosa"
"No no sto bene. Ma cosa è successo?"
"Sembra ci sia stata un'esplosione fuori, ma ora usciamo avanti."
Ci teniamo strette per mano come se quella fosse l'unica cosa esistente al mondo in quel momento e scendiamo verso le porte. Sirene blu, poliziotti, ambulanze fuori è il caos più totale, ma noi non ci fermiamo decise a raggiungere la macchina. La vediamo è ancora nel parcheggio. Entriamo e scoppiamo in un pianto senza fine.
lunedì 22 maggio 2017
3 Generations - 2015
Lasciandosi alle spalle la normalità precostituita di una società come la nostra e i pregiudizi sulla diversità ne emerge, come è doveroso che sia, che le scelte delle persone devono essere rispettate sempre, a qualunque età. Quando si è chiamati a farne in nome e per conto di altri occorre una grande sicurezza che può essere acquisita solo in funzione di un rapporto trasparente e sincero.
mymovies
giovedì 18 maggio 2017
I più visualizzati
-
Forse non era inutile tanta fatica tanto dolore. E forse pensa così di noi e di sè questo pseudo merlo orientale che fischia nella su...
-
La rondine vi porta fili d'erba, non vuole che la vita passi. Ma tra gli argini, a notte, l'acqua morta logora i sassi. Sotto le...
-
Per vivere non voglio isole, palazzi, torri. Quale gioia più alta: vivere nei pronomi. Togliti via i vestiti, i connotati, i ritratti;...