Mi chiedo perché i politici non sentono la responsabilità dello stato. Ogni giorno persone che si uccidono per nulla, violenze, prese di posizione. Tutto questo è frutto di una società priva di speranza che non ha nulla da perdere. Un frutto che è stato aiutato a crescere dal nulla in cui ci hanno fatto navigare per molto tempo. La cultura è assente, la socialità sostituita dall'individualita', il bene comune equiparato alla proprietà privata unica e indissolubile verità. Ma come si può essere sereni e felici se tutti gli altri stanno male? Sono giorni che sentiamo rimbalzare notizie su Silvio, sui ricatti PD -PDL, sull'IMU e sul cane di Obama. Io credo che siamo in un vicolo cieco: deve cambiare la gente, devono ritornare i valori...uno su tutti la coerenza. Gandhi disse: sii il cambiamento che vuoi nel mondo. Sarebbe ora di mettere in pratica queste parole. Smettere di guardare cio che fa l altro e impegnarsi ad ESSERE cio che vorremmo vedere.
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lunedì 26 agosto 2013
mercoledì 7 agosto 2013
giovedì 25 luglio 2013
Per i giovani non c'è mai nessun diritto acquisito, nessuna onereficienza, nessun rispetto, nessun aiuto. Veniamo mortificati dallo stesso mondo che tanto ci piace. Un mondo in corsa, simile alla rete: inteconnessi continuamente, massima disponbilità, nessun impegno vincolante. Infatti ci troviamo con lavori a tempo, sottopagati, sfruttati e mai degni di un grazie o quantomeno del minimo rispetto che viene dato ad un pari posizione con 30 anni di esperienza. Parliamoci chiaro, il fattore esperienza è importante ma vuole anche dire che a suo tempo, è stato consentito di farlo e di arrivare sino a lì. Chi ora si prende l'impegno di insegnare e di formare, realmente: nessuno! Siamo abbandonati al mercato come piroette, corriamo a destra e sinistra tappando più buchi possibile a questi personaggi che sponsorizzano la formazione ma che in realtà solo se la fanno gli altri perchè "io faccio questo lavoro da trent'anni". Magari le cose sono cmabiate?!?!?
venerdì 12 luglio 2013
Bergoglio si pronuncia:
"La cultura del benessere, che ci porta a pensare a noi stessi, ci rende insensibili alle grida degli altri, ci fa vivere in bolle di sapone, che sono belle, ma non sono nulla, sono l'illusione del futile, del provvisorio, che porta all'indifferenza verso gli altri, anzi porta alla globalizzazione dell'indifferenza. In questo mondo della globalizzazione siamo caduti nella globalizzazione dell'indifferenza! Ci siamo abituati alla sofferenza dell'altro, non ci riguarda, non ci interessa, non e' affare nostro"
Tutto verissimo caro il mio papa che peraltro rispetto, ma non è con una corona di fiori in mare che cambiamo le cose
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Per vivere non voglio isole, palazzi, torri. Quale gioia più alta: vivere nei pronomi. Togliti via i vestiti, i connotati, i ritratti;...