Non trovo più il mio libro di filosofia.
Tiravo il carrettino
un marmocchio di otto mesi-robetta molle, saliva, sorrisino-
Quel che m'ingormbrava le mani, l'ho buttato via.
Il fratellino di quel bimbetto
a due anni, è caduto in una caldaia d'acqua bollente:
in ventiquattrore è morto, atrocemente.
Il parroco è sicuro che è diventato un angioletto.
La sua mamma non ha voluto andare al cimitero
a vedere dove gliel'hanno sotterrato.
Per i contadini, il lutto è un lusso smodato:
la sua mamma non veste sempre di nero.
Ma quando quest'ultima creaturina,
con le manine, le pizzica il viso,
ella cerca il suo antico sorriso:
e trova soltanto un riso velato - un povero riso in sordina.
Oggi da una donna ho sentito
che quella mamma, in chiesa, non ci vuole più andare.
Stasera non posso studiare,
perchè il libro di filosofia l'ho smarrito.
Pagine
- Le strade del cuore 2023
- Non far rumore 2020
- Poesie svelate 2017
- Ritratti di donne 2018
- Prima di te 2017
- Vivere Milano 2016
- L'inquietudine della stabilità 2016
- E' l'amore che divora 2012
- Nuove poesie
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- Citazioni
- Recensioni
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sabato 11 febbraio 2012
martedì 7 febbraio 2012
Antonia Pozzi - Pudore
Se qualcuna delle mie povere parole
ti piace
e tu me lo dici
sia pure con gli occhi
io mi spalanco
in un riso beato
ma tremo
come un mamma piccola giovane
che perfino arrossisce
se un passante le dice
che il suo bambino è bello.
ti piace
e tu me lo dici
sia pure con gli occhi
io mi spalanco
in un riso beato
ma tremo
come un mamma piccola giovane
che perfino arrossisce
se un passante le dice
che il suo bambino è bello.
martedì 10 gennaio 2012
Prati - Antonia Pozzi da "Mentre tu dormi le stagioni passano"
Forse non è nemmeno vero
quel che a volte ti senti urlare nel cuore:
che questa vita è,
dentro il suo essere,
un nulla
e che cio che chiamavi la luce
è un abbaglio,
l'abbaglio supremo
dei tuoi occhi malati-
e che ciò che fingevi la meta
è un sogno,
il sogno infame
della tua debolezza.
Forse la vita è davvero
quale la scopri nei giorni giovani:
un soffio eterno che cerca
di cielo in cielo
chissà che altezza.
Ma noi siamo come l'erba dei prati
che sente sopra sè il passare del vento
e tutto canta nel vento
e sempre vive nel vento,
eppure non sa così crescere
da fermare quel volo supremo
nè balzare su dalla terra
per annegarsi in lui.
Milano 31 dicembre 1931
quel che a volte ti senti urlare nel cuore:
che questa vita è,
dentro il suo essere,
un nulla
e che cio che chiamavi la luce
è un abbaglio,
l'abbaglio supremo
dei tuoi occhi malati-
e che ciò che fingevi la meta
è un sogno,
il sogno infame
della tua debolezza.
Forse la vita è davvero
quale la scopri nei giorni giovani:
un soffio eterno che cerca
di cielo in cielo
chissà che altezza.
Ma noi siamo come l'erba dei prati
che sente sopra sè il passare del vento
e tutto canta nel vento
e sempre vive nel vento,
eppure non sa così crescere
da fermare quel volo supremo
nè balzare su dalla terra
per annegarsi in lui.
Milano 31 dicembre 1931
La vita - Antonia Pozzi da "Mentre tu dormi le stagioni passano"
Alle soglie d'autunno
in un tramonto
muto
scopri l'onda del tempo
e la tua resa
segreta
come di ramo in ramo
leggero
un cadere d'uccelli
cui le ali non reggono più.
18 agosto 1935
in un tramonto
muto
scopri l'onda del tempo
e la tua resa
segreta
come di ramo in ramo
leggero
un cadere d'uccelli
cui le ali non reggono più.
18 agosto 1935
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