Forse non è nemmeno vero
quel che a volte ti senti urlare nel cuore:
che questa vita è,
dentro il suo essere,
un nulla
e che cio che chiamavi la luce
è un abbaglio,
l'abbaglio supremo
dei tuoi occhi malati-
e che ciò che fingevi la meta
è un sogno,
il sogno infame
della tua debolezza.
Forse la vita è davvero
quale la scopri nei giorni giovani:
un soffio eterno che cerca
di cielo in cielo
chissà che altezza.
Ma noi siamo come l'erba dei prati
che sente sopra sè il passare del vento
e tutto canta nel vento
e sempre vive nel vento,
eppure non sa così crescere
da fermare quel volo supremo
nè balzare su dalla terra
per annegarsi in lui.
Milano 31 dicembre 1931
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