Sul caso Cucchi credo che in questi giorni sia stato detto tutto.
L'indignazione non è sufficiente, occorre dimostrare, protestare, mantenere viva l'attenzione su di un avvenimento che ci fa vergognare di essere uomini.
Ciò che non ci si riesce a spiegare è come è possibile che chi garantisce la giustizia non riesca a prendere una decisione definibile "l'unica giusta".
Immedesimarsi nelle persone coinvolte servirebbe?
La giustificazione data alle famiglie è che non ci sono sufficienti prove a dimostrazione del compimento dell'atto.
Come prima cosa colui che ha firmato il certificato che riporta "è deceduto per cause naturali" è il primo ad essere colpevole, a seguire tutti coloro che erano in servizio in quei momenti.
Le foto che in questi giorni sono circolate parlano chiaro e sono più che sufficienti a dimostrare che è stato compiuto un crimine e i responsabili devono pagare.
Non so come sia possibile che gli avvocati di queste persone riescano a dormire sonni tranquilli e non sentire questo peso enorme sulla coscienza.
Solidarietà massima a tutti i familiari di Cucchi augurandoci che venga al più presto fatta luce su questa vicenda.
Pagine
- Le strade del cuore 2023
- Non far rumore 2020
- Poesie svelate 2017
- Ritratti di donne 2018
- Prima di te 2017
- Vivere Milano 2016
- L'inquietudine della stabilità 2016
- E' l'amore che divora 2012
- Nuove poesie
- Premi
- Poesia italiana
- Citazioni
- Recensioni
- Cinema
- Parole importanti
- Riflessioni
- Contatti
- Elymania Project
lunedì 3 novembre 2014
giovedì 30 ottobre 2014
Edward mani di forbice
Quando da piccola vedevo Edward mani di forbice non avevo idea dei messaggi che conteneva, un film di una magia ed una genialità uniche.
La diversità, la tolleranza, la discriminazione, l'amore disinteressato, il pettegolezzo e la falsità, l'egoismo e la possessione...tutto raccontato in una chiave fantastica ma riconducibile incredibilmente alla realtà, quella più cinica e crudele ma anche quella fatta di purezza e sentimento.
Questo film mi lascerà sempre delle sensazioni bellissime forse quelle che da sempre hanno animato il mio essere umana: l'amore va al di là di ogni barriera, sia essa fisica o mentale, nutrendo di bellezza tutto ciò che sfiora; l'accettazione della diversità e la condivisione rendono il mondo migliore.
Ci sono persone per cui la vita non ha disegnato un facile percorso.
L'ha reso pieno di ostacoli, lotte e scontri, difficoltà e fatica.
Credo che sia però un modo per ponderare a fondo le scelte e sudarle in modo da avere la certezza che quello è ciò che desiderano ad ogni costo, tanto da sopportare tutto.
Non avranno mai una vita predigerita semplicemente perché non accetterebbero mai di vivere quella di altri.
Volere bene a una persona non significa proteggerla a tal punto da sostituirsi ad essa evitandogli lo scontro con la vita. Significa accompagnarla nel suo percorso rispettando le sue scelte, facendogli capire che è lì e che ci sarà sempre qualunque strada prenderà.
Amare vuol dire rispettare: questa è la verità!
L'ha reso pieno di ostacoli, lotte e scontri, difficoltà e fatica.
Credo che sia però un modo per ponderare a fondo le scelte e sudarle in modo da avere la certezza che quello è ciò che desiderano ad ogni costo, tanto da sopportare tutto.
Non avranno mai una vita predigerita semplicemente perché non accetterebbero mai di vivere quella di altri.
Volere bene a una persona non significa proteggerla a tal punto da sostituirsi ad essa evitandogli lo scontro con la vita. Significa accompagnarla nel suo percorso rispettando le sue scelte, facendogli capire che è lì e che ci sarà sempre qualunque strada prenderà.
Amare vuol dire rispettare: questa è la verità!
lunedì 27 ottobre 2014
On the road - pensieri dal film di Walter Salles (e dal romanzo di Kerouac)
Finito ora di vedere il film di Walter Salles 2012 ispirato al romanzo di Kerouac. Diversi sono gli spunti che prima del film, vengono direttamente dal libro. Ambientato negli anni 50 mostra una realtà di ricerca e di sete di esperienza, in una America alle prese con le sue contraddizioni ma piacevole da attraversare e da vivere.
Il "nostro" Dean è un personaggio che probabilmente almeno ognuno di noi nella vita ha conosciuto. Una persona così, se la si incontra in una certa parte della vita non può che far innamorare: di un amore ossessivo, devoto, instancabile. Un vortice che racchiude l'estremo, l'eccesso, la bellezza, la vita, il cervello, l'esperienza, il limite. Una persona che fa desiderare di essere vivi e fa avere voglia di mangiare a morsi violenti questo cammino chiamato vita. Pedale a fondo sempre a 100 all'ora.
In questa persona però manca l'equilibrio, manca la volontà e la serenità di capire che ogni cosa ha una fine o meglio che ogni esperienza è finalizzata sempre e comunque a un obiettivo.
Un'esperienza aiuta a comprendere che si è vissuto, capito e che si può andare oltre.
La nostra vita ha costante bisogno di esperienze, che capitano anche involontariamente, ma ha anche e sopratutto bisogno di obiettivi. Le fasi che viviamo possono essere affrontate solo nel momento in cui si esaurisce tutto ciò che faceva parte dell'una per passare all'altra.
E' per questo che quando vedo persone di cinquant'anni fare i ragazzini andando in discoteca accompagnate da ragazze più giovani di loro hanno del ridicolo: primo perché sembra essere l'unico slancio di vita che può manifestarsi dopo un matrimonio finito e secondo perché quel tempo l'hanno già vissuto e quel tempo aveva una collocazione ben precisa, che non può ritornare.
Evidentemente se sono a quel punto non hanno vissuto tutte le esperienze e si sono fermati prima, magari hanno avuto paura e magari erano già stanchi prima di arrivare alla fine della loro fase.
Il protagonista Sal alla fine del suo viaggio, scrive un libro, semplice fatto di racconti e di esperienze che lui stesso ha compreso, elaborato e ricordato solo dopo averne preso distanza. Ha dovuto cercare la propria serenità, il semplice ritorno alla vita fatta di piccoli passi e piccole soddisfazioni.
L'estremo, l'oltrepassare il limite, il vivere a cento all'ora erano state forse illusioni per distogliere lo sguardo dalla vita vera?
Non credo fossero solo tali...in realtà quelle esperienze gli sono servite a capire i propri confini, capire il "dove sono io e dove cominciano gli altri"
Credo poi che per poter raggiungere il proprio equilibrio ci si debba conoscere a fondo, accettare ed amare per ciò che si è. Tenere il bagaglio che si è costruito sempre stretto e aprirlo di tanto in tanto, per ricordarci chi siamo, sempre!
Il "nostro" Dean è un personaggio che probabilmente almeno ognuno di noi nella vita ha conosciuto. Una persona così, se la si incontra in una certa parte della vita non può che far innamorare: di un amore ossessivo, devoto, instancabile. Un vortice che racchiude l'estremo, l'eccesso, la bellezza, la vita, il cervello, l'esperienza, il limite. Una persona che fa desiderare di essere vivi e fa avere voglia di mangiare a morsi violenti questo cammino chiamato vita. Pedale a fondo sempre a 100 all'ora.
In questa persona però manca l'equilibrio, manca la volontà e la serenità di capire che ogni cosa ha una fine o meglio che ogni esperienza è finalizzata sempre e comunque a un obiettivo.
Un'esperienza aiuta a comprendere che si è vissuto, capito e che si può andare oltre.
La nostra vita ha costante bisogno di esperienze, che capitano anche involontariamente, ma ha anche e sopratutto bisogno di obiettivi. Le fasi che viviamo possono essere affrontate solo nel momento in cui si esaurisce tutto ciò che faceva parte dell'una per passare all'altra.
E' per questo che quando vedo persone di cinquant'anni fare i ragazzini andando in discoteca accompagnate da ragazze più giovani di loro hanno del ridicolo: primo perché sembra essere l'unico slancio di vita che può manifestarsi dopo un matrimonio finito e secondo perché quel tempo l'hanno già vissuto e quel tempo aveva una collocazione ben precisa, che non può ritornare.
Evidentemente se sono a quel punto non hanno vissuto tutte le esperienze e si sono fermati prima, magari hanno avuto paura e magari erano già stanchi prima di arrivare alla fine della loro fase.
Il protagonista Sal alla fine del suo viaggio, scrive un libro, semplice fatto di racconti e di esperienze che lui stesso ha compreso, elaborato e ricordato solo dopo averne preso distanza. Ha dovuto cercare la propria serenità, il semplice ritorno alla vita fatta di piccoli passi e piccole soddisfazioni.
L'estremo, l'oltrepassare il limite, il vivere a cento all'ora erano state forse illusioni per distogliere lo sguardo dalla vita vera?
Non credo fossero solo tali...in realtà quelle esperienze gli sono servite a capire i propri confini, capire il "dove sono io e dove cominciano gli altri"
Credo poi che per poter raggiungere il proprio equilibrio ci si debba conoscere a fondo, accettare ed amare per ciò che si è. Tenere il bagaglio che si è costruito sempre stretto e aprirlo di tanto in tanto, per ricordarci chi siamo, sempre!
Iscriviti a:
Post (Atom)
I più visualizzati
-
Forse non era inutile tanta fatica tanto dolore. E forse pensa così di noi e di sè questo pseudo merlo orientale che fischia nella su...
-
La rondine vi porta fili d'erba, non vuole che la vita passi. Ma tra gli argini, a notte, l'acqua morta logora i sassi. Sotto le...
-
Non muore niente di importante questa notte! Solo 4 brutti ceffi su una nave di merda! L'unico dispiacere stanotte è che negli anni futu...