giovedì 30 aprile 2015

2030 - Articolo 31

Lungimirante immagine del futuro pubblicata nel 1996 - E' esattamente così!



Corre l'anno 2030,
e mi ritrovo che di anni quasi ne ho 60,
il mio pizzetto è grigio,
e di capelli sono senza
e Ambra è' il primo presidente donna. Uhuu ! !
Il cielo quasi non si vede più,
si esce con la maschera antigas,
sull'autobus c'è la business class,
e per entrare in chiesa, uhuu,
ci vuole il pass.

Ormai si parla solo tramite Internet,
e il parlamento c'ha la sede ad Hammamet,
ci si spara nella metropolitana,
fra Nord e Sud c'e' la dogana,
pero' tutti si veste Dolce e Gabbana.
E la mia mente indietro vola, veloce fila a prima del 2000, tanti anni fa,
quando si era in tempo, adesso no, e oltre ai contro c'erano i pro... perciò...
ho...

Tanta nostalgia degli anni '90,
quando il mondo era l'arca e noi eravamo Noè,
era difficile, ma possibile,
non si sapeva dove e come, ma si sapeva ancora perché'.
C'era chi aveva voglia, c'era chi stava insieme,
c'era chi amava ancora nonostante il male, la musica,
c'era la musica, ricordo, la musica, la musica,
c'era la musica, la musica.

Siamo nell'anno 2030,
loro controllano televisione e radio,
c'è un comitato di censura audio,
valutano, decidono, quello che si, quello che no,
ci danno musica innocua, dopo il collaudo,
ci danno San Remo, presente è ancora Baudo,
con i fiori e la scenografia spettacolare,
quest'anno ha vinto Bossi che è tornato a cantare;
corre l'anno 2030,
l'Italia ha venduto il Colosseo alla Francia,
Venezia affonda,
2030 e un giorno si e uno si scoppia una bomba,
2030 e stiamo senza aria,
ma odio ce ne abbiamo in abbondanza,
prima divisero Nord e Sud,
poi città e città, e, pensa,
adesso ognuno è chiuso nella propria stanza,
l'intolleranza danza, non c'è speranza, ho...

[.....]Rit

Questo è l'anno 2030
qui chi pensa è in minoranza, ma non ha importanza
non serve più, uhuu,
2030 l'indifferenza è una virtù
i cyber-nazi fanno uno show in TV,
i liberatori picchiano barboni in nome di Gesù, uhuu,
l'inno nazionale suona
tipo marcia funebre,
il sesso virtuale è più salubre in quanto che c'è
un virus che si prende tramite il sudore, e in 90 ore si muore,
l'HIV in confronto sembra un raffreddore,
è un esperimento bellico sfuggito e il risultato è che nessuno fa l'amore.

E io sono fuorilegge in quanto di questo parlo, in quanto penso a quando questo
potevamo anche fermarlo adesso è tardi,
per un poeta pirata che spera in dei ricordi e ha...

[.....]Rit


http://grooveshark.com/s/2030/3G9L1E?src=5

martedì 28 aprile 2015

Comple 37


Leggevo qualche minuto fa del mio 33esimo compleanno ed oggi sono ben 37.
Come mi sento? Molto bene.
Piena di consapevolezza e felicità.
Attorniata di persone che mi vogliono bene e che stimo.
Prossima all'unione con l'uomo che amo, completa, soddisfatta e attrice protagonista della mia vita.
A volte mi sono perfino sentita in colpa per la mia felicità,verso gli altri, verso chi non la prova. Ma poi ho capito che in questa felicità c'è anche una componente di lavoro personale per il quale occorre faticare e rimanere sempre parte attiva e critica della propria vita. Il vivere passivamente le emozioni o le relazioni significa subire per timore o per convinzione che le cose non possano mutare.
Invece ogni giorno possiamo in qualche modo conquistare un piccolo pezzo di felicità con una parola, un gesto oppure rifiutando una condizione che non ci appartiene, allontanando ciò che non vogliamo essere.
Un grande sbaglio che chiunque può fare, quando le cose non vanno bene, è imparare a vivere in basso e pensare che non si può meritare nulla di migliore. Una condizione che conduce all'unico pensiero che non si può risalire, che non si può cambiare.
Ed è sbagliato perché ogni occasione è buona per invertire la rotta negativa.
Ma dobbiamo sempre ricordare che il cambiamento non arriva servito su un piatto d'argento, bisogna guadagnarlo, bisogna violentarsi per cambiare le abitudini e creare nuove cose, nuove percorsi e fare nuove relazioni.
Ma è sempre possibile farlo.....mai come ora dico che ognuno è artefice del proprio destino!

lunedì 27 aprile 2015

#vederetutto #marinaabramovic

Alle persone piace creare la migliore immagine di se stessi e poi nascondere lo schifo, ma la mia idea è di esporre tutto. L’essere umano deve essere onesto in merito a se stesso e agli altri. È okay non essere perfetti. È okay che tutti noi abbiamo problemi. È okay piangere, mostrare le emozioni.

Marina Abramovic


giovedì 23 aprile 2015

- 8 a Expo e oggi ....

....escono decine di articoli sul fatto che sul totale di posizioni richieste da Expo 8 su 10 si sono ritirati al momento della firma del contratto.
Dal web si susseguono commenti di rimprovero sui giovani sfaccendati, viziati che attendono il lavoro dei sogni seduti sulla poltrona. 
Ma se un percentuale di ragione ce l'hanno quelli che pensano così, ce né un'altra che, dotato di cervello e senso etico, rifiuta un sistema di sfruttamento e svilimento della figura professionale oltre che della persona umana. Giovani che devono essere preparati, saper parlare tre lingue, riuscire a lavorare su più turni continuativi con festività comprese senza battere ciglio: e i diritti? li lasciamo ai sessantenni che perché hanno 35 anni di esperienza non possono fare un passo indietro sui loro privilegi?!
E il popolino? Si prepara a puntare il dito e giudicare coloro che cercano di cambiare il senso di rotazione delle cose, invece che prendersela con lo stato che fa le vigliaccherie più grandi senza mettere in piedi una vera politica del lavoro. 
Aggiungo poi una piena responsabilità delle agenzie di lavoro che non riescono a far incontrare domanda e offerta perchè valutano le persone non sulle reali capacità, ma solo sul curriculum. Ma d'altronde dobbiamo tutti risparmiare tempo per accaparrarci più soldi no?!. ....e sono i giovani il problema.

martedì 21 aprile 2015

Match point


Consigliatissimo a chi vuole capire qualcosa sulle stragi familiari: ma perchè? ma come è possibile? sembrava un così bravo ragazzo?
La risposta in questo film c'è, eccome.

Spesso vengono condotte vite ipocrite, fuori dalla volontà di ognuno: magari per un colpa di fortuna si viene proiettati in una realtà estranea, che per un vile gioco di denaro, comfort e agio ci promettiamo di continuare. Giorno dopo giorno questa vita trangugia ogni nostra sensibilità ed umanità.
Spinge sempre più in alto l'asta della sopportazione, bramando con la voracità di un leone affamato.
Le aspettative sono altissime intorno e si finisce per dimenticare la propria essenza celata dietro una tenda oscura, annaspando giorno dopo giorno.
Finché un raggio di luce risveglia dal coma: improvvisamente il ricordo di ciò che si era viene a galla e non si riesce più a riportare quest'essenza nell'angolino. Una volta svegli la riconquista di quella realtà per tempo sopita, diventa l'unico scopo e tutto il resto diventa ostacolo, impedimento e cresce l'odio per questa barriera sia essa una vita umana o una condizione.
Il progetto della realizzazione della propria felicità a qualunque costo diventa il risvolto tragico degli episodi di cronaca dei giorni nostri.

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