mercoledì 5 agosto 2015

Cocoricò & altri disastri

Vedo in questi giorni che il governo o chi per lui ha deciso di chiudere il Cocoricò per 4 mesi causa la morte di un ragazzino che ha assunto MDMA ed è morto. Premetto che i titolari delle discoteche non sono persone che stimo di base, sono la ciliegina di un mondo effimero basato sull'apparire e dimostrare ciò che non si è e non lo condivido. Detto questo però non concepisco come misura preventiva la chiusura delle discoteca.

Negli anni 90 questi posti sono sempre esistiti, la droga è sempre girata, e pochi sono stati i morti, ma ce ne sono stati. Cosa è cambiato da allora?!

Ho sentito l'intervista di un ragazzo che diceva "si vado in discoteca, bevo e poi qualche pastiglia ... è normale". L'eccesso, il proibito hanno sempre fatto parte dell'adolescenza ma poi deve esserci il cervello. Non giustifico chi prende droghe, ma non sono nemmeno bigotta ma chi ne fa usa deve essere cosciente di cosa sia e scegliere.

Vedo genitori che rifiutano di parlare con i figli persino del sesso e della contraccezione perchè argomenti difficili e magari secondo alcuni sporchi. Ma non mi stanco mai di dire che alla base ci deve essere la cultura.

Quello che vediamo oggi è il risultato di alcune generazioni di genitori che  hanno messo lì il proprio figlio come un soprammobile che dovevano assolutamente avere, l'hanno riempito di regali, playstation, vestitini firmati, aperitivi .... e poi è normale che crescano ragazzi il cui unico mito è essere Corona o la velina di turno, privi di stimoli, di idee, di passioni.
Cosa vogliamo tornare ai tempi del fascio: proibiamo tutto e dormiamo sonni tranquilli dentro i cancelli delle nostre proprietà private.

Il cervello stiamo dimenticando di avere questo dono assieme alla parola: parliamo con i ragazzi e facciamoci dire cosa vedono, cerchiamo di essere complici ma allo stesso tempo punto di riferimento. Dopo che gli abbiamo dato gli strumenti avranno modo di dimostrare che sono dotati di coscienza.

E aggiungo anche: quando ci renderemo conto che la formula repressiva non ha mai funzionato? Se liberalizzassimo le droghe faremo veramente la differenza togliendo potere alle svariate mafie delle quali è il maggior business, togliendo fascino al proibito e controllando la qualità e le sostanze. Ma sono discorsi troppo evoluti che in una società come quella italiana non sono per nulla contemplati.
Però in questi giorni Renzi è in Giappone e predica, al museo di storia contemporanea di Kyoto, che sarà la cultura quella che risolleverà il mondo dalla crisi. Bene allora comincia!

E chiudo dicendo a tutti quelli che:

  • il circolo ARCI sotto casa, la notte è un disastro facciamolo chiudere!
  • quei concerti rock in città, io voglio dormire!
  • anche oggi una festa in polisportiva, ma proprio non si puà stare tranquilli!
GENTE IMPARATE A VIVERE: SE I RAGAZZI HANNO MODO DI STARE INSIEME, VIVERE DELLE PASSIONI, CONFRONTARSI NON PERDERANNO TEMPO A DISTRUGGERSI. MA PER FARLO DOVETE ANCHE TOGLIERVI UN PO' DEL VOSTRO EGOCENTRISMO BORGHESE E PENSARE CHE FUORI DAL CANCELLO CE' UN MONDO CHE PUÒ VIVERE ANCHE DEL VOSTRO CONTRIBUTO. 

LA PAROLA DEL FUTURO E' CONDIVISIONE 




mercoledì 29 luglio 2015

...in un tempo passato

Questa sera è una di quelle sere in cui sembra che il tempo si sia fermato. Una sera in cui tre generazioni a confronto parlano dell'esperienza di vita che hanno fatto. Per certi versi è stato come quando nel passato, la sera ci si riuniva di fronte a un fuoco e si raccontavano storie: tutti attenti ad ascoltare e a evocare le immagini dei racconti. Stasera è stata speciale: sarà perché manca un mese esatto al matrimonio che i racconti di mia nonna e di mio nonno insieme si fanno più dolci e speciali. Nel cortile di casa alla luce di un lampione, grilli che mormorano e vento fresco che scuote i rami. Si parlava di vita di coppia da novelli sposi. Mia nonna racconta che mai una volta mio nonno la umiliò (e ha usato proprio questo termine) per il fatto di non saper cucinare. Appena sposati una sera cucinò un risotto, il problema è che era salatissimo ma talmente tanto da non poterlo nemmeno tenere in bocca a detta sua. Beh mio nonno pur di non dirle che era immangiabile una forchettata dopo l'altra lo mangiò, fino a che fu proprio lei a dire basta. Non so dire se era ostinazione, fame o cos'altro so solo che è stato un gesto d'amore, un gesto di rispetto. Mai questo poté in qualche modo essere fonte di battibecco o peggio ancora di offesa. Oggi vedo tante persone che non hanno rispetto l'una per l'altra e non riescono nemmeno a rendersene conto. La cura e la stima verso la persona amata è ciò che ci consente di andare mano nella mano, insieme ed uniti. Questa è la libertà in coppia.

giovedì 23 luglio 2015

Now

Qui e ora. Vivere il presente e trarre da ogni significativo momento il motore che spinge il nostro avanzamento. Ipotecare il futuro difficilmente sarà fonte di felicità ma piuttosto di preoccupazioni e ansie. Il presente è cio che esiste.

domenica 19 luglio 2015

Emotivity

Ci sono sere in cui non c'è posto per te. 
Stai in un angolo ad aspettare che scorga il tuo silenzio. 
Occhi del cuore, furtivi spiano nei pensieri.  
Non c'è ragione: è tutto sentimento.

martedì 14 luglio 2015

Me myself and i


Credo che uno degli scogli più grandi dell'essere adulto sia la piena accettazione di sé stessi, nel bene e nel male. Negare la propria essenza significa vivere una vita non propria. Difetti e pregi dell'essere se stessi evidenziano forte coerenza nella personalità e creano sempre un punto di partenza imprescindibile nella costruzione di qualsiasi cosa.

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