Fiume di persone che ogni giorno solcano i marciapiedi della città delle occasioni. Affannati si scontrano talvolta si chiedono scusa talvolta no. Un brulicare di voci, colori, odori che si rincorrono vorticosamente sotto questo portico artificiale: una chitarra e un ragazzo suonano per tutti questi volti senza nome. Qualcuno corre verso il treno che vuole scappare. Qualcun'altro si ferma e si chiude in questo attimo di bellezza metropolitana.
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Per vivere non voglio isole, palazzi, torri. Quale gioia più alta: vivere nei pronomi. Togliti via i vestiti, i connotati, i ritratti;...
Complimenti per le parole Elisa.
RispondiEliminaUn abbraccio
Maurizio