martedì 28 dicembre 2010

Come le foglie


Siedo davanti a questo specchio d’acqua,
avvolta dalla brezza fredda dei primi giorni d’inverno,
di fronte a me un bellissimo acero,
seminudo, 
una foglia si stacca da un ramo,
il vento la investe,
la culla per un pò,
facendola oscillare avanti e indietro,
volteggiando a mezz'aria,
poi d’un tratto l’abbandona,
e lei si adagia lieve,
sull’acqua di questo lago e qui la sua vita avrà fine,
il passare dei minuti, delle ore, dei giorni
la consumeranno,
proprio come consumano noi.

lunedì 27 dicembre 2010

Le cose che ho imparato nella vita - Paulo Coelho

Ecco alcune delle cose che ho imparato nella vita:
Che non importa quanto sia buona una persona, ogni tanto ti ferirà. E per questo, bisognerà che tu la perdoni.
Che
ci vogliono anni per costruire la fiducia e solo pochi secondi per distruggerla.
Che non dobbiamo cambiare amici, se comprendiamo che gli amici cambiano.
Che le circostanze e l'ambiente hanno influenza su di noi, ma noi siamo responsabili di noi stessi.
Che, o sarai tu a controllare i tuoi atti, o essi controlleranno te.
Ho imparato che gli eroi sono persone che hanno fatto ciò che era necessario fare, affrontandone le conseguenze.
Che la pazienza richiede molta pratica.
Che ci sono persone che ci amano, ma che semplicemente non sanno come dimostrarlo.
Che a volte, la persona che tu pensi ti sferrerà il colpo mortale quando cadrai, è invece una di quelle poche che ti aiuteranno a rialzarti
Che solo perché qualcuno non ti ama come tu vorresti, non significa che non ti ami con tutto se stesso.
Che non si deve mai dire a un bambino che i sogni sono sciocchezze: sarebbe una tragedia se lo credesse.
Che non sempre è sufficiente essere perdonato da qualcuno. Nella maggior parte dei casi sei tu a dover perdonare te stesso.
Che non importa in quanti pezzi il tuo cuore si è spezzato; il mondo non si ferma, aspettando che tu lo ripari.
Forse Dio vuole che incontriamo un po' di gente sbagliata prima di incontrare quella giusta, così quando finalmente la incontriamo, sapremo come essere riconoscenti per quel regalo.
Quando la porta della felicità si chiude, un'altra si apre, ma tante volte guardiamo così a lungo a quella chiusa, che non vediamo quella che è stata aperta per noi.
La miglior specie d'amico è quel tipo con cui puoi stare seduto in un portico e camminarci insieme, senza dire una parola, e quando vai via senti come se è stata la miglior conversazione mai avuta.
È vero che non conosciamo ciò che abbiamo prima di perderlo, ma è anche vero che non sappiamo ciò che ci è mancato prima che arrivi.
Ci vuole solo un minuto per offendere qualcuno, un'ora per piacergli, e un giorno per amarlo, ma ci vuole una vita per dimenticarlo.
Non cercare le apparenze; possono ingannare.
Non cercare la salute, anche quella può affievolirsi.
Cerca qualcuno che ti faccia sorridere perché ci vuole solo un sorriso per far sembrare brillante una giornataccia.
Trova quello che fa sorridere il tuo cuore.
Ci sono momenti nella vita in cui qualcuno ti manca così tanto che vorresti proprio tirarlo fuori dai tuoi sogni per abbracciarlo davvero!
Sogna ciò che ti va; vai dove vuoi; sii ciò che vuoi essere, perché hai solo una vita e una possibilità di fare le cose che vuoi fare.
Puoi avere abbastanza felicità da renderti dolce, difficoltà a sufficienza da renderti forte, dolore abbastanza da renderti umano, speranza sufficiente a renderti felice.
Mettiti sempre nei panni degli altri. Se ti senti stretto, probabilmente anche loro si sentono così.
Le più felici delle persone, non necessariamente hanno il meglio di ogni cosa; soltanto traggono il meglio da ogni cosa che capita sul loro cammino.
La felicità è ingannevole per quelli che piangono, quelli che fanno male, quelli che hanno provato, solo così possono apprezzare l'importanza delle persone che hanno toccato le loro vite.
L'amore comincia con un sorriso, cresce con un bacio e finisce con un the.
Il miglior futuro è basato sul passato dimenticato, non puoi andare bene nella vita prima di lasciare andare i tuoi fallimenti passati e tuoi dolori.
Quando sei nato, stavi piangendo e tutti intorno a te sorridevano. Vivi la tua vita in modo che quando morirai, tu sia l'unico che sorride e ognuno intorno a te pianga

giovedì 23 dicembre 2010

Trentenni

In questo momento della vita non vedo futuro. Non so perché eppure l’età c’è. L’altra sera sono stata a cena con amici, miei coetanei, e mi sono sentita quasi a disagio, diversa. Eppure fino a qualche anno fa il mio futuro era concreto, vicino, scritto.
Abbiamo fatto, con la mia vecchia compagnia, la classica re-union prenatalizia. Io venivo da un concerto, dove sono andata sola, e non mi sono sentita a disagio. Sono andata lì e tutti parlavano della propria quotidianità: tutti con un vita bene avviata, un lavoro una compagna\o , una casa, i problemi quotidiani. Io non avevo molto da dire su questo campo e infatti la conversazione non è stata affatto ricca.
Ieri sera invece sono andata con un amico a sentire una presentazione musicale e sono stata bene, non ho pensato alla vita ma solo alla musica, a farmi un po’ di cultura, a incontrare gente con le mie passioni.
Una volta una persona mi ha detto che a trent’anni un uomo è già vecchio, in effetti guardando i miei amici vedo un po’ di questa “vecchitudine”. Vedo persone un po’ rassegnate alla loro età, al quotidiano ma credo anche che quando si arriva ad un certo punto della vita questo tipo di “vecchitudine” si possa definire anche “raggiungimento della serenità”. Le cose sono già state fatte si è trovata una persona che si ama, o che è giusta per noi, e si alimenta quel famoso progetto di coppia che dà luogo ad una nuova famiglia.
Bè questo è lo standard e io non lo giudico, anche perché credo che se troverò una persona veramente adatta a me probabilmente farò lo stesso.

Ora mi sento estremamente lontana da questo punto, ma non solo perché mi manca la materia prima, ma anche perché le passioni, la velocità della mia vita, le situazioni che ho costruito in questi tempi,  mi hanno forviato un po’ l’anima. Fatico ad apprezzare la semplicità delle cose e sono sempre attratta da un mondo che però non mi appartiene o meglio che per ora non mi dà nulla. Sento una spinta che mi porta a scrivere, a vedere, a incontrare, a pensare; non è un male ma mi porta lontana dalla semplicità, dal capire quali sono le cose importanti e rischio di ritrovarmi tra dieci anni sola, con un sacco di passioni, ma sola.
A volte vorrei proprio avere la capacità di non ragionare.

In questi due anni ho comunque imparato che una persona deve mantenere una propria individualità che non deve essere schiacciata da un’altra vita. Il legame che si crea tra due persone deve essere l’insieme delle due personalità che contribuiscono l’una, nel momento in cui si annulla se stessi per si è perso in partenza e prima o poi questa cosa emerge.

Purtroppo fra i coetanei non è facile trovare una persona con una soggettività che si incastra con la nostra proprio perché si è raggiunta un’età in cui il carattere, l’individualità, le esigenze tutto è già formato e più si sta soli più ci si rende meno disponibili a miscelarsi.
Inoltre il nostro tempo è caratterizzato da una facilità d’incontro a livello fisico che comunque mortifica interiorità e sentimento. Sia chiaro non voglio fare la bacchettona, anche perché non sono proprio il tipo, ma rifletto essenzialmente su ciò che succede. Credo che non sia solo una questione di età però, perché oggi anche i ragazzini hanno un immediato approccio fisico e poi si conoscono. In questo modo però tutto quello che è la personalità dei due soggetti viene per un attimo messa in secondo piano mitigata dal desiderio sessuale che è come una droga, ti fa rimanere in una dimensione irreale. E qui mi contraddico subito però perché comunque credo che quando fra due persone c’è un’alta intesa intima siamo già a metà dell’opera, dico solo che il rischio è alto perché in questo modo ti lasci coinvolgere da una situazione bellissima per poi un giorno svegliarti ed essere lasciato a piedi per discrepanze troppo alte. Insomma l’eterno dilemma.
Una persona dovrebbe avere la capacità di sapere cosa è meglio per lei e cosa vuole in futuro, ma credo anche che questa sia la scelta razionale. Mi sono sempre fidata del cuore anche quando sembrava tutto difficile o impossibile, avrei spostato montagne e ho sofferto molto di più di chi ha usato solo la mente. Non vorrei cambiare anche se sono stanca di non ricevere mai la stessa moneta che cedo. Ma bisogna anche avere l’intelligenza di capire che da soli non si può remare, bisogna essere in due.


THE CLASH

Bella serata ieri al Lavabo di Vignola. Vanni Neri ha presentato i Clash assieme ai Controllo Totale. Bella location un centro autogestito colorato e pieno di persone disponibile e simpatiche. Mi siedo in faccia alla cassa (non quella economica ma quella sonora)....e dopo 5 min ho perso l'uso dell'orecchio... :D.
Comincia la carrellata musicale tra parole, immagini e live della band. E' un piacere ascoltare i commenti di Vanni ha il potere di catapultarti nella storia della band grazie agli album, il contesto storico, piccoli gossip, localizzazione insomma un vero e proprio viaggio.
Abbiamo visto registrazioni video della band in studio, video ufficiali e esibizioni dal vivo. Una band storica energica che ha toccato e fatto sue, tantissime sonorità a partire dal punk, al reagge, al dub, alla discomusic; si sono sempre saputi evolvere e per questo hanno cavalcato i tempi e gli spazi visto che hanno saputo portare la loro musica dal Regno Unito agli Stati Uniti. Ho scoperto inoltre essere molto attivi dal punto di vista politico, condividevano col punk le critiche alla monarchia britannica, ma rifiutavano le tendenze nichiliste di alcuni colleghi (!!), e hanno portato con la loro musica l'attenzione su guerre civili come in Spanish bomb. Purtorppo come ogni band di successo i fatti personali, gli screzi fra leader hanno portato all'inevitabile scioglimento.
Dal primo album targato 1977 "the Clash" abbiamo ascoltato "Police & Thieves" e "Garageland" e purtorppo non la mia preferita White Riot. Dal secondo album "Give 'em enough rope" realizzato col produttore Sandy Pearlman "English civil war" Dal album per gli USA "the Clash" del 1979 "Clash city rockers", "i fought the law". Dal mitico "London calling" che ha consacrato la band inglese, copertina che ritrae Paul Simonon che spacca il basso sul palco, omaggio a Elvis Priesley, realizzata da Pennie Smith, "London calling", "Spanish bomb", "Lost in the supermarket", "Clampdown", "Death or glory". Il triplo album "Sandinista" 1980 venduto pero' come doppio per scelta della band ci ha regalato brani come "the magnificient seven". Il doppio del 1982, album più venduto e ultimo prima dell'allontanamento di Mick Jones per il suo problema con l'eroina, da cui abbiamo sentito "Know your rights", "Rock in the Casbah" e "Straight to hell". Attendiamo con ansia le prossime presentazioni di gennaio.....Coming soon David Bowie

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