venerdì 6 aprile 2012

Pasque e Agnelli

Cito la lettura di ieri sera alla messa del giovedì Santo a cui sono dovuta andare in occasione della comunione del mio cuginetto:


Prima Lettura Es 12, 1-8. 11-14 Dal libro dell’Èsodo
<<Questo mese sarà per voi l’inizio dei mesi, sarà per voi il primo mese dell’anno. Parlate a tutta la comunità d’Israele e dite: “Il dieci di questo mese ciascuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa. Se la famiglia fosse troppo piccola per un agnello, si unirà al vicino, il più prossimo alla sua casa, secondo il numero delle persone; calcolerete come dovrà essere l’agnello secondo quanto ciascuno può mangiarne. Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, nato nell’anno; potrete sceglierlo tra le pecore o tra le capre e lo conserverete fino al quattordici di questo mese: allora tutta l’assemblea della comunità d’Israele lo immolerà al tramonto. Preso un po’ del suo sangue, lo porranno sui due stipiti e sull’architrave delle case nelle quali lo mangeranno. In quella notte ne mangeranno la carne arrostita al fuoco; la mangeranno con azzimi e con erbe amare. Ecco in qual modo lo mangerete: con i fianchi cinti, i sandali ai piedi, il bastone in mano; lo mangerete in fretta. È la Pasqua del Signore!>>


Questo gesto che è stato chiesto di compiere più di 2000 anni fa può benissimo cessare di ripetersi. Il rito della tradizione cattolica ha simboleggiato il sacrificio di Cristo per il suo popolo con il sacrificio di un agnello. Mangiare l'agnello, pensando di compiere un atto devozionale, è, oggi, indice di una barbarie che riporta al tempo dei sacrifici cruenti, comprensibili per l'epoca, e colloca a quel livello l'atteggiamento spirituale di chi compie tale atto.

2 commenti:

  1. Anch'io ero alla Messa del Giovedì Santo, e il sacerdote ha proprio parlato di questa vecchia tradizione ebraica. Con Gesù, per la prima volta nella Storia, è Dio che si sacrifica per l'uomo (versando il proprio sangue), e non l'uomo che fa sacrifici a Dio. E' il Mistero di un Dio umile, di un Dio Amore che ha lavato i piedi dei discepoli.
    buona Pasqua (appena in ritardo)

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  2. Mi auguro tu abbia passato una Serena Pasqua (io sono in netto ritardo)!

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