Questa è la lettera che avevo inviato per partecipare al Festival delle lettere. Purtroppo non è stata selezionata, ma io ci ho messo tanto cuore, quindi mi spiacerebbe metterla in un cassetto e dimenticarla.
Questa lettera è dedicata
alla bambina di nove mesi che ieri, 25 maggio 2016,
è giunta orfana sulle coste italiane
dopo l’ennesima tragedia di migranti
che hanno perso la vita nelle acque
a largo della Libia.
Milano, 26.05.2016
Vorrei poterti rassicurare dicendoti che nella vita non ci sarà più spazio per questo tipo di sensazione, ma ti mentirei: il dolore è parte dell’esperienza del nostro viaggio.
Vorrei aiutarti però a non tramutare quel dolore in sofferenza: la sofferenza è la resistenza che opponiamo al dolore e che quindi si prolunga nel tempo. Non vorrei che questo accadesse a te.
Vorrei, piuttosto che tu, quel dolore, riuscissi a liberarlo fino a che non farà più male e si dissolverà nel nulla.
Per fare questo riempirei la tua vita di amore, curiosità e passioni che reputo le cose più importanti.
Sostituirei nei tuoi innocenti occhi, le immagini che sei stata costretta a vedere con paesaggi fatti di colline verdi, prati in fiore, albe e tramonti.
Racconterei favole che ti siano d’aiuto a ricostruire dentro di te il paese dei sogni, perché è un tuo diritto essere bambina.
Ti aiuterei a crescere con degli ideali, che saranno i miei, ma che spero saranno gli stessi che imparerai ad amare e a difendere con i denti.
Vorrei rispondere a tutte le domande che mi farai, non ti nasconderei mai la verità, bella o brutta che sia, è il suo valore la cosa importante.
Proverei a farti comprendere che la vita, non dà mai quello che ci aspettiamo: è imprevedibile, autonoma, un fiume in piena. Ciò che possiamo fare è vivere con le nostre certezze e attorno a queste, costruire il nostro percorso.
Sappi che dovrai rimboccarti le maniche perché le vittorie le otterrai solo impegnandoti duramente, ma ti assicuro che raggiunta la vetta, la vista sarà bellissima da lassù.
Non sai quanto mi piacerebbe essere al tuo fianco, aiutarti a muovere i primi passi nel mondo ma la vita, come ti dicevo prima, non è semplice e con ogni probabilità non sarò io ad avere l’onore di accompagnare il tuo cammino.
Non saprò più nulla di te, quale sarà il destino a te riservato ma ti chiedo di farmi una promessa: vorrei che tenessi uno spazio grande nel cuore per il ricordo, quello della tua mamma che così coraggiosamente ha affrontato l’incertezza e la paura sul più oscuro dei mari, animata unicamente dalla flebile luce della speranza.
Prometti di non arrabbiarti quando avrai bisogno e lei non ci sarà: ricordati sempre che ha combattuto per garantirti un futuro migliore, libero da guerre, violenza e povertà.
Non so nemmeno qual è il tuo nome ma vorrei tanto che portassi il suo e che fossi sempre fiera della tua storia e del tuo passato, dolce piccola guerriera!
Molto bella complimenti Elisa.
RispondiEliminaTi ringrazio di cuore per la gradita visita
a presto
Maurizio