domenica 2 ottobre 2011

Le due querce




Era il '68 quando i miei nonni si trasferirono dalla città alla campagna sterminata, allora Baggiovara lo era. Un rudere era la casa. Mia nonna era disperata, una cittadina come lei, come avrebbe fatto a spostarsi in paese per fare la spesa con due bambini ed una in arrivo? Il nonno faceva il muratore e se ne andava tutte le mattine molto presto e rientrava tardi stanco morto. Così acquistarono il loro primo motorino, usato, colore pistacchio e la nonna caricati un figlio davanti e uno dietro, con il suo foulard in testa e a qualche metro d'altezza la sua gazza, che mai l'abbandonava, se ne andava in paese fiera e decisa.
Sì la gazza che aveva addestrato che la mattina quando faceva il letto e metteva le coperte sul davanzale a prendere aria arrivava a chiamarla. Nonna in pausa dalle pulizie si fumava una sigaretta mentre faceva il letto e appoggiava il pacchetto sulle coperte e la gazza curiosa com'era e attratta dalla carta argento si prendeva il pacchetto e lo tritava tirando fuori prima una ad una le sigarette e le urla della nonna quando la vedeva.
Il primo verde ad essere piantato furono due querce, messe proprio davanti a casa, che simboleggiavano una il nonno ed una la nonna e via via viti di uva d'oro e qualche albero da frutto. Poi gli animali: mucche e maiali per il sostentamento familiare e qualche gallina, le preferite della nonna: al pàdovanouni..... E così pian piano il tutto prese forma.
43 anni sono passati da quel momento mattone dopo mattone, albero dopo albero, esperienza dopo esperienza fino ad ora.
In questo luogo hanno trovato casa i figli, ed i figli dei figli.
Oh sì quel posto è molto cambiato da allora, ognuno ha aggiunto qualcosa di suo, ha aggiunto un tassello che si è incastonato a comporre la storia di questa famiglia.
C'è solo una cosa che è cambiata e desta ogni giorno l'attenzione di noi tutti: le due querce.
Una è ancora rigogliosa e forte l'altra è secca e morente.
La natura rimane a guardare il nostro operato e ci manda dei segnali a ricordarci l'inesorabile compimento del ciclo della vita.

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