martedì 25 ottobre 2011

una sera di fine ottobre...


Il finimondo stasera fuori. Tuoni e acqua riempiono il silenzio di rumori. E' davvero piacevole però ascoltare da qui, sdraiata nel mio letto sotto le coperte. Di solito la musica la accendo ma stasera basta questo. Probabilmente un po' di malinconia che mi culla, la malinconia dell'abbandono, del cambiamento.
Devo lasciare questa casa in cui di cose ne ho vissute tante. E' stata compagna odiata e maledetta ogni volta che sono rientrata sola da quella porta, è stata amata per il suo accogliente abbraccio quando invece volevo tutti fuori dalla mia vita, è stata degna assistente, silenziosa e discreta, nei momenti in cui scrivevo, ed è stata madre premurosa nei momenti di buio profondo. Mi mancherà davvero. Forse mi mancherà questa vita, che sia chiaro non finisce ma si sospende. Sembra un passo indietro, un fallimento.
Quando sono venuta qui mi sentivo fallita più di ogni altra cosa: ero ad un passo da una famiglia con una bella casa, un uomo premuroso del quale avevo piena fiducia, amici, animali e tutto andava bene. Improvvisamente il castello si rompe: distrutto in qualche mese quindici anni di vita se ne sono andati. Mi ritrovo sola, a casa dei miei genitori con tutta la famiglia che mi guarda come avessi fatto io questa scelta, chiedendo di riprovare, di aspettare qualche tempo e ricominciare. Ma no questo non poteva accadere.
E così la rivincita! Rivincita sul fallimento sì ma anche un nuovo respiro lontana da tutti quei visi scontenti, da quella pesantezza che non mi doveva appartenere: avevo bisogno di aria, aria nuova e di confermare o forse domandare a me stessa chi ero. E proprio qui ho avuto le mi risposte, le mie smentite e le mie conferme: m sono conosciuta come mai nella vita, sono stata sola con me. Sono passati amici che mai avrei creduto fossero così amici, sono passati uomini e hanno lasciato ricordi, belli e brutti, ma li hanno lasciati qui. Mi sono ripromessa tante volte di non fare più entrare nessuno nella mia vita perchè tutte le volte che qualcuno se ne andava, chiudendo in fronte a me quella porta, rimanevo sola, a navigare nei ricordi ed ogni angola sapeva parlare. A loro questo non è mai accaduto e sono convinta che nemmeno ci hanno pensato ma d'altronde sono uomini. Non voglio generalizzare qualche eccezione c'è ma si vede che io non l'avevo mai incontrata.
Ora che ho imparato a viverla questa casa la devo lasciare, ma mi ha dato tanto: mi ha restituito un Elisa che mi piace adulta, interessata, che ama scrivere, guardare film, che ama rischiare, che sa leccarsi le ferite da sola senza il bisogno di nessuno ma al tempo stesso una buona amica altruista che sa ascoltare, una donna che una sera di fine ottobre se ne stà da sola sotto le coperte ad ascoltare le pioggia.

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