La cattiveria si regala,
ogni giorno senza accorgersene,
s’insinua come una serpe
nei nostri gesti, nei nostri pensieri,
che sono destinati a finire nel momento stesso in cui li concretizziamo.
Ma tutto ha un seguito,
magari non nelle nostre vite
ma in quelle di altri.
Chi è senza peccato scagli la prima pietra
insegnava Gesù
a coloro che volevano lapidare una prostituta.
Giudichiamo noi stessi
prima di pensare agli altri.
Anche le cose più immonde agli occhi
possono celare spiegazioni,
che vanno oltre a un primo sguardo superficiale e affrettato.
Verrà il tempo in cui tutti saremo giudicati
ma ora non sta a noi,
possiamo limitarci a creare i presupposti perché le nostre azioni non siano condannabili.
Non conosciamo fino in fondo la fragilità dell’essere umano
rischiamo di fare danni
di caricarci la responsabilità di una vita.
Non sappiamo quanto una persona può essere sola nell’affrontare i problemi,
rischiamo di farla affogare.
Diamogli piuttosto una strada da seguire, un metodo
che magari non riconoscerà ora ma che in futuro lo aiuterà
o comunque aiuterà noi, il pensiero che abbiamo fatto il possibile.
Ognuno è artefice del proprio destino,
e questo si impara bene nel corso della vita,
ma si deve sempre dare un’occasione
a costo di prendere degli ingenui e degli stolti.
Perdonare,
e dopo aver perdonato non voltare le spalle,
non contribuire all’odio del mondo.
Dare amore anche a chi non lo merita
è altruismo e solidarietà.
L’odio è la via più breve.
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