Piacerebbe anche a me riuscire a vedere
da lontano ma non ne ho le possibilità. Non ho qualcuno che mi paga
la vita e d'altronde è anche giusto così. Ci lamentiamo che questo
non è un paese per giovani poi noi ce ne stiamo dall'alto delle
nostre posizioni a sparare sentenza su tutto senza operare davvero
qualche cacambiamento che costa fatica.
Venerdì sono stata ad una riunione
sulla formazione di una proposta di legge contro la liberalizzazione
delle professioni: ma quanto è complesso? Ogni parola ha una valenza
capace di modificare l'intero contesto. Bisogna cercare di scrivere
cose che vadano bene a tutte le parti in gioco, fare compromessi e
cercare di non essere schiacciati. E spesso comunque chi decide deve
fare delle scelte anche dolorose. Ma in questo paese è così che si
deve fare per cambiare le cose. Scalare la gerarchia fino a
raggiungere l'obiettivo.
Qualche tempo fa ero a Perugia sulla
monorotaia che porta alla città. Sono saliti con me dei punkabbestia
con un cane, le borse della spesa e qualche bottiglia in mano. Il
guardiano si è subito allarmato ed è salito dicendo che l'accesso
al cane non era permesso. Ovviamente loro hanno protestato e mentre
lo facevano una bottiglia di birra è caduta per terra rovesciandosi.
La monorotaia è partita e il guardiano ha lasciato perder. Tutto il
viaggio questo ragazzi a inveire contro lo stato e a dire che ci sono
leggi assurde, che si dovrebbe modificare questo e quest'altro etc.
Bene, non lo reputate giusto? Ma il modo per protestare non è
questo, l'atteggiamento è sbagliato La strada per cambiare le cose
è lunga e forse a circuito chiuso ma occorre sempre provarci.
Altrimenti se tutti noi diamo sempre a mucchio per tutte le
possibilità di cambiamento perché non riusciamo a trovare gli
strumenti, la chiave per entrare in questo sistema, finirà sempre
che qualcuno deciderà per noi. Perché comunque questo è
sacrosanto. Uno stato in preda al caos non può esistere.
C'è da dire che è anche per questo
motivo che la generazione dei trentenni ha incominciato a guardare
solo al proprio orticello: vede che comunque le cose faticano a
cambiarsi, che alla fine le battaglie da combattere ogni giorno sono
talmente tante che è meglio cercare di fare per sé per sopravvivere
e i problemi grandi in qualche modo si aggiusteranno.
Dall'altra parte invece abbiamo una
generazione di ventenni molto acculturati che però non riescono e
forse non vogliono trovare la loro occupazione. Tante volte ho
sentito laureandi dire che non sapevano che lavoro avrebbero fatto
perché quello che hanno studiato non da adito a molte proposte, ma
d'altronde sanno fare solo quello e quindi come fanno? Frutto della
nuova gerarchia scolastica che ti porta a studiare fino a 25anni,
approcciare al mondo del lavoro a quell'età, avere una
specializzazione anche ottima in un settore ma che è una
specializzazione teorica e non pratica, che nel mondo del lavoro oggi
non paga. Non ci sono più senior disposti ad insegnare o con le
capacità per farlo e quindi? E quindi i ragazzi si rifugiano a casa
dai genitori che si accollano le spese e continuano a farli studiare
perchè nel pensiero popolare “studia che diventi qualcuno”.
Tempi morti.
Ora c'è bisogno di rivedere tutto il
sistema: c'è carenza di praticità, di cose manuali di gente che si
fa il culo.
Il mercato cinese ci ha superati?
Questa è gente che lavora mille ore al giorno senza tirar su la
testa noi abbiamo raggiunto un benessere tale per cui possiamo
permetterci di coltivare anche la vita. E questo è sacrosanto!!!!
sia chiaro. Si è lottato tanto per i diritti dei lavoratori che
sarebbe un tornare indietro. Ma evidentemente in passato c'è stato
qualcuno che si è approfittato della situazione e ha mangiato per
quanto possibile, è stata creata uno burocrazia che non ha fatto
altro che far affogare la logica delle cose ostacolando ogni slancio
produttivo . Ora questo denaro non si può recuperare ed il sistema è
crollato. E come solito tocca a noi ritrovare lo start per far
ripartire il sistema.
Io dico solo più responsabilità
civile nel fare le cose verso noi stessi e verso la collettività,
smettere di parlare e agire anche. Rimboccarsi le maniche e fare nel
rispetto dell'individuo e sotto la tutela di uno stato che si
preoccupa di noi. Perché credo anche che se ci sono molti
disoccupati o gente che fatica a lavorare o che lavora male è anche
perché lo stato ha inventato tante belle formulette per mettere i
bastoni tra le ruote ai giovani forse proprio perché hanno sempre
taciuto e mai lasciato una vera impronta di protesta su ciò che era
destinato a loro.
Che razza di futuro possiamo
permetterci con un contratto a progetto, a tempo determinato di tre
mesi in tre mesi? Ma come dicevo prima occorre far valere la nostra
posizione, farci sentire!
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